In campo di soddisfazioni se n’è tolte parecchie: sei titoli Nba, uno Ncaa, per cinque volte miglior giocatore della stagione, due ori olimpici, una sfilza di record lunga così. E anche al di fuori del campo: con un patrimonio personale stimato in 1,7 miliardi di dollari è semplicemente lo sportivo più ricco di sempre. Ma i soldi e le vittorie non gli hanno fatto certo perdere la voglia di andare a canestro con nuove «imprese». Michael Jordan, storica guardia dei Chicago Bulls anni Ottanta e Novanta, oggi presidente e azionista di riferimento degli Charlotte Hornets, ha partecipato all’aumento di capitale da 20 milioni di dollari di Gigster, startup nata tre anni fa in orbita gig economy per mettere in contatto sviluppatori freelance e aziende. La raccolta legata a Gigster, fino a oggi, ha raggiunto quota 32,5 milioni di dollari.
L’ultimo round è stato guidato dal fondo californiano Redpoint Ventures. Jordan fa parte dell’esclusivissima elite di ex atleti statunitensi particolarmente attenti alle opportunità di business offerte dalle nuove tecnologie, in particolare nella Silicon Valley. In passato ha investito anche in Sportradar, società di analisi dati con quartier generale in Svizzera che elabora statistiche sportive per i giganti delle scommesse. E già da giocatore gestiva sé stesso come un brand: si pensi alle partnership con Nike per la nascita della linea Air Jordan, in pratica il primo caso di endorsement modernamente inteso di uno sportivo per un prodotto di consumo, e con Warner Bros per la realizzazione del film Space Jam (1996), in cui il Nostro gareggiava con le superstar dei cartoon degli «Scudi» Bugs Bunny e Gatto Silvestro. Stavolta «Air», con la reputazione di campionissimo che si ritrova, potrebbe mandare a canestro Gigster che da mesi prova senza successo a portare società sportive nel proprio portafoglio clienti. Se Jordan non commenta, il ceo e co-fondatore di Gigster Roger Dickey si spella le mani dagli applausi: «È uno cui ho sempre guardato con ammirazione», dice a proposito di Jordan. Meglio ancora, sullo stesso argomento, seppe dire il grande Larry Bird, guardandolo schiacciare: «Penso sia semplicemente Dio travestito da Michael Jordan».
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