L’Italia candida Milano a ospitare la European Medicine Agency, che si trasferisce da Londra a seguito di Brexit. Ema è un’istituzione di importanza fondamentale per la salute dei cittadini europei e per l’industria farmaceutica. Ha 890 dipendenti, che sovraintendono a un network di 3700 esperti, organizzati in sette comitati scientifici e 43 tavoli di lavoro, ognuno dei quali si riunisce con regolarità per esaminare i diversi dossier. Nel corso del 2015, 36mila ricercatori, esperti, funzionari – tra cui 4.000 non europei – sono andati a Ema per queste riunioni, con l’obiettivo di autorizzare farmaci innovativi e monitorare la qualità di quelli in commercio.
Nel 2016, Ema ha raccomandato 81 nuovi farmaci, ha ricevuto 114 nuove richieste di valutazione, 118 notificazioni di farmaci ritirati dal mercato, ricevuto 672 richieste di ispezioni per pratiche di produzione dei farmaci e 121 per pratiche cliniche. È un imponente motore europeo per assicurare qualità ai farmaci e dare certezze a medici e famiglie. L’industria farmaceutica lombarda e italiana attraversa un momento particolarmente felice. Dal 2010 tutte le sue grandezze crescono costentemente, e con 30 miliardi di euro di produzione, di cui oltre il 70% destinato all’esportazione, stiamo ormai contendendo alla Germania il titolo di principale Paese produttore d’Europa.
Si tratta di una delle industrie a più alto tasso di ricerca e innovazione. La presenza dell’Ema che è un grande “hub di intelligenze”, accanto al nuovo centro di ricerca Human Technopole che sta nascendo nell’area dell’Expo 2015 – tra i più grandi d’Europa nel suo campo – renderà l’Italia e la Lombardia ancora più centrali nelle scienze e industrie per il miglioramento della vita delle persone. Soprattutto, non posso pensare a una sede migliore di Milano per accogliere Ema, garantendo una piena operatività senza soluzioni di continuità. La logistica è pronta, il grattacielo Pirelli è una sede funzionale e bella, le connessioni con l’Europa e il mondo non potrebbero essere più efficaci.
E poi c’è la città. “Milano vicino all’Europa”, che oggi conosce una fase molto dinamica della sua storia, con un consolidamento dei settori tradizionali, una forte espansione di quelli più innovativi, e con una apertura culturale e sociale forse ai suoi massimi storici. Le sue università, i centri di ricerca e l’industria specialistica garantiscono un habitat ideale per le necessità dell’agenzia europea. Milano inoltre è al cuore della Lombardia, con un network di opportunità economiche e culturali senza paragoni, rafforzato da relazioni quotidiane con ogni angolo del pianeta.
Expo 2015 ha dimostrato non solo le qualità organizzative eccellenti delle aziende milanesi e delle istituzioni locali, ma anche la grande capacità di accoglienza e di contaminazione di idee, che è sempre più visibile anche dalle continue innovazioni urbane, dalle manifestazioni culturali e anche dalla forza del sistema di welfare che ogni giorno garantisce protezione e inclusione. Le strutture pubbliche locali, nazionali e le nostre ambasciate sono pronte a accompagnare in ogni aspetto, con programmi dedicati, i funzionari che dovranno trasferirsi a Milano e le loro famiglie, facendo anche di questo passaggio una occasione di scoperta e crescita. Il dossier della candidatura di Ema, la qualità del lavoro tecnico, e la messa a disposizione del grattacielo Pirelli, uno dei simboli della modernità del nostro Paese, mostra anche a quali risultati siamo in grado di aspirare quando lavoriamo assieme. Con il sindaco Sala e il presidente Maroni abbiamo fatto un’ottima squadra e ora ci giochiamo la partita. La concorrenza e molto agguerrita, lo so bene. Oltre 20 città, tra cui alcune importanti capitali europee.
La decisione finale dipenderà da molti fattori, e non saremo in grado di influenzarli tutti. Non c’è dubbio tuttavia che questa candidatura, portata avanti con questa coralità e con una città che è una delle capitali internazionali d’Europa, è già un successo che deve ispirare tutto il Paese per le sue prossime scelte.
© Riproduzione riservata