Non è solo la vicinanza geografica a legare l’Italia ai Paesi balcanici. Ci sono alcuni numeri che raccontano bene anche quanto le due sponde dell’Adriatico siano vicine a livello economico: l’Italia è il secondo fornitore e anche il secondo cliente dei sei Paesi balcanici occidentali (Bosnia Erzegovina, Serbia, Albania, Macedonia, Montenegro, Kosovo). Tra il 2010 e il 2016, il valore dell’interscambio è aumentato del 47,9% passando da 5,1 miliardi di euro a quasi 7,5 miliardi. Nell’ultimo biennio le esportazioni dell’Italia nei 6 Paesi sono tornate a crescere e ora sfiorano i 4 miliardi (+7,7% nel primo trimestre 2017). Nasce anche da qui l’idea del ministero dello Sviluppo economico di organizzare a Trieste insieme a Ice e Confindustria, in contemporanea con il vertice, un business forum per far incontrare le imprese italiane e quelle balcaniche. Anche perché c'è in progetto la creazione di un mercato comune in questa area con 20 milioni di consumatori in cui le merci italiane potranno avere un corsia preferenziale.
Pmi italiane partner ideali
Al forum economico a cui partecipa anche il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sono presenti 580 partecipanti tra rappresentanti delle istituzioni, aziende, società di consulenza e associazioni. Già oggi le imprese italiane sono molto presenti, in particolare le Pmi con 665 aziende, di cui 275 in Serbia e 253 in Albania. I settori finanziario, energetico, infrastrutture e costruzioni sono quelli più rappresentati. Tra l’altro la struttura imprenditoriale nei paesi balcanici guarda all’Italia come un possibile modello, visto che già oggi le Pmi generano più della metà dei posti di lavoro e del valore aggiunto. Nel momento in cui la regione si appresta innanzitutto ad integrarsi economicamente, come premessa all’integrazione al mercato unico europeo, le Pmi italiane possono essere un punto di riferimento e rappresentare dei partner con cui le pmi dei Balcani occidentali possono costruire partenariati e altre forme di collaborazione industriale e commerciale, accelerando così la loro integrazione nelle catene del valore europee.
I progetti in pista
A Trieste durante il vertice europeo verrà annunciato un pacchetto di 7 progetti di connettività nei settori dei trasporti ed energia per 197 milioni di euro (a Parigi lo scorso anno furono presentati cinque progetti, per un totale 150 milioni). Le iniziative selezionate dalla Commissione Ue comprendono: 4 progetti per la Bosnia Erzegovina (3 nel settore stradale e 1 nell'ambito portuale) per un totale di 46 milioni di euro; 1 per la Macedonia, del valore di 70 milioni relativo al collegamento ferroviario con la Bulgaria; 2 per la Serbia, di cui il primo, per un valore di 31 milioni per il collegamento ferroviario Nis-confine bulgaro, e il secondo, per 50 milioni di euro, per il gasdotto con la Bulgaria. Con questo stanziamento, si raggiungerà un valore totale, dall'inizio del processo, di 501 milioni di euro, che stanno generando circa 1,1 miliardi di euro in investimenti.
La Commissione Ue annuncerà poi uno stanziamento aggiuntivo di 48 milioni di euro come strumento di finanziamento per le Pmi dei Balcani occidentali. Ma in occasione del vertice i sei Paesi della regione hanno deciso di adottare un Piano di azione pluriennale per creare un’area economica regionale che punti a creare un mercato comune esteso a 20 milioni di consumatori, con un focus non solo sulle barriere commerciali tariffarie e non tariffarie, ma anche sugli investimenti, sulla mobilità delle persone e sull'integrazione digitale.
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