A meno di due mesi dalle elezioni regionali in Sicilia e a sette mesi (più o meno) dalle elezioni politiche, siamo già in campagna elettorale. Con scontro aperto nel centrodestra per la leadership tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. «Nei prossimi mesi ci attende una battaglia durissima, decisiva per il futuro del centro-destra e del paese. FI ha il compito di guidarla, per tornare a governare, nel solco delle idee del Ppe, con i nostri programmi liberali fondati sui nostri valori cristiani» ha affermato il presidente di Forza Italia in un messaggio inviato per l'inaugurazione della nuova sede regionale di Forza Italia in Emilia Romagna. Parole che non hanno fatto piacere a Matteo Salvini, che già nei giorni scorsi aveva attaccato il Ppe «schiavo della Merkel», e Giorgia Meloni.
Martedì mattina ci sarà un decisivo incontro tra i capigruppo sulla legge elettorale. Fi insiste sul proporzionale, che lascia più margini di manovra dopo le elezioni, mentre Lega e Fdi hanno rilanciato il maggioritario che favorisce la formazione di una coalizione prima delle urne.
Berlusconi: guardiamo a Ue, orgogliosi di essere in Ppe
Berlusconi ha ribadito il suo avvertimento in un altro messaggio (questa volta per la Festa dell'Opinione, in corso a Marina di Pietrasanta) nel quale ha rivendicato di appartenere a «un centrodestra che guarda all'Europa, sapendo che è importante farne parte, in modo autorevole, anche per riuscire a cambiare un modello che ha fallito molti dei suoi compiti». E ha aggiunto, rimarcando la distanza dalla Lega di Salvini: «Per questo siamo orgogliosamente parte della grande famiglia dei Popolari Europeo». Poi ha rincarato la dose. Dopo aver illustrato il programma “liberale” di Fi, ha detto: “E' con queste idee e con questo programma che il centrodestra può vincere le elezioni, ma soprattutto può governare l'Italia per cinque anni ed affrontare
davvero in modo serio e credibile i problemi degli italiani». Insomma con il radicalismo sovranista non si vince e soprattutto non si governa.
Salvini: Lega prima forza, trattiamo da pari
Pronta la replica di Salvini: «Non vedo l'ora che gli italiani vadano a votare perché saranno loro a decidere chi farà il presidente del consiglio e quale
sarà il programma. Dopo Monti, Letta, Renzi, Gentiloni finalmente arriverà qualcuno che avrà gli italiani come prima preoccupazione», ha detto il leader del Carroccio. E ha aggiunto: «Sicuramente per la prima volta la Lega tratta da pari a pari, anzi secondo i sondaggi tratta da prima forza. Girando per l'Italia sento che le idee della Lega sono sempre più condivise».
Berlusconi: rinnoviamoci e apriamo a società civile
Berlusconi punta nel contempo su un rinnovamento profondo del partito per renderlo più competitivo, in grado di raccogliere maggiori consensi della Lega ed esprimere perciò, in caso di vittoria del centrodestra, il candidato premier. «Occorre rinnovare prima di tutto noi stessi, ma anche aprirci coinvolgendo chi si è distinto nella professione, nel lavoro, nell'impresa, nella cultura, nel volontariato» ha scritto Berlusconi, per il quale «la nostra casa che oggi viene inaugurata dev'essere una casa aperta ed ospitale, deve vivere di un rapporto organico e continuo con le forze più vive della società civile».
«Pd ha fallito, M5s inconsistente»
Duro il giudizio sugli avversari politici. «Dopo quattro governi consecutivi non
scelti dagli italiani, i cittadini hanno finalmente la possibilità di scegliere da chi essere governati. Io sono convinto che sceglieranno noi, di fronte al fallimento del Pd, e all'inconsistenza dell'alternativa proposta dal Movimento Cinque
Stelle» ha concluso il leader di Forza Italia sottolineando l'obiettivo di «parlare ai tanti cittadini che - disgustati dalla politica - non vanno più a votare. Sono i nostri elettori naturali, sono italiani che dalla politica si aspettavano non solo la moralità del non rubare, ma anche la moralità del fare». Non hanno trovato né l'una n l'altra - è la chiosa finale - in questi anni di ritorno alla vecchia politica, mascherata da giovanilismo di facciata».
La sfida per la leadership nel centrodestra
Lo scorso 4 settembre era stato Salvini, che non ha mai nascosto la sua ambizione di fare il prossimo presidente del Consiglio, a rilanciare la sfida a Berlusconi rivolgendogli un appello a schierarsi a favore del Mattarellum e soprattutto ad accettare «primarie tra iscritti», in stile Usa, per la scelta del
candidato premier. Lo ha fatto nel giorno in cui il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, con un secco «sto bene dove sto» ha provato smentire ogni voce circa una sua corsa per la guida della coalizione di centrodestra, su investitura dello stesso Berlusconi (non candidabile, a meno di clamorosi sviluppi giudiziari dalla Corte di Strasburgo, dove resta confermata la data del 22 novembre prossimo per la prima e unica udienza presso la Grande Camera sul ricorso contro la decadenza). Per Tajani «il candidato premier naturale del centrodestra si chiama Silvio Berlusconi».
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