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Eurobasket, ecco perché l’edizione itinerante è stata un flop

(Afp)
(Afp)

Un flop su tutta la linea. L’Europeo di basket conclusosi la scorsa settimana con la vittoria della Slovenia non solo non ha confermato gli ottimi risultati di due anni fa, alla prima edizione nella nuova versione “itinerante”, ma ha compiuto in passo indietro in termini di affluenza tali da far sorgere dubbi sull’effettiva capacità attrattiva del sistema adottato nel 2015. Una soluzione d’emergenza che si rivelò un successo senza precedenti, dato che inizialmente il torneo doveva essere svolto interamente in Ucraina, salvo poi smistare le partite in quattro nazioni (Croazia, Francia, Germania e Lettonia) a causa del conflitto ucraino in corso ad un anno dalla prima palla a due.

Quella scelta apparentemente azzeccata, con tanto di record di pubblico sia dal vivo che in tv, adesso costringe la Fiba a porsi delle domande in vista dell'edizione del 2021. Perché i dati raccolti nell’ultimo torneo sono a dir poco allarmanti.

Eurobasket 2017 ha portato 315.737 spettatori nei palazzetti di Helsinki, Tel Aviv, Cluj e Istanbul tra fase a gironi e fase finale. Due anni fa, per la sola fase finale disputata a Lille (incluse le tre partite decisive per i piazzamenti olimpici), sono stati staccati cinquemila biglietti in più. E non solo: l’edizione del 2013 in Slovenia ha avuto un pubblico complessivo di circa 328mila spettatori, quella del 2011 in Lituania (la prima a 24 squadre) era giunta a 357mila. Dal record della prima versione in quattro Paesi, con circa 700mila spettatori in 79 partite disputate, si è arrivati adesso a cifre addirittura peggiori rispetto ai tornei con un solo organizzatore.

Numeri impietosi, a partire dalla fase a gironi: l’unico palazzetto riempito per oltre il 40% della propria capienza è quello di Helsinki, che ha avuto una media di 5930 spettatori a partita e oltre ai padroni di casa della Finlandia ha ospitato la vicina Polonia e l’Islanda con l’ormai consueto seguito di tifosi. Nonostante ciò, le partite delle altre squadre sono state un trionfo di seggiolini vuoti. Senza i finlandesi in campo, la Hartwall Arena ha avuto una percentuale di riempimento pari al 20,79%. Non sarebbe nemmeno il dato peggiore dell’Europeo, anzi, meglio ha fatto solamente Cluj che ha sfruttato il 27,69% della capienza della Polyvalent Hall nelle partite che non hanno visto protagonista la Romania. Questo però nel girone che comprendeva i campioni in carica della Spagna e la vicina Ungheria, oltre alla Croazia. Non sono bastate per portare la gente a seguire i match dal vivo, dato che sono stati staccati solo il 38,33% dei biglietti disponibili, con una media di 3565 spettatori a partita. La seconda più bassa tra i quattro gironi, perché peggio sono riuscite a fare Tel Aviv (4030 spettatori di media) e Istanbul. Il fiore all’occhiello di Eurobasket 2017, il punto di forza di un’edizione che vedeva proprio in Turchia la piazza più prestigiosa, ha chiuso con 3366 spettatori di media alla Ülker Sports Arena e addirittura meno di mille spettatori a partita nelle sfide che non vedevano coinvolti i padroni di casa (7,11% di spalti occupati). Passando al Sinan Erdem Dome per la fase finale non è andata certo meglio: 3926 spettatori a partita, solo il 24,54% di biglietti venduti includendo una finale che, almeno, ha portato 12.095 persone al palazzetto.

Due anni dopo l’esaltazione per i risultati di Eurobasket 2015, è chiaro che la formula a quattro nazioni non dia certezze di risultati a livello di pubblico. Anche perché non tutte le nazioni possono contare su un impianto come lo Stade Pierre-Mauroy di Lille, che ha giocato la sua parte nel contribuire ai vari record segnati nella penultima edizione del torneo. Le due partite di basket col maggior numero di spettatori nella storia del vecchio continente sono state la semifinale Spagna-Francia e la finale Spagna-Lituania, rispettivamente con 26.922 e 27.372 biglietti venduti. Avere a disposizione uno stadio (che per gli eventi indoor ha una capienza di 27.500 spettatori) ha sicuramente aiutato, ma l’abisso tra i numeri di Lille e quelli di Istanbul non può ridursi ad un mero fattore legato all’impiantistica. Senza contare che le location scelte per la fase a gironi hanno comunque registrato numeri superiori rispetto a quelli dell’ultimo torneo: la Park&Suites Arena di Montpellier ha avuto l’80,54% di pubblico possibile stando alla capienza dell’impianto, Berlino ha raggiunto il 55,03% e Riga il 46,5%, dato che sarebbe superiore a quello di tutti i palazzetti coinvolti nell’organizzazione di Eurobasket 2017.

Di fatto, l’effetto novità della prima edizione è già svanito, e per il 2021 non si sa ancora quale strada verrà intrapresa. La Feb si è già espressa favorevolmente sulla candidatura della Spagna per ospitare il torneo ed è al momento l’unica concorrente. Gianni Petrucci, presidente della Fip, non ha escluso un possibile passo avanti dell’Italia. Tocca alla Fiba, adesso, capire se sia il caso di mantenere vivo l’esperimento delle quattro nazioni.

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