Lifestyle

Champions avara con i club italiani: dalla prima giornata solo 500mila euro…

  • Abbonati
  • Accedi
sport&Business - calcio

Champions avara con i club italiani: dalla prima giornata solo 500mila euro di bonus, contro i 6,5 milioni conquistati dagli inglesi

  • – di Marco Bellinazzo
Marek Hamsik (Ansa/Ap)
Marek Hamsik (Ansa/Ap)

Quando si dice “piove sul bagnato”. Il già martoriato e decadente calcio italiano ha racimolato con le sue tre rappresentanti in Champions la bellezza di 0,5 milioni. L’armata della ricca Premier che schiera 5 formazioni in questa stagione, invece, ha portato a casa grazie ai bonus Uefa legati ai risultati, 6,5 milioni. Meglio della Serie A hanno fatto, peraltro, la Spagna e la Germania che hanno 3 club capaci di incassare, rispettivamente, 4 e 2 milioni perfino la Ligue 1 francese che grazia ai soli Psg e Monaco ha accumulato 2 milioni.

C’è da augurarsi che il primo turno dei gironi resti solo un episodio negativo. La vera sfida per le tre squadre italiane impegnate nell’edizione 2017/18 della Champions League sarà infatti quella di conquistare più vittorie possibili sul campo. Se questo discorso può apparire ovvio sul piano sportivo lo è un po’ meno su quello economico. Nelle ultime tre stagioni, infatti, i club italiani ammessi ai gironi sono stati solo due a causa della puntuale eliminazione nei preliminari della terza formazione (Lazio, Napoli e Roma). Ciò ha garantito ai team superstiti la facoltà di spartirsi i circa 100 milioni del market pool tricolore, il più cospicuo in Europa dopo quello inglese. Alla Juventus, ad esempio, nella stagione 2015/16 sono andati 53 milioni e alla Roma 48. La necessità di fare risultato sul campo per rimpinguare il proprio bottino con i premi sportivi era perciò meno stringente. Quest’anno il market pool resta tale poiché siamo nell’ultimo segmento del triennio 2015/18 dei contratti tv e delle sponsorizzazioni. Ma, come detto, andrà diviso per tre. Juve e Roma quindi perderanno complessivamente per questa voce tra i 20 e i 25 milioni. Occorrerà perciò una concentrazione maggiore per portare a casa punti e passaggi di turno per compensare l’ammanco.

Nell’ultimo quinquennio il cattivo rendimento sportivo (ad esclusione della Juve capace di raggiungere per ben due volte la finale) ha fatto sì che tra le società delle grandi leghe, quelle della Serie A portassero a casa bonus tra i più bassi. Conseguire buoni risultati, peraltro, sarà utile anche per conservare il quarto posto nel ranking Uefa che dal prossimo anno assicurerà all’Italia quattro posti nei gironi della Champions senza più costringere il terzo classificato del campionato a passare dalle forche caudine del preliminare. Per il triennio 2018/21 Nyon ha già strappato aumenti sui contratti tv del 30% e darà ancora maggior peso nella distribuzione dei premi alle performance in campo.

Le squadre guidate in panchina da Massimiliano Allegri, Eusebio Di Francesco e Maurizio Sarri dovranno quindi andare soprattutto a caccia del montepremi sportivo che da solo vale 761,9 milioni (mentre il market pool ne vale 507).
Ai 32 club ammessi ai gironi in questa stagione sono garantiti 12,7 milioni a testa. Ogni partita vinta vale un bonus di 1,5 milioni e ogni pareggio 500mila euro. Chi accede agli ottavi di finale poi usufruirà di un ulteriore bonus da sei milioni, più altri 6,5 milioni per i quarti di finale e 7,5 milioni per le semifinaliste. I vincitori del torneo aggiungeranno 15,5 milioni al totale, mentre per la finalista perdente è previsto un premio da 11 milioni. Fare percorso netto, a prescindere dalla quota derivante dal market pool, per una squadra può significare mettere assieme un bottino pari a 57,2 milioni di euro. Un incentivo in più, insomma, per fare bene nella massima competizione continentale. Senza dimenticare che dalla stagione 2018/19 entreranno in vigore nuove regole nella distribuzione dei premi e negli accoppiamenti della fase ad eliminazione diretta che favoriranno maggiormente le squadre con coefficiente Uefa più alto.

© Riproduzione riservata