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Migranti, pm Zuccaro rilancia: indagini sotto scacco. «Tra Ong…

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l’audizione

Migranti, pm Zuccaro rilancia: indagini sotto scacco. «Tra Ong non tutti filantropi»

I «contatti radio» e le «comunicazioni» tra trafficanti e appartenenti ad alcune Ong denunciati dal pm di Catania Carmelo Zuccaro, tornano sotto i riflettori, con l’audizione dello stesso procuratore in commissione Difesa del Senato. Zuccaro (le cui prese di posizione hanno fatto esplodere una bufera politica, con tanto di lite nello stesso governo tra i ministri Alfano e Orlando), ha prima di tutto sottolineato che si tratta di comunicazioni che non arrivano dagli 007, ma da Frontex (l’Agenzia europea di controllo delle frontiere) e dalla Marina Militare. Poi ha sottolienato come sia doveroso indagare sulle Ong che fanno soccorso davanti alle acque libiche e che intervengono sempre più massicciamente in mare (avevano solo una nave nel 2014, ora sono 13), perché non tutti sono filantropi.

E la politica deve dare ai magistrati in prima linea gli strumenti per uscire dallo stallo attuale dell’azione investigativa: dagli ufficiali di polizia giudiziaria imbarcati a bordo delle navi, alla possibilità di intercettare le richieste di aiuto che partono da cellulari satellitari. Il procuratore però ha anche rimarcato la necessità di evitatare generalizzazioni, ribadendo che nel mirino della magistratura vi sono solo alcune organizzazioni non governative. Le più grandi e importanti come Save the Children e Medici senza Frontiere «hanno dimostrato in maniera inequivocabile che operano per solidarietà» e «non devono dimostrare niente a nessuno».

Zuccaro: confermo scacco attività giudiziaria
Il procuratore ha lanciato un allarme preciso sulla difficoltà delle indagini in corso, che si trovano in una fase di stallo. Anche perché gli inquirenti finora non hanno prove processuali utilizzabili. Ma hanno solo notizia di conversazioni in arabo tra libici sulla terraferma che annuncerebbero la partenza di migranti sui gommoni e persone a bordo di navi appartenenti ad alcune Ong. «Confermo pienamente - ha detto Zuccaro - quanto detto al Comitato Schengen e cioè che siamo in una fase in cui non riusciamo più a svolgere l’attività investigativa: non riusciamo a intercettare i facilitatori e i satellitari, né ad avere gli elementi probatori necessari». Lo ha detto sottolineando che «il focus della nostra azione non sono le Ong bensì i trafficanti». Ed evidenziando che gommoni e barconi carichi di migranti non sempre sono soli quando lasciano le acque territoriali libiche («A volte il natante che ha richiesto il soccorso non è solo in mare. È capitato a volte che, superate le acque libiche, fosse accompagnato da navi sospette»).

Verso istruttoria Csm su Zuccaro, no trasferimento
Intanto il Comitato di presidenza del Csm comunicherà domani la propria valutazione sul caso del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. A quanto si apprende, si va verso un’istruttoria, anche con audizioni e acquisizioni di atti e documenti, per approfondire le parole sui rapporti fra ong e trafficanti di migranti. Ma il Csm non aprirà una pratica per valutare se esistano o meno i presupposti per un trasferimento per incompatibilità ex art.2.

Orlando: da Zuccaro no illeciti disciplinari
In attesa della valutazione da parte del Csm, Zuccaro ha incassato la «assoluzione» del ministro della Giustizia, Andrea Orlando. «Le valutazioni di Zuccaro attengono a un’analisi di carattere generale: si può essere d'accordo o meno, possono essere più o meno appropriate ma non mi pare che configurino un illecito disciplinare che giustificherebbe un intervento del Ministero» ha detto il Gurdasigilli, che nei giorni scorsi non aveva risparmiato bacchettate alla procura di Catania, chiedendole di «parlare con gli atti».

Monitorare rotte Ong e intercettare satellitari
Per evitare che le Ong valichino le acque libiche, Zuccaro ha proposto oggi in audizione che «aerei militari italiani controllino la rotta seguita dalle navi delle Organizzazioni non governative davanti alla Libia». Un controllo che scatterebbe «solo nel momento in cui le navi dovessero spegnere i transponder (dispositivi che trasmettono la posizione della nave, ndr)». Tra gli strumenti per poter meglio lavorare e riprendere l’azione investigativa, Zuccaro, indica le «intercettazioni delle comunicazioni satellitari usati per la richiesta di soccorsi dei migranti», perché «potrebbero emergere elementi importanti per individuare i trafficanti».

«Tra il personale Ong non tutti filantropi»
Il procurtatore di Catania ha rinnovato le accuse di opacità ad alcune Ong, tra il cui personale vi sarebbero figure «non proprio collimabili con quelle dei filantropi». Zuccaro nel corso dell’audizione ha ribadito inoltre che sarebbe «molto utile individuare le fonti di finanziamento delle Ong di più recente nascita», che sembrano godere di ingenti risorse economiche. Come Moas, ad esempio. Chi sono i finanziatori? Ecco perché «vale la pena indagare, sapere chi le finanzia e se chi lo fa, oltre a quelle umanitarie, ha altre finalità. Si tratta di chiedere rogatorie in altri Paesi, svolgere attività complesse, ma se si ipotizza che chi finanzia le ong ha interessi a manovre di speculazione internazionale, ciò giustificherebbe uno sforzo italiano per cercare di capire queste cose», ha aggiunto.

«N0 all’attività di supplenza delle Ong»
Poi ha ricordato che il numero di persone che cercano di arrivare in Italia «è esploso letteralmente nel 2017 e la maggior parte di esse non ha diritto alla protezione internazionale». Di qui la chiosa: «Non è il caso che le Ong svolgano questa attività di supplenza». Rivolto ai parlamentari ha aggiunto: «È il caso invece che la assumiate voi che avete la responsabilità politica», perché «in una situazione non emergenziale bensì strutturale, questa materia, quella del controllo dei flussi migratori, deve essere gestita dagli Stati». E «c'è l’impossibilità di ospitare in Italia tutti». Altro elemento che giustifica, a parere di Zuccaro, il contrasto dei flussi illegali è l’«appetito» delle mafie che
puntano ad intercettare «il denaro erogato per l'accoglienza»

Pm Siracusa: legame ong-trafficanti non risulta
La procura di Catania sospetta che alcune navi di Ong entrino nelle acque territoriali libiche anche in mancanza di una reale situazione di pericolo. E che spengano i “trasponder” per evitare di essere individuate dai radar. Così faciliterebbero la vita ai trafficanti, prendendo a bordo i migranti, a poche miglia dalle coste libiche, consentendo ai libici non solo di recuperare i motori delle imbarcazioni ma anche di non utilizzare scafisti. Ma le ipotesi investigative di contatti strutturati tra trafficanti e alcune Ong non trovano, per ora, supporto investigativo. Al procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, «nulla risulta» riguardo «collegamenti obliqui o inquinanti tra ong o parti di esse con i trafficanti di migranti». Né risultano evidenze di «spegnimento dei transponder da parte delle organizzazioni per non essere intercettate». Mentre il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, ha smentito l’esistenza, rilanciata dal leader della Lega Matteo Salvini, di dossier dell’intelligence italiana in materia.

Marina: da Ong nessun intralcio alle nostre navi
La Commissione Difesa - che domani ascolterà proprio i responsabili di Moas -
ha sentito sul caso anche l'ammiraglio Donato Marzano della Marina Militare. L’ufficiale ha escluso «manovre di intralcio» da parte delle Ong. «Col crescere della pressione migratoria, a partire dall'estate 2014, con un’enfatizzazione dall’estate 2016, sono aumentate le iniziative di organizzazioni umanitarie nel bacino libico-tunisino, sulle linee di partenza dalla Libia, nel tratto tra 12 e 18 miglia dalla costa, sulle rotte preferenziali dei flussi migratori» ha dichiarato Marzano, che ha aggiunto: «Non risultano chiamate» da parte dei mezzi di queste ong «alla nostra centrale operativa e non esistono loro manovre che hanno costituito intralcio alle nostre operazioni».

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