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Migranti, dalla Ue ok a codice Italia per le Ong

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presidio dei sindaci nel messinese

Migranti, dalla Ue ok a codice Italia per le Ong

  • – di Redazione Online
Ansa
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Via libera dell'Ue al codice di condotta delle Ong per i soccorsi in mare ai migranti. L'ok è arrivato nella giornata di giovedì 13 luglio a Bruxelles, dove si è svolta una riunione a cui ha partecipato una delegazione del nostro Paese, rappresentanti di Frontex e della Commissione europea. L'incontro ha permesso di condividere un testo il quale prevede regole che consentiranno di disciplinare l'attività svolta dalle Ong nel Mediterraneo centrale.

Cosa prevede il codice
L'iniziativa è stata apprezzata come un passo importante per il nostro Paese. Al riguardo, infatti, l'Unione europea ha espresso il proprio plauso, sottolineando come tale iniziativa sia stata già accolta favorevolmente durante il Consiglio dei ministri dell'Interno, svolto a Tallinn, prevedendone l'inserimento nel piano di azione dell'Unione europea. Il codice, secondo quanto è finora trapelato, rappresenta un vero e proprio decalogo con indicazioni ben precise e principi portanti: dal divieto di entrare nelle acque libiche a quello di trasferire i migranti soccorsi su altre navi, dalla regolamentazione dei segnali luminosi alla dichiarazione delle fonti di finanziamento, dal possesso di certificazioni di idoneità tecnica all'obbligo di trasmettere le informazioni utili alle autorità di polizia italiane per l'attività investigativa. A chi non sottoscriverà il documento, potrà essere vietato l'attracco nei porti italiani.

A giorni il varo del nuovo testo
L'Italia ha chiesto di includere «su richiesta delle autorità competenti», ovvero non sistematica ma attuabile in qualsiasi momento, la «presenza di ufficiali di polizia giudiziaria» a bordo delle navi delle Ong che fanno soccorsi nell'area del Mediterraneo Centrale che è sotto il comando del centro di controllo di Roma della Guardia costiera italiana, fino alle acque libiche. È una delle principali novità che potrebbero essere introdotte nel Codice di condotta per le Ong, secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche che specificano come l'approvazione definitiva del testo avverrà «dopo la presentazione da parte dell'Italia di un nuovo testo scritto entro il 17 luglio», ovvero domani, che «tenga conto» dei risultati della riunione di giovedì scorso. Il testo finale sarà probabilmente varato in settimana (il Collegio dei commissari si riunirà mercoledì). Stando a quanto riferito da fonti vicine al dossier dovrà essere invece risolta con una trattativa nelle prossime due settimane la questione dei porti di sbarco delle persone salvate dalle navi militari dell'Operazione Sophia, che vengono portate in Italia seguendo il protocollo approvato per le missioni civili europea guidate da Frontex (Triton e Poseidon). Il mandato della missione militare (schierata formalmente contro il traffico di esseri umani, per l'addestramento della guardia costiera libica e per il controllo dell'embargo sulle armi, ma legalmente obbligata a partecipare ai salvataggi) scade il 27 luglio. Tra i 28 c'è volontà politica di rinnovo del mandato per l'operazione, che è sotto il comando dell'ammiraglio italiano Enrico Credendino, ma l'Italia ha posto una riserva chiedendo “modifiche tecniche” (strumentalmente sostenuta da Svezia e Regno Unito che hanno bisogno di tempo per i loro scrutini parlamentari) allo scopo di ottenere la possibilità di sbarcare non solo in porti italiani
alcune quote delle persone raccolte dai militari.

Nebrodi, dai sindaci presidio di protesta
Intanto proseguono gli arrivi di migranti sulle coste italiane
e cresce la protesta. La più clamorosa ieri in provincia di Messina dove nel tentativo di impedire l'arrivo di 50 profughi alcuni cittadini, in testa il sindaco di Castell'Umberto, Vincenzo Lionetto Civa, hanno cercato di impedire l'ingresso di rifugiati anche fermando l'ingresso di un gruppo elettrogeno destinato all'ex albergo ritenuto «non adatto» («è in ottime condizioni e si trova nel territorio di Sinagra non di Castell'Umberto anche se i due comuni sono vicini», la replica della prefettura di Messina).

I sindaci dei Nebrodi - che si sono riuniti stamani per valutare la situazione dopo l'ingresso dei 50 migranti nell'hotel Canguro - hanno deciso di effettuare un presidio permanente davanti all'albergo in attesa di una convocazione da parte della prefettura alla quale hanno inviato un documento. Gli amministratori fanno sapere che il presidio comincerà a breve ma non ci saranno blocchi. «Tra qualche ora - annuncia Vincenzo Lionetto Civa - effettueremo il presidio davanti all'hotel e lo manterremo anche nei prossimi giorni, finché i migranti non verranno spostati in una struttura migliore. Il prefetto di Messina ci ha assicurato che questo verrà fatto tra qualche giorno e noi aspettiamo fiduciosi. Ci ha anche detto però che al momento non è possibile». Durante la riunione, alla quale hanno preso parte 34 sindaci dei Nebrodi, è stato letto il documento consegnato dieci giorni fa al prefetto col quale si chiedeva un incontro sui problemi dell'accoglienza. «Ma non siamo stati accolti - sostiene il sindaco di Castell'Umberto - Abbiamo quindi deciso di rimandare lo stesso documento e chiedere di nuovo di essere ricevuti perché i problemi sono sempre gli stessi».

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