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A Roma mancano all’appello 780 posti per i rifugiati

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deficit di accoglienza

A Roma mancano all’appello 780 posti per i rifugiati

(Ansa)
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Sono molti i temi sollevati in un recente post su Facebook dalla sindaca di Roma sull’emergenza abitativa a Roma. Temi che sono stati sicuramente affrontati nell’incontro di oggi al Viminale con il ministro dell’Interno Marco Minniti. Tra le richieste della Raggi al governo, misure per disincentivare il fenomeno degli immobili sfitti o invenduti, che la sindaca ha quantificato a Roma in «circa 200mila case vuote»; la richiesta di assegnare alle amministrazioni locali caserme e forti con «relative risorse per riqualificarli, renderli disponibili» e «darli alle famiglie» in difficoltà. Sul tema delle politiche migratorie, invece Raggi ha lamentato che «non esiste un piano nazionale di inclusione dei migranti successivamente all'uscita dal circuito Sprar che, di fatto, sono abbandonati a carico dei Comuni».

A Roma mancano 780 posti per richiedenti asilo
Ma proprio sul circuito Sprar, ossia il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati gestito dagli enti locali e finanziato dal Viminale, Roma capitale risulta inadempiente. Ospita infatti il 30% in meno dei migranti e rifugiati previsti nei centri finanziati dal Ministero dell'Interno con oltre 84 milioni di euro (che non gravano perciò sulle casse comunali). Dei 2.774 posti per i quali la Capitale si era proposta ne sono stati affidati 1.988 per procedura pubblica.

La conferma del Campidoglio
La denuncia è stata sollevata dall’associazione 'In Migrazione”, ma anche dal Campidoglio confermano. L’assessore al Sociale Laura Baldassarre ha precisato che «si registrano 780 posti in meno rispetto ai 2768 confermati da Roma Capitale». La diminuzione dei posti, ha spiegato «è dovuta soprattutto alla carenza di strutture munite dei requisiti richiesti e al fatto che ci sono state alcune rinunce in extremis. Siamo già intervenuti per decongestionare alcune aree della città, che presentavano da anni un'elevatissima densità in termini di accoglienza». Sta di fatto che non si sa se e quando sarà pubblicato un nuovo bando o una manifestazione di interesse per recuperare i 780 posti d'accoglienza persi. «Quella del Campidoglio - commenta Marco Omizzolo, responsabile scientifico di 'In Migrazione' - è un’ammissione di responsabilità. Siamo di fronte a circa 800 richiedenti asilo che avevano diritto ad alloggio e servizi, e sono costretti a dormono nelle strade e nelle piazze e nei parchi in una situazione insostenibile». Stime approssimative parlano di 300-500 persone al giorno che 'passano' nella Capitale e che non rientrano in nessuna assistenza istituzionale. E di circa 3mila i rifugiati che vivono da anni in alcuni edifici occupati.

Il monopolio dell’accoglienza
Un’altra criticità, secondo la denuncia di Omizzolo, sta nel fatto che «resiste a Roma un sistema di monopolio nell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, malgrado i proclami di discontinuità della nuova amministrazione comunale». A detta dell’associazione, in base ai dati ricavati dai capitolati d’appalto, «quasi il 70% dei posti di accoglienza Sprar di Roma Capitale sono stati affidati alla Cooperativa Tre Fontane, collegata alla Cascina e alla Domus Caritatis, (che si aggiudica 1.069 posti, il 54% del totale) e alla cooperativa Eriches 29 (che si aggiudica 279 posti, il 14% del totale)». Quest’ultima, in particolare è una delle cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi, principale imputato, insieme con Massimo Carminati, del processo alla cosiddetta Mafia Capitale. Sono state così ancora «premiate le grandi concentrazioni in pochi centri di accoglienza favorendo i soliti noti, ossia le cooperative più forti», conclude Omizzolo.

Il circuito Sprar
I centri Sprar nell’area romana sono 46. Secondo dati della Prefettura di Roma, al giugno scorso erano 8.600 i migranti ospiti di strutture: 5.581 assistiti in centri gestiti direttamente dalla Prefettura, come Cara e Cie, e 3.028 in strutture gestite dal Campidoglio e dagli altri comuni della Provincia nell’ambito del circuito del Servizio Centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il piano messo a punto a dicembre dalla Prefettura di Roma, prevede di accogliere 8.074 richiedenti asilo a Roma e Provincia per un costo di oltre 103 milioni di euro per l'amministrazione. Il circuito Sprar è considerato un modello virtuoso, perché prevede corsi di lingua e formazione. Ma in questi centri la permanenza è possibile di norma per un anno. Chi esce dal sistema di protezione comunale e ottiene il permesso di soggiorno per asilo politico o protezione sussidiaria spesso non riesce a trovare un alloggio o un impiego.




La quota dei migranti, stabilita dal Ministero dell'Interno
su base regionale, e' per il Lazio pari al 9%, e sul territorio
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