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Così il Psg riuscirà a rispettare il fair play finanziario…

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Così il Psg riuscirà a rispettare il fair play finanziario (nonostante l’esborso record per Neymar)

(Afp)
(Afp)

Un conguaglio da 222 milioni di euro e uno stipendio da 30 milioni netti: cifre da record, ma il trasferimento Neymar al Paris Saint-Germain non sarebbe affatto in contrasto con le normative del fair play finanziario imposte dalla Uefa. Almeno, potrebbe non esserlo, dato che il club parigino rimarrebbe comunque ai limiti del regolamento in caso di buon esito della trattativa col brasiliano del Barcellona. La soglia del 70% relativa al rapporto tra fatturato e spese salariali non verrebbe scavalcata qualora il Psg, nel caso in cui i conti in cassa rimanessero invariati rispetto al 2016, dovesse mettere sotto contratto l’attaccante azulgrana.

Con le cifre attuali, infatti, la ratio fatturato-stipendi sarebbe del 65%, di poco sotto al limite previsto dal fair play finanziario e per giunta con tutta una serie di asterischi di cui tenere conto. Tutti legati al mercato, ovviamente in uscita: chiaramente i 30 milioni netti (circa 60 lordi) “promessi” a Neymar non possono essere paragonabili agli stipendi degli altri giocatori in organico, ma le possibili cessioni di Di Maria (10 milioni netti a stagione) e Verratti (7,5 milioni netti annui) alleggerirebbero un monte ingaggi che con l’eventuale acquisto di Neymar si avvicinerebbe pericolosamente alla soglia di allarme prevista dalla Uefa.

Nel 2016, il Paris Saint-Germain ha pagato 292 milioni di ingaggi, pari a circa il 54% del fatturato annuo del club. A questi costi salariali, inoltre, vanno aggiunti circa 105 milioni di ammortamenti, cifra che con l'arrivo di Neymar salirebbe a quota 209 milioni. L’ammortamento annuo per il brasiliano, tra i 222 milioni da “spalmare” in cinque anni e i 60 milioni lordi di stipendio per cinque stagioni, sarebbe pari a poco più di 104 milioni di euro. Un salasso che da un lato costringerebbe il club guidato da Nasser Al-Khelaifi a rivedere le mosse sul mercato, provando a liberarsi di ingaggi onerosi per sostenere un aumento delle spese, ma che dall’altro lato potrebbe risultare un investimento efficace sul fronte marketing.

Calciomercato, Parigi protagonista

Sicuramente è una mossa dettata dalla volontà di portare quanto prima la Champions League nella capitale francese, il vero obiettivo (mai celato) della proprietà qatariota. E i paletti della Uefa, nonostante un investimento che si preannuncia come il più oneroso nella storia del calcio, non dovrebbero rappresentare un ostacolo.

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