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Pene più severe contro i reati su beni culturali e paesaggio

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Pene più severe contro i reati su beni culturali e paesaggio

La commissione Giustizia della Camera ha trovato l’accordo su un testo base, messo a punto da un comitato ristretto, per l’introduzione di un giro di vite sulle sanzioni penali contro il patrimonio culturale. Un passo avanti per un disegno di legge che da due legislature tenta di farsi strada in Parlamento e che ora dovrebbe presto approdare in aula a Montecitorio, visto che martedì 6 giugno è stato fissato il termine per gli emendamenti e che nel calendario dell’assemblea è stato inserito a partire dal 19 giugno. L’accelerazione è insita anche nel cambio di prospettiva del ddl, il quale, nato come delega al Governo, nel testo del comitato ristretto ha invece virato su norme direttamente applicative, senza aspettare i decreti attuativi.

L’eredità
Il testo del ddl presentato in questa legislatura (atto Camera 4220, a firma del ministro dei Beni culturali Franceschini e di quello della Giustizia Orlando) risente delle varie proposte del passato, mai, però, arrivate in porto. E questo nonostante, sia a livello interno sia sul fronte internazionale (si pensi ai danni al patrimonio culturale provocati dal terrorismo), sia forte l’esigenza di approntare un nuovo quadro sanzionatorio.

Gli obiettivi
Le sanzioni contro chi attenta al patrimonio culturale e al paesaggio esistono, ma attualmente si trovano sparse tra codice dei beni culturali e codice penale. E anche gli ultimi interventi legislativi in materia hanno seguito la logica della frammentazione. L’esigenza è, pertanto, quella di dare al quadro sanzionatorio un profilo coerente e unitario, anche da un punto di vista terminologico. Inoltre, si tratta di prevedere nuove figure di reato e di circostanze aggravanti, improntate a una maggiore severità verso chi ferisce il patrimonio.

Giro di vite
Confermando l’orientamento del ddl base, anche nel testo unico fatto proprio dalla commissione sono previsti nuovi reati: dal furto di beni culturali a quello di danneggiamento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di oggetti del patrimonio e di parti del paesaggio. Allo stesso tempo, si inaspriscono le pene per alcuni delitti, come quello di ricettazione e riciclaggio di beni culturali.

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