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Sbarchi, si accentua il calo: -18%. Ong Moas sospende…

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minniti in algeria

Sbarchi, si accentua il calo: -18%. Ong Moas sospende soccorsi: «Troppe incertezze»

(Ansa)
(Ansa)

Continua e si accentua il calo dei flussi migratori dalla Libia. Un calo iniziato a luglio, impennatosi ad agosto e in proseguimento a settembre. Gli ultimi dati del Viminale aggiornati al 4 settembre (99.846 arrivi) segnano una flessione del 17,7% dall’inizio dell’anno rispetto al corrispondente periodo del 2016 (121.385) . Gli sbarchi registrati ad agosto sono stati 3.914 (il dato mensile più basso dell’anno) rispetto allo stesso mese del 2016, con un calo dell’81,6%. Mentre a luglio la flessione era stata del 51,3%. Numeri in flessione anche nei primi tre giorni di settembre (719 sbarchi a fronte dei 5.423 dello stesso periodo del 2016). l maggiore flusso resta quello della Nigeria (16.671).

Le ragioni del calo degli sbarchi
Il calo senza precedenti degli sbarchi, è ascrivibile, secondo il Viminale, al confronto avviato con la Libia, sia con il governo presidenziale di Fayez Al-Serraj sia con i sindaci del Fezzan (il Sud del Paese), ricevuti il 26 agosto dal ministro Marco Minniti al ministero dell’Interno. Negli ultimi giorni, la Marina militare libica ha intercettato e riportato a terra centinaia di migranti che tentavano di attraversare il Mediterraneo.

Moas sospende soccorsi Mediterraneo
Intanto anche l’Ong Moas ha deciso di sospendere le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Una iniziativa analoga era stata presa nelle scorse settimane da Medici senza frontiere, Sea Eye e Save the children dopo le decisioni della Marina libica di controllare le acque internazionali. Per Moas, che aveva firmato il Codice di condotta voluto dal Viminale, «non è chiaro cosa succeda in Libia ai danni delle persone più vulnerabili i cui diritti andrebbero salvaguardati in ottemperanza al diritto internazionale e per difendere il principio di umanità. Non vogliamo - ha aggiunto - diventare parte di un meccanismo in cui, mentre si fa assistenza e soccorso in mare, non ci sia la garanzia di accoglienza in porti e luoghi sicuri».

Pochi giorni fa, il 28 agosto, la Vos Hestia di Save the Children ha ripreso a
navigare. Nelle settimane scorse la Iuventa della ong tedesca Jugend Rettet è stata sequestrata per ordine dei pm di Trapani (il reato contestato è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina). Restano in mare solo i mezzi di Sos Méditerranée, Sea Watch e Proactiva Open Arms, oltre alla Vos Hestia.

La nuova rotta dall’Algeria alla Sardegna
Mentre la rotta che dalla Libia porta in Sicilia è sempre meno trafficata, si intensificano i flussi dall’Algeria verso la Sardegna. Sono circa 800 i migranti arrivati da gennaio nell’isola, un trend che si appresta a confermare e superare i 1106 dello scorso anno. La questione degli sbarchi diretti dall'Algeria sulle coste del sud Sardegna è il punto centrale della lettera che il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha inviato al ministro dell'Interno Marco Minniti.

Minniti in Algeria: alleanza strategica tra i due Paesi
Non a caso Minniti, oggi è in visita ad Algeri, dove ha incontrato il ministro dell’Interno, Noureddine Bedoui, il ministro degli Esteri Abdelkader Messahel
e il primo ministro algerino Ahmed Ouyahia. «Abbiamo deciso - ha riferito Minniti - di implementare ulteriormente il rapporto di cooperazione tra i nostri due Paesi che deriva da un accordo firmato dai ministri dell'Interno nel 2009. E nei prossimi giorni sarà qui ad Algeri un ufficiale di collegamento del Dipartimento di Pubblica Sicurezza italiano per rafforzare il rapporto di collaborazione sul terreno della sicurezza e del contrasto al terrorismo». È stato deciso, inoltre, di lavorare a un nuovo accordo sul terreno della sicurezza tra Italia e Algeria che potrebbe essere firmato nel prossimo mese di ottobre a Roma. Il nuovo accordo punta a rafforzare ulteriormente la cooperazione contro il traffico di esseri umani e la cooperazione strategica e politica per la Libia.

La Farnesina: il governo italiano non tratta con i trafficanti
Nei giorni scorsi la Farnesina ha smentito seccamente («il governo italiano non tratta con i trafficanti») la tesi dell'Associated Press secondo cui il calo degli sbarchi in Italia non è dovuto solo agli accordi con il governo presidenziale libico di Al-Sarraj, ma anche a un'intesa con due potenti milizie di Sabrata (Brigata Al-Ammu e Brigata 48), cittadina non lontana da Tripoli che negli ultimi mesi è diventata il principale punto di partenza dei barconi.

Secondo le fonti dell'Ap, sarebbero stati funzionari e 007 italiani a trattare direttamente con i capi delle milizie, ottenendo collaborazione in cambio di aiuti. Una versione confermata dal portavoce di Al-Ammu, Bashir Ibrahim, che però ha sostenuto che la sua milizia farebbe capo al ministero della Difesa del governo di Al-Sarraj e l'altra al ministero dell'Interno. Una circostanza non chiarita ufficialmente da Tripoli, che però cambierebbe le carte. «L'integrazione ufficiale delle due milizie nelle forze di sicurezza di Sarraj - sottolinea la stessa Ap - permetterebbe all'Italia di lavorare con queste forze, non più considerate milizie o trafficanti, ma parte del governo riconosciuto».

L’orrore dei campi di detenzione libici
Il calo degli sbarchi dalla Libia ha però un altro lato della medaglia. L'orrore dei campi di detenzione, che il viceministro agli Esteri Mario Giro ha paragonato all’inferno, dove vengono portati gli «irregolari». Tra Tripoli, il Nord-Ovest del Paese e Sebha ne esistono 34 (noti) con una capienza totale di 8 mila persone e sono ufficialmente sotto il controllo dell'autorità per la lotta all'immigrazione clandestina (Directorate for combating illegal migration). L'Alto commissario Onu per i Rifugiati Filippo Grandi, all'indomani della sua visita ad alcuni centri di detenzione libici ha dichiarato: «Sono rimasto scioccato dalle condizioni in cui sono detenuti migranti e rifugiati», spiegando di aver visto persone dormire le une sulle altre.

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