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Dal numero chiuso alle leggi speciali, le soluzioni dei partiti per…

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tra accoglienza e lotta alla tratta

Dal numero chiuso alle leggi speciali, le soluzioni dei partiti per l’emergenza migranti

«Aiutiamoli a casa loro» e «serve il numero chiuso». La ricetta del premier Pd Matteo Renzi per mettere un freno all'emergenza migranti assomiglia molto agli slogan della Lega Nord. Da luglio, con un occhio alla elezioni politiche del 2018 e alla concorrenza del M5S per conquistare l'elettorato l'ex premier ha deciso di “integrare” la linea ufficiale del partito –recupero e soccorso in mare dei migranti in fuga dall'Africa, politiche di accoglienza diffusa, accordi bilaterali con i paesi di origine per i rimpatri, pressing sui partner Ue per attuare gli accordi di ricollocazione – con nuove priorità dai contorni ancora incerti. Nel tour estivo per promuovere il suo libro “Avanti” il segretario è tornato più volte sul tema, cercando di distinguere la nuova linea da quella del centrodestra e dei pentastellati. Sull'aiuto nei paesi di origine, per esempio, ha ricordato che «la destra l'ha detto ma non l'ha fatto». «Aiutarli a casa loro - ha quindi chiarito - significa scegliere paese per paese e avere una strategia e questo vale per l'Europa. Il punto chiave è che l'Europa deve agire in Africa».

Ong, la stretta del Viminale e lo scontro interno al Governo
Un altro pilastro della svolta dem è rappresentato dalla missione della Marina Militare per aiutare la Libia nel processo di stabilizzazione e soprattutto dalle iniziative del ministro dell'Interno Marco Minniti per imporre un Codice di condotta alle Ong che operano nel Mediterraneo. Su questo fronte però il Pd è diviso, e il governo ha sfiorato la crisi dopo le minacce di dimissioni del ministro per gli attacchi e le critiche provenienti dallo stesso esecutivo e dai dem. Per in Viminale, chi non ha firmato il Codice di condotta è fuori dai soccorsi “ufficiali” e, dunque, non può portare i migranti nei porti italiani. Una linea che viene disattesa se, come è accaduto sabato scorso con Msf, la Guardia Costiera chiede l'intervento, raggiunge in mare le navi delle Ong non firmatarie e poi prende a bordo i migranti soccorsi. Ed è qui che è nato il problema con il ministro Graziano Delrio. Al ministero delle Infrastrutture, da cui dipende la Guardia Costiera, ribadiscono però che ci si è sempre attenuti alle norme internazionali e che lo stesso Codice prevede la possibilità di trasbordo «in caso di richiesta» del centro di Coordinamento della Guardia Costiera. Un corto circuito politico e istituzionale, che ieri ha indotto il presidente della Repubblica a “blindare” Minniti sottolineando il «valore del Codice di condotta per le Ong».

M5S: contro tratta a militari stessi poteri della Polizia giudiziaria
In casa dei Cinque Stelle, nelle ultime settimane impegnati soprattutto nella campagna elettorale per le elezioni regionali in Sicilia, in prima linea nell'accoglienza dei migranti, l'emergenza sbarchi è al centro dell'agenda estiva. Sul punto, la proposta politica pentastellata sintetizzata dal vice presidente della Camera Luigi Di Maio da prende spunto dallo scontro interno al Governo sulla gestione dei soccorsi in mare per sposare, di fatto, la linea Minniti: «Su tutte le navi delle organizzazioni non governative devono esserci poliziotti a bordo, chi non accetta la Polizia Giudiziaria a bordo non potrà più utilizzare i nostri porti». Per sciogliere il nodo dei rapporti tra scafisti, migranti, e Ong, il M5S punta invece su una proposta di legge più articolata del deputato Alfonso Bonafede che prevede l'estensione ed il riconoscimento in favore degli ufficiali e sottufficiali imbarcati sulle navi militari e della Guardia costiera degli stessi poteri e strumenti in capo alla Polizia giudiziaria. In questo modo i militari «coordinati e diretti dalle varie Procure», potranno «prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori», favorendo «l'applicazione della legge penale». E proprio sulla proposta M5S Di Maio ha lanciato ieri la sfida a Minniti: «Superi i propri pregiudizi politici, mostri senso di responsabilità e prenda subito in visione la nostra legge».

Il Carroccio punta alle leggi speciali per fermare l'invasione
Nella storia della Lega Nord, il contenimento della presenza degli stranieri presenti in Italia è da sempre un punto fermo, rafforzato negli ultimi anni dall'emergenza migranti e dalla presunta “invasione” di rifugiati arrivati sul nostro territorio con i “viaggi della speranza” nel Mediterraneo. La ricetta base per governare il problema dei migranti prevede quindi l'introduzione di una serie di leggi speciali. Si va dalle norme per escludere gli stranieri dall'applicazione delle norme sulla privacy per rafforzare il monitoraggio sulle loro attività all'espulsione immediata senza possibilità di ricorso con processo speciale da svolgersi in 24 ore per il richiedente asilo che commette reati. In questi casi prevista anche la requisizione dei beni per saldare spese processuali e di rimpatrio. A fronte degli attacchi terroristici che hanno insanguinato l'Europa, la Lega chiede anche il blocco totale all'ingresso degli islamici in Italia e lo sto alle nuove concessioni per la costruzione di moschee. Più in generale, il Carroccio registra positivamente l'apparente cambio di rotta renziano sul fronte dei migranti, rivendicando la primogenitura di slogan come «aiutiamoli a casa loro».

L'”assenso critico” di Forza Italia alla linea dura di Minniti
Da tempo Forza Italia chiede un impegno anche militare dell'Italia nella lotta al traffico di esseri umani che si sta svolgendo nel Mediterraneo. Questo spiega l'”assenso critico” di Berlusconi alla risoluzione parlamentare sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali per far fronte agli sbarchi di migranti. Come è noto, dal punto di vista logistico, la missione prevede l'invio di una nave logistica e di un pattugliatore a supporto della Guardia costiera libica, in accordo con le autorità di Tripoli. I militari impegnati potranno invece usare la forza «in modo limitato, graduale e proporzionale». Il successo della missione, e quindi della risposta italiana all'emergenza migranti, ha chiarito Forza Italia, dipenderà però dalla sua capacità di bloccare le partenze dalla Libia, e soprattutto dall'immediato ritorno e sbarco sulle coste libiche dei barconi intercettati. Il sostegno di Forza Italia - per «senso di responsabilità» - riguarda anche la stretta di Minniti sul ruolo delle Ong nei soccorsi in mare, ma non mancano le critiche sulle organizzazioni non firmatarie del Codice di condotta e sulle divisioni interne al Governo. Per le politiche di accoglienza, la proposta politica di Forza Italia prevede invece la creazione di un'Agenzia nazionale partecipata da tutti i Comuni coinvolti come soci con una quota simbolica di un euro. Tra i suoi compiti, favorire il dialogo tra sindaci e istituzioni, decidere la distribuzione sul territorio dei migranti, gestire le gare per le strutture di accoglienza e promuovere i lavori sociali dei migranti.

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