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Gentiloni a Berlino: «Siamo sotto pressione». Macron: «No a migranti economici»

Ansa
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La nuova crisi dei migranti nel Mediterraneo - con arrivi eccezionali negli ultimi giorni sulle coste italiane - al centro dell’incontro tra i capi di stato e di governo invitati dalla Cancellieri tedesca Angela Merkel in vista del G20 della prossima settimana ad Amburgo. «Ho utilizzato anche questa occasione per rappresentare ai colleghi europei l'estrema preoccupazione per il rischio dell'accentuarsi dei flussi migratori negli ultimi giorni», ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa al termine del vertice.

«L’Italia non si è mai sottratta ai propri impegni per soccorso in mare e accoglienza umanitaria e non intende farlo ma chiede di discutere del ruolo delle ong, della missione di Frontex, delle risorse a disposizione per lavorare in Libia e negli altri Paesi africani, della possibilità di allargare i nostri programmi». E ha aggiunto: «La disponibilità venuta fuori oggi avrà un primo sbocco concreto mercoledì prossimo nella riunione dei ministri degli Interni a Tallin».

«Ci sarà il nostro aiuto all’Italia, ci sta particolarmente a cuore questa situazione», ha detto la Cancelliera tedesca Angela Merkel al termine del vertice di preparazione al G20 di Amburgo. «Non possiamo accettare - ha scandito Merkel - che in Libia regni l’illegalità e che diventi una situazione permanente. Spero che a Tallinn, in occasione del vertice dei ministri dell'Interno dell'Ue mercoledì prossimo, «si riesca a trovare una soluzione concordata».

Sul tema immigrazione, anche in riferimento alla gestione dei transiti alla frontiera di Ventimiglia, è intervenuto Macron: «Noi sosteniamo l’Italia e la Francia deve fare la sua parte sull’asilo di persone che vogliono rifugio. Poi c’è il problema dei rifugiati economici, e questo non è un tema nuovo: l'80% dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere», ha detto il presidente francese.

La drammaticità del momento è rimarcata da Gentiloni: «Siamo di fronte a numeri crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza. Abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio, ma l’accoglienza resta di un Paese solo. Questo mette il nostro Paese sotto pressione ma noi abbiamo un aspetto umanitario, di rispetto delle leggi e lo confermeremo. Non violiamo le regole o vogliamo rinunciare a un atteggiamento umanitario: siamo sotto pressione e chiediamo il contributo concreto degli europei». Per il premier italiano serve un più efficace contrasto ai trafficanti: «La nostra strategia è ben definita: muove dall'Africa, dai Paesi più esposti come origine dei flussi, si concentra in Libia, dà i primi frutti con il sostegno alla guardia costiera libica e i campi in Libia e deve essere sempre più efficace nel contrasto ai trafficanti che attraversano il mare».

Appoggi alla sforzo italiano arrivano da altri (a partire dalla Spagna): «Da molto tempo come Commissione siamo convinti che non possiamo abbandonare né l'Italia né la Grecia. Insieme dobbiamo compiere sforzi per sostenere queste due nazioni che sono eroiche», ha detto il presidente del Commissione europea Jean Claude Juncker. Al summit partecipano il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Theresa May, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, il primo ministro olandese Mark Rutte, il primo ministro norvegese Erna Solberg, il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker e il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk.

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