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Dossier Green bond: obiettivo 100 miliardi di emissioni verdi nel 2017

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    Dossier | N. 18 articoliFree Lunch

    Green bond: obiettivo 100 miliardi di emissioni verdi nel 2017

    (Marka)
    (Marka)

    Il Green Bond punta a un 2017 da record. Giunto al suo decimo anno di età, il mercato dei Green bonds nato nel 2007 con un'emissione della Bei, mira al grande salto di qualità: un boom di nuove operazioni per 100 miliardi di euro quest'anno e una gamma sempre più vasta di emittenti, oltre ai sovrannazionali e alle società non finanziarie si attende l'arrivo di altri Stati in aggiunta alle debuttanti Polonia e Francia e un peso crescente delle banche con emissioni di bond bancari con scopi sociali e ambientali.

    Cosa è il Green bond? I Green bonds sono obbligazioni speciali: la loro struttura, in termini di cedole o di scadenza, è uguale a quella delle più normali obbligazioni. I bond verdi diventano speciali in quanto sono finalizzati esclusivamente all'allocazione di fondi per la sostenibilità e salvaguardia ambientale e climatica, per l'efficienza energetica. L’emittente si impegna a utilizzare le risorse raccolte con la vendita dei green bonds soltanto per finanziare progetti dedicati alla sostenibilità climatica o all’efficienza energetica. Ogni Green bond è abbinato a uno specifico progetto o investimento e l’investitore è informato puntualmente sullo stato avanzamento lavori. La finanza verde, in questo senso, diventa garanzia di trasparenza, accountability, compliance.

    Il ruolo della Bei. La Bei è il primo emittente di Green bond su un mercato che ha raggiunto i 200 miliardi di titoli in circolazione: lunedì 12 giugno la Banca europea degli investimenti inizierà a Roma un road show europeo con Unicredit, per poi toccare le piazze di Parigi, Londra, Berlino e Lussemburgo: un'iniziativa che conferma la leadership dell'Europa nella finanza verde, dopo il ritiro degli Usa di Donald Trump dall'accordo di Parigi sul clima e con il crescente interesse della Cina manifestato nell’ultimo G20.

    Aldo Romani, consigliere di direzione e responsabile dei finanziamenti in euro della Bei, nonchè considerato tra gli ideatori dei Green bonds, ritiene che i tempi siano maturi per consolidare questa nuova asset class: “Fino a tre anni fa il Green bond, che nasce come strumento di trasparenza e di accountability nel settore della sostenibilità ambientale, era considerato un mercato di nicchia - spiega Romani - ma ora un numero crescente di investitori richiede più emissioni e più liquide, e sollecita l'omogeneizzazione dei sistemi di classificazione di progetti e investimenti per consentire una valutazione standardizzata sull'uso di questi fondi e anche una loro comparabilità”. Per Romani, il salto di qualità del Green bond sarà dato proprio da questo passaggio, da strumento finanziario a strumento di policy per cementare la crescente consapevolezza in Europa e nel mondo a favore di politiche climatiche ed energetiche.

    IL BOOM DEI GREEN BOND
    (*) stima (Fonte: Bei e Unicredit)

    Il mercato c'è. E quando c'è la domanda, l'offerta si adegua. Il numero degli inestitori istituzionali interessati ai green bonds e altri tipi di bonds con finalità sociali sta crescendo. Per Luca Falco, responsabile capital markets di Unicredit, “l'interesse degli investitori istituzionali per i green bonds, e più in generale per i social impact bonds, è in forte aumento. Vengono creati fondi ad hoc e la performance della finanza verde o con finalità sociali tende a essere migliore di quella delle obbligazioni normali, la curva green ha una leggera outperformance”.

    In prospettiva, il mercato dei Green bonds potrebbe crescere molto più rapidamente se i legislatori e i politici decidessero di agevolare fiscalmente questi strumenti, solo per alcune categorie di investitori come i fondi pensione, o se i supervisori dei mercati finanziari concedessero a questi bond un calcolo più morbido per gli accantonamenti di capitale. Tutte idee e ipotesi che sono sul tavolo.

    Unicredit fa la mappa del mercato: i Green bonds sono stati emessi in 33 Paesi, tra i principali Francia, Germania, Olanda, Cina e Stati Uniti: i corporate green bond vanno molto in Germania e in Cina.

    I Green bonds rientrano tra gli strumenti prediletti di una crescente classe di investitori istituzionali, i cosiddetti socially responsible investors (socialmente responsabili): il 26% di tutti gli asset in gestione nel mondo rientra in questa categoria, che sale al 53% in Europa.

    La più grande emissione di titoli di Stato verdi spetta alla Francia con un OAT Green da €7,4 miliardi. La KFW, che è la Cdp tedesca, ha emesso 11 miliardi di Green bonds.

    Il mercato intanto già in questo inizio 2017 marcia a pieno ritmo: il primo trimestre di quest’anno ha visto emissioni di obbligazioni verdi per €25,7 miliardi, l’importo trimestrale più elevato in questo decennio di storia. Agli inizi di maggio, le emissioni avevano superato i €30 miliardi.  I Green bonds in scadenza quest’anno non arrivano a €5 miliardi: la prima annata pesante di rimborsi è il 2019, calcola Unicredit, cn quasi €30 miliardi in scadenza.

    L'Enel ha avviato quest'anno un maxi-programma di Green bonds. I cantieri del BTp verde non sono ancora aperti ma la domanda c'è: le banche si stanno attrezzando per emetterne loro stesse, la Société Générale ha rotto il ghiaccio.

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