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Viminale: regole chiare per le Ong. Prorogata operazione Sophia

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Viminale: regole chiare per le Ong. Prorogata operazione Sophia

Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha ricevuto nel pomeriggio al Viminale i rappresentanti delle Ong impegnate nelle azioni di salvataggio dei migranti nel Canale di Sicilia, alla presenza di rappresentanti di Guardia Costiera e Farnesina. All’ordine del giorno il codice di condotta con cui l’Italia vuole regolamentare la delicata materia dei soccorsi delle navi umanitarie, che realizzano oltre un terzo degli interventi totali. Minniti ha chiesto alle Ong di aderire al codice che prevede una serie di impegni: far salire a bordo la polizia giudiziaria, trasparenza dei finanziamenti, non trasportare migranti su altre navi, non entrare in acque libiche e non spegnere il trasponder di bordo per la localizzazione. Oltre a non ostacolare le operazioni della Guardia costiera libica. A chi non sottoscriverà il documento, potrà essere vietato l’attracco nei porti italiani «tranne nei casi di emergenza»

Viminale: regole chiare per le ong
Il Codice di condotta presentato oggi «mira a stabilire regole chiare per le navi delle Ong impegnate in attività di soccorso ai migranti» ha sottolineato il Viminale al termine dell'incontro con le Ong. «Al termine di un primo confronto - spiega il ministero - si è concordato di definire i diversi aspetti in un successivo
incontro programmato per venerdì, nel quale i rappresentanti delle Ong proporranno emendamenti specifici al documento loro consegnato»

Improbabile l’ok di tutte le organizzazioni (Medici senza frontiere, Save the children ed altre straniere tra cui Moas, Sea-Eye, Jugend Rettet, Proactiva Open Arms). In particolare è complicato per le Ong digerire la polizia e l’impegno a non fare trasbordi. Altro punto critico resta la non interferenza con il lavoro della Guardia costiera libica. l ministro intende però far passare la linea di lasciare alla Guardia costiera libica il compito di intervenire nella propria area di ricerca e soccorso, nonchè di dare mano libera agli investigatori perchè, ha spiegato, «un Paese serio prende tutte le misure per coniugare salvezza delle vite ed esigenze di sicurezza».

Prorogata operazione Sophia, apertura a richieste Italia
Il vertice al Viminale si è svolto mentre da Bruxelles arrivava la notizia che il Consiglio esteri ha prorogato fino al 31 dicembre 2018 il mandato dell’operazione Sophia, la missione navale dell’Ue che si occupa di contrasto al traffico di migranti nel Mediterraneo centromeridionale. Sul rinnovo dell’operazione l’Italia aveva espresso una riserva, per aprire il dibattito sui porti di sbarco. Ad essere in discussione, aveva sottolineato il ministro degli Esteri Angelino Alfano lo scorso 17 luglio, le questioni che riguardano la regola dell’operazione Sophia, così come quella della missione Triton gestita dall’agenzia europea Frontex, in base alla quale tutte le persone
salvate in mare sono portate in Italia
. «In via prioritaria - ha spiegato l'Alto
rappresentante per la politica estera Federica Mogherini - inizieremo nei prossimi giorni la revisione del piano operativo per includere nuovi compiti». Tra questi il rafforzamento della «responsabilità condivisa tra gli Stati membri».

Juncker a Gentiloni: task force Ue per aiuti
Il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, in una lettera inviata al premier Paolo Gentiloni, ha annunciato inoltre che «per assicurare una comunicazione costante tra Italia e Commissione Ue nell'estate» e «una rapida risposta operativa» sul fenomeno dei flussi migratori è stata decisa la nascita di un «gruppo di contatto permanente». In particolare Bruxelles è pronta a «mobilitare fondi di emergenza fino a 100 milioni di euro per misure necessarie ad attuare la legge Minniti, ed in particolare ad accelerare il processo di asilo e di rimpatrio», con l’impiego di 500 esperti dalle Guardie di frontiera Ue e fondi aggiuntivi per coprire i costi di nuove operazioni.

Libia pronta dichiarare area ricerca e salvataggio
Il tutto mentre filtra la notizia che la Libia è pronta a dichiarare la propria 'area di ricerca e salvataggio' (Sar) e lavora con l’Italia per capire fino a che punto sarà in grado di presidiarla. Un dato che emerge all’indomani dell'incontro dei ministri dell'Interno di Algeria, Austria, Francia, Germania, Italia, Libia, Mali, Malta, Niger, Slovenia, Svizzera, Ciad, e Tunisia, a Tunisi. Solo ieri, spiegano fonti europee, 3000 migranti sono stati salvati dalla Guardia costiera libica e riportati nel Paese, ed è stata bloccata la partenza di altri 11mila. Domani il premier libico Fayez al-Sarraj, che ha siglato un accordo oggi a Parigi (sponsorizzato dal presidente francese Emmanuel Macron) con il comandante dell'Esercito nazionale libico Khalifa Haftar, per il cessate il fuoco ed elezioni la prossima primavera, sarà a Roma dove incontrerà il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Soccorso gommone, a bordo 11 morti
Intanto crescono le vittime nel Canale di Sicilia. I corpi di 11 migranti sono stati trovati su un gommone, carico di uomini donne e bambini, durante una delle due operazioni di salvataggio coordinate dalla centrale operativa della Guardia Costiera che si sono concluse davanti alla Libia. Sul gommone c'erano altri 167 migranti che sono stati recuperati dall'equipaggio della nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms. Un'altra novantina di migranti erano invece a bordo di una piccola imbarcazione, soccorsa dalla nave di Save the Children.

Sbarchi 2017 a quota 93.417, +5,7% rispetto a 2016
Le cifre del Viminale mostrano un rallentamento della crescita degli sbarchi. I dati aggiornati al 25 luglio (dall'inizio dell'anno) parlano di 93.417 migranti sbarcati nei porti italiani, con una crescita “solo” del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno 2016. Nelle scorse settimane il confronto evidenziava una crescita dell’11-12%. A incidere è la flessione degli arrivi questo mese: 9.396 rispetto ai 23.552 dell’intero mese di luglio 2016. Il trend in calo si spiega con il fatto che si è registrato un aumento degli interventi di soccorso della Guardia costiera libica che ha riportato a terra migliaia di persone evitando l’approdo in Italia. Sono sempre i nigeriani in testa tra le nazionalità degli sbarcati (15.969, il 17% del totale), seguiti dai bengalesi (8.483) e guineani (8.440). È la Lombardia ad ospitare la quota maggiori di migranti (13%), seguita da Lazio e Campania (9%).

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