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Corridoi umanitari per i profughi, in Italia arrivati 900 siriani

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le alternative legali agli sbarchi

Corridoi umanitari per i profughi, in Italia arrivati 900 siriani

Si chiamano “corridoi umanitari”. E sono una alternativa legale e sicura ai viaggi sui barconi. Duplice il vantaggio: impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre; concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità” un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo.

Mille profughi siriani in due anni dal Libano
Attraverso questo canale attivato da Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei) e Tavola Valdese, grazie a un protocollo firmato con i ministeri degli Esteri e dell'Interno, sono arrivati dal Libano in Italia, a partire dal febbraio 2016, 900 profughi, nella quasi totalità siriani (una quindicina gli iracheni), con volo Beirut-Roma. Gli ultimi 35 sono atterrati a Fiumicino il 29 agosto. Il progetto prevede l'ingresso di mille persone. L'ultimo “contingente” (l'undicesimo) arriverà a fine ottobre. «Ma visti i riscontri positivi chiederemo un prolungamento del protocollo alle autorità competenti» ha annunciato Daniela Pompei, responsabile dei servizi ai migranti della Comunità di Sant'Egidio.

Il protocollo con l’Etiopia
Un secondo protocollo è stato già firmato. E vede questa volta la Comunità di Sant'Egidio affiancata da Conferenza episcopale italiana (Cei), Caritas e Migrantes. Ad essere ospitati saranno 500 profughi eritrei, somali e sudanesi che vivono in Etiopia. «I primi (circa 70-80) dovrebbero atterrare a Fiumicino tra fine ottobre e inizio novembre» racconta Pompei.

Come funzionano i corridoi
I corridoi sono finanziati totalmente dalle associazioni che li hanno promossi. Come funzionano? Le associazioni inviano sul posto dei volontari, che prendono contatti diretti con i profughi nei paesi interessati dal progetto, predispongono una lista di potenziali beneficiari da trasmettere alle autorità locali e alle autorità consolari italiane, che dopo il controllo da parte del Ministero dell’Interno, rilasciano dei visti umanitari con “Validità Territoriale Limitata”, validi dunque solo per l’Italia. Una volta in Italia presenteranno la domanda di asilo.

L’accoglienza in Italia
I profughi sono accolti per un anno in strutture o appartamenti, a spese delle associazioni coinvolte nel progetto, che curano anche la fase dell’integrazione, con corsi di lingua italiana e corsi di formazione. «Nella maggioranza dei casi - spiega Pompei - si tratta di interi nuclei familiari. I bambini frequentano la scuola. I genitori imparano la lingua italiana e cercano un lavoro. L’obiettivo è rendere queste persone autonome al più presto». E non mancano i casi di integrazione riuscita. «Un uomo siriano, che in patria faceva l'orefice - continua la responsabile di Sant’Egidio - ha potuto frequentare un corso di formazione grazie alla Caritas locale e ora ha trovato un impiego». Sant'Egidio conta su una rete di parrocchie, associazioni e privati alla quale si appoggia. I casi sono molteplici. «A Ischia ci ha contattato la diocesi - conclude Pompei - a Livorno un gruppo di 15 avvocati si è autotassato con 100 euro al mese è ha pagato l'affitto per un anno a una famiglia siriana».

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