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Banche venete, domani il voto di fiducia. Protesta M5S con salvadanai

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Banche venete, domani il voto di fiducia. Protesta M5S con salvadanai

  • – di Redazione Online

La votazione di fiducia sul Dl banche venete si terrà domani alla Camera a partire dalle 14,25, a 24 ore dall'annuncio. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 12,30. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo .Il governo aveva posto la questione di fiducia nell’Aula della Camera sul decreto per il salvataggio delle banche venete.
La fiducia è stata posta sul testo licenziato dalla commissione Finanze, che contiene come unica modifica il decreto con la sospensione del rimborso di un bond di Veneto Banca, confluito nel provvedimento sul salvataggio.

Banche venete, governo pone fiducia su decretoalla Camera
Non c'è stato spazio, nonostante il pressing parlamentare in particolare dell’area del Pd vicina a Michele Emiliano, per approvare altre modifiche. Salta così l’intera proposta che era stata avanzata dal relatore, Giovanni Sanga (Pd), che prevedeva una stretta sulla responsabilità dei manager e un ampliamento
della platea dei risparmiatori delle due venete che possono accedere al rimborso forfettario delle obbligazioni subordinate.

Protesta M5S con salvadanai
Nell’aula di Montecitorio, non appena il ministro con i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha posto la fiducia sul dl banche, è andata in scena la protesta dei deputati M5S che hanno innalzato un enorme striscione con la scritta «ladri di risparmi» e «No al ricatto delle banche», ed avevano decine di salvadanai di ceramica con dentro delle monetine che hanno fatto risuonare in Aula. I parlamentari M5S hanno urlato «Ladri, Ladri» in coro. E sono stati ripresi dal vicepresidente della Camera Simone Baldelli (Forza Italia), che ha annunciato sanzioni. La protesta è stata così spiegata dai deputati M5s in una nota: «Di domenica, in un Consiglio dei ministri durato appena 18 minuti, questi partiti si sono giocati 17 miliardi dei soldi dei cittadini. Cinque sono già stati regalati sull'unghia a Intesa Sanpaolo e altri 12 sono a rischio sui crediti deteriorati e i contenziosi degli istituti veneti. In pratica, hanno messo nel piatto un miliardo al minuto per chinare la testa di fronte al ricatto della prima banca italiana che si è presa solo le parti buone di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. E ha lasciato a noi il resto».

Lannutti (Adusbef): da decreto no risarcimento azionisti
Critiche anche le associazioni dei consumatori. «Il Decreto sulle banche venete, come proposto dal Governo che metterà la fiducia, oltre ad avere l’effetto di una pietra tombale su 210.000 famiglie che avevano investito tutti i loro risparmi, non offre alcun risarcimento concreto agli azionisti-risparmiatori truffati, in particolare coloro che dopo la costituzione del Fondo Atlante, reclamizzato
come la soluzione salvifica, avevano acquistato bond subordinati» ha affermato il presidente di Adusbef Elio Lannutti, spiegando che «gli effetti collaterali della mala gestione delle due banche venete sono ricaduti sulle spalle dei 210 mila azionisti complessivi degli istituti di credito, che hanno perso il 99,7%
dei loro investimenti».

Eurogruppo avvia dibattito su aiuti Stato
La soluzione trovata per il salvataggio delle banche venete ha continuato ad alimentare il dibattito europeo, tanto da portare ieri l’Eurogruppo a dedicarle una sessione ad hoc. Nella quale i ministri hanno, da un lato, plaudito al rispetto delle regole europee, dall’altro hanno però avviato una riflessione sugli aiuti di Stato, perché il regime attuale non diventi un incentivo che gli Stati possono dare ai privati per comprare le banche in dissesto ed aggirare le risoluzioni europee. Le regole attuali sugli aiuti di Stato hanno infatti permesso che venissero dati aiuti a Banca Intesa per acquistare quel che restava delle due venete, una mossa criticata da molti in Europa, perché potenzialmente in conflitto con quelle della direttiva BRRD, che ha dato vita al bail in. Per questo l’Eurogruppo ha avviato una riflessione sulla possibilità di aggiornarle. La decisione sulle banche venete «ha messo fine all'incertezza che pesa sul settore bancario e sull’economia italiani, ed è una buona notizia», ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, convinto che sia «positivo» anche il fatto che con questa operazione l’Italia si sia liberata di una larga parte dei crediti deteriorati.

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