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Industria 4.0, si riapre la partita degli incentivi

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la cabina di regia governo-sindacati

Industria 4.0, si riapre la partita degli incentivi

I ministri Calenda,  Poletti,  Padoan e  Fedeli al convegno ''Risultati Piano Nazionale Industria 4.0''
I ministri Calenda, Poletti, Padoan e Fedeli al convegno ''Risultati Piano Nazionale Industria 4.0''

L’indicazione emersa dalla cabina di regia tra governo e parti sociali su Industria 4.0 appare molto chiara: avanti con le misure di stimolo per le imprese, ma con alcune valutazioni ancora da fare su perimetro, entità, platea dei beni agevolabili. Perché i conti della manovra evidentemente vanno ancora messi a punto e perché c’è bisogno di arrivare a un mix intelligente, ben dosato. «Le risorse sono pochissime dati i vincoli di bilancio - ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che ha partecipato alla cabina di regia - il Pil è migliorato ma non in modo tale da allentarli in modo significativo».

Ieri sarebbe emerso un improvviso dubbio dei tecnici governativi sulla proroga tal quale del superammortamento al 140% per i beni strumentali tradizionali, che invece sembrava acquisita fino a due giorni fa. Se si concretizzasse un veto del Tesoro, il superammortamento tornerebbe in bilico. Ma un’altra ipotesi potrebbe essere quella di abbassare semplicemente l’aliquota, portandola al 120-130 per cento. Più saldo nel menu della legge di bilancio appare l’iperammortamento al 250% per i beni digitali. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, presentando i dati sull’impatto positivo che le misure stanno avendo sull’economia reale nel 2017, ha comunque sottolineato l’importanza di «mantenere le misure per assecondare il ciclo».

Tra le novità, invece, nella legge di bilancio troverà spazio un credito di imposta per le attività di formazione legate a Industria 4.0, con un meccanismo che andrà a premiare fiscalmente - si pensa fino al 50% - l’incremento di spesa tra il triennio 2018-2020 e il triennio 2015-2017 (si veda l’articolo accanto).

Le imprese ora attendono i dettagli dei nuovi interventi. Per Giulio Pedrollo, vice presidente di Confindustria per la politica industriale,«dare continuità agli incentivi è un segnale importante e renderà più stabili i segnali di crescita dell’economia. Abbiamo registrato la disponibilità del Governo. Confindustria dal canto suo ha spiegato Industria 4.0 e i suoi strumenti ad oltre 10.000 aziende: ora siamo pronti a continuare la sfida».

I risultati
«Impresa 4.0» e non più solo «Industria 4.0». Parte da questo cambio di slogan la presentazione dei quattro ministri: con Calenda e Padoan anche Valeria Fedeli (Istruzione e ricerca) e Giuliano Poletti (Lavoro). Alcuni dati illustrati aiutano a capire di che cosa hanno bisogno le imprese e se gli incentivi in discussione sono realmente utili. La produzione industriale di macchinari - agevolati con superammortamento, iperammortamento e Nuova Sabatini - presenta una crescita da inizio 2016 a luglio 2017 di circa il 4%, mentre il fatturato è aumentato del 15 per cento. Esaurite le scorte, nella seconda metà del 2017 l’andamento della produzione - secondo le stime governative - si avvicinerà a quello del fatturato. E, se guardiamo all’andamento del fatturato dei macchinari, nell’ultimo anno e mezzo l’Italia batte anche la Germania.

Continuano a marciare gli ordini, in salita del 9% tra gennaio e giugno nei settori interessati dagli incentivi. Non ci sono statistiche ufficiali invece sull’attività di ricerca e sviluppo delle imprese sostenuta dal credito di imposta e dal «patent box» su brevetti e marchi. In questo caso, fa fede un’indagine effettuata da Unioncamere: 24mila imprese sulle 68mila intervistate spendono in ricerca e innovazione, di queste 11.300 in aumento con una crescita media della spesa tra il 10 e il 15% (4.500 imprese nel 2016 non avevano effettuato alcuna attività innovative). L’80% delle imprese che investono in R&S, secondo l’indagine, ha considerato gli incentivi «molto utili».

I punti deboli
Calenda non nasconde gli aspetti del piano su cui non sono stati ancora raggiunti gli obiettivi. Gli incentivi agli investimenti in capitale di rischio e in generale quelli collegati alle startup hanno raccolto sul mercato privato meno di quanto ci si aspettasse. Quanto ai «competence center», i centri di competenza che dovranno mettere in sinergia università e imprese, è in netto ritardo il decreto attuativo che potrebbe essere pubblicato solo a novembre, in extremis per non perdere i 20 milioni di finanziamento pubblico per il 2017, mentre altri 10 milioni sono previsti per il 2018.

Anche sulla banda ultralarga il lavoro rischia di rallentare. Non è un problema di risorse, secondo il ministro, che cita i 3,5 miliardi previsti per la nuova fase del piano di interventi pubblici (1,3 miliardi già deliberati dal Cipe). Il nodo, in questo caso, è relativo all’esecuzione ei lavori per la posa delle fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato: «I bandi sono stati lanciati, ma una cosa è assegnarli e una è fare delivery secondo i tempi, c’è un faro di attenzione molto molto significativo».

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