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Londra 2017, l’atletica mondiale saluta il «lampo» Bolt

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passo d’addio

Londra 2017, l’atletica mondiale saluta il «lampo» Bolt

(Afp)
(Afp)

2034 atleti, a rappresentare oltre 200 Paesi. Ma tutti gli occhi saranno per uno solo, per il re, o meglio, il lampo, colui che ha riscritto le leggi della fisica e dello sprint a colpi di record e ori, certo, manche di show e di sorrisi, dando l'impronta all'atletica leggera di inizio terzo millennio. Londra abbraccia la 16esima edizione dei Mondiali della regina dello sport, ma soprattutto saluta Usain Bolt, al passo d'addio in quello stadio che ne ha visto, non più di 5 anni fa, alcune fra le più luminose prodezze.

«Ripensamenti? No, non torno indietro. Come sarà, fra una decina di giorni, il mio primo giorno senza atletica? Dormirò, mi rilasserò e mangerò finalmente cose molto poco sane!», ha confessato il giamaicano, con un sorriso tanto largo da nascondere quel filo di umana malinconia che anche i miti provano, quando chiudono un capitolo della loro esistenza ultraterrena.

Una saetta da sabato a sabato – Se però ha deciso di scendere in pista, Bolt lo farà comunque senza indulgere a sentimentalismi, e con l'obiettivo di sempre: vincere. Solo sui 100 e nella staffetta 4x100, però. Troppo duro preparare anche i 200 in un anno interpretato fin dall'inizio come un world tour di saluto; troppo rischioso sfidare sulla doppia distanza quel Van Niekerk che punta al doppio oro (con record, perché no…) su 200 e 400 (primato che già detiene, stabilito a Londra2012 in 43”03!!) e che proprio a Kingston, nel giorno dell'addio di Bolt alla sua Giamaica, ha a inizio stagione stampato un 19”84 da brividi. Meglio quindi concentrarsi sui 100 (dove pure gli avversari non mancano, anche se non ci sarà il canadese De Grasse, infortunatosi proprio nell'ultimo allenamento) e sulla staffetta. Insomma, il “lampo” brillerà sabato 5 agosto alle 22.45 italiane (finale dei 100), e sabato 12 nell'atto conclusivo della staffetta. Prima, durante e dopo, sarà show interplanetario.

Riecco i russi – Se il quadro geopolitico internazionale vede inasprirsi le tensioni intorno al Cremlino e al suo zar Putin, sul piano sportivo Londra'17 sarà invece l'occasione di un primo parziale disgelo delle relazioni con Mosca, dopo la bufera doping che estromise gli atleti russi dai Giochi di Rio della scorsa estate. Stavolta una rappresentanza ci sarà, sotto la sigla ANA (Authorised Neutral Athlete), a indicare un contingente di fatto sdoganato dalla Iaaf, la Federatletica internazionale. Presenze quindi non banali, anche sotto il profilo tecnico: basti pensare a Maria Kuchina, regina del salto in alto fresca di un fenomenale 2,06 (lo scorso 6 luglio a Losanna), ad appena 3 centimetri dal 2,09 che la grande bulgara Kostadinova mise a segno proprio 30 anni fa a Roma'87, seconda edizione dei Mondiali dopo quelli di Helsinki, di 4 anni prima.

Fenomeni – Con l'Italia (di cui a breve parleremo) relegata in un ruolo marginale, Londra celebrerà una generazione di fenomeni stanno riscrivendo la storia dell'atletica contemporanea: dal ritorno dell'australiana Pearson sui 110hs, ai tedeschi Rohler e Vetter nel giavellotto, al leggendario Mo Farah su 5mila e 10mila (anche lui all'addio alla pista, per poi dedicarsi alla maratona), al lunghista Manyonga, al primatista mondiale dell'asta (m6,16), il francese Lavillenie, cui in quattro edizioni è sempre sfuggito proprio l'alloro iridato.

Le (poche) speranze azzurre – Una medaglia a Mosca 2013 (l'argento di Valeria Straneo,stavolta assente, nella maratona), zero a Pechino2015, zero a Rio2016: davvero povero il bilancio azzurro nelle ultime rassegne globali, pur condizionate da infortuni eccellenti,, a partire da quello che mise fuori gioco ‘Gimbo' Tamberi in vista dei Giochi brasiliani. Stavolta il saltatore in alto campione mondiale indoor ed europeo 2016 ci sarà, ma seppur in crescendo di condizione è lecito sì sperare nel, ma non chiedergli, il miracolo.

Altra prospettiva di medaglia arriva dalla Palmisano nella 20km di marcia. Per il resto, tra i 36 azzurri (18 uomini e altrettante donne), occhio ai tanti giovani, a partire dai medagliati ai recenti Europei Under23 di Grosseto: guidati dal velocista Filippo Tortu, milanese classe '98 che al Golden Gala di Roma ha segnato in 20”34 la 4° prestazione italiana all-time, proveranno a prendersi già a Londra un pezzetto del futuro che li aspetta.

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