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La sterzata del Governo e l’apatia di Bruxelles

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L'Analisi|Porti chiusi alle navi delle ong straniere

La sterzata del Governo e l’apatia di Bruxelles

L’Italia, dunque, alza la voce davanti all'indifferenza di Bruxelles. Il gesto è clamoroso: porti chiusi alle navi delle ong straniere. Porteranno i migranti negli stati di bandiera, niente attracchi in Sicilia o Calabria. Certo, sarà garantita ogni forma di assistenza. Ma le nostre coste non devono essere più considerate un approdo senza limiti. Anche gli altri Stati dell'Unione devono fare la loro parte.


Sono 25 anni almeno che si dibatte la questione migranti: novità clamorose negli assetti nazionali non si sono viste. Né rallentamenti all'esodo umanitario, oggi più impetuoso che mai. L'Italia è il porto più vicino e più sicuro dalla Libia, regno incontrastato di centinaia di trafficanti di esseri umani. Le comunicazioni ufficiali ieri del rappresentante diplomatico italiano a Bruxelles, Maurizio Massari – stop alle navi estere con i migranti soccorsi, sbarchi in tutte le nazioni Ue e non solo in Italia – sono nette. La risposta, però, tutta da verificare. La partita è soprattutto politica: nazionale e in sede europea. I tempi di reazione non saranno brevi.

La fatica dell'accoglienza quotidiana spetterà comunque, per ora, al nostro Paese.Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro dell'Interno Marco Minniti sono in piena sintonia sulla posizione assunta a Bruxelles. C'è da augurarsi che anche tutta la maggioranza di governo sia unita. I grandi numeri della migrazione in Italia – 192mila in accoglienza, quasi 80mila sbarchi dall'inizio dell'anno – scatenano sempre di più i dissensi. Le elezioni politiche sono alle porte e l'esito delle amministrative è stato eloquente. L'approccio securitario di Minniti è dunque la risposta. Ma non sarà facile tenere il punto.

Nell'Unione europea non c'è alcuna fretta di riconoscere che l'Italia non può più andare avanti da sola fino ad assumere gli impegni conseguenti. A parole, certo, splendide dichiarazioni di solidarietà. Nei fatti, invece, c'è poco e niente. Con il gesto della chiusura dei porti, Roma fa la faccia dura. Bisogna vedere se farà breccia o smuoverà le acque solo di poco. Le diplomazie sono al lavoro. La Germania ha le elezioni politiche alle porte, non è detto che sia un partner di sostegno. La Francia non dà segnali incoraggianti respingendo i migranti a Ventimiglia. Meno che mai lo saranno gli Stati dell'Est europeo, tutti su posizioni ai limiti della xenofobia. Ci saranno trattative di certo lunghe ed estenuanti. Ma a Bruxelles qualcosa l'Italia alla fine otterrà.

Il dilemma preoccupante è sull'esito: un cambiamento negli assetti degli impegni internazionali sui migranti o un inaccettabile pannicello caldo. Non sarebbe il primo.

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