«Abbiamo posto qualche priorità indispensabile: mai più mance elettorali, intervenire con investimenti importanti sulla salute, nuove assunzioni e più tutele». Così Giuliano Pisapia, leader di “Campo progressista”, al termine dell’incontro di circa un’ora con il premier Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi. Con Pisapia hanno partecipato all’incontro anche la capogruppo di Mdp al Senato Maria Cecilia Guerra e il capogruppo alla Camera Francesco Laforgia. «Campo Progressista e Mdp - ha aggiunto Pisapia - hanno chiesto anche nella prossima legge di bilancio un'indicazione precisa sui temi ambientali e sulla messa in
sicurezza del nostro territorio».
Pisapia: gruppi decideranno dopo aver sentito Padoan
Al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni «abbiamo posto alcune priorità per noi indispensabili per contrastare la povertà e le disuguaglianze nel nostro
Paese» si legge nella nota diffusa da Giuliano Pisapia, dove viene ribadita la necessità «che la legge di bilancio non abbia più mance elettorali come già successo troppe volte in passato. In secondo luogo - prosegue Pisapia - abbiamo chiesto che si intervenga con serietà e con investimenti importanti sul tema del diritto alla salute. Ci sono milioni e milioni di italiani che non hanno la possibilità di curarsi a causa dei superticket: bisogna intervenire su questo tema, in maniera forte e in discontinuità con il passato».
Per Pisapia, inoltre, «è fondamentale anche il tema del lavoro: ci devono essere nuove assunzioni e nuovi investimenti, ma anche tutela del lavoro e dei lavoratori. Servono delle penalità per chi, dopo aver goduto degli incentivi, licenzia le persone a tre anni dall'assunzione. Infine, trovo fondamentale che, a fronte di decine di miliardi di investimenti già previsti per i prossimi 15 anni, ci siano indicazioni precise sui temi ambientali e la messa in sicurezza del nostro territorio e delle persone. Ora attendiamo risposte, poi decideremo e ci assumeremo le nostre responsabilità» Rispondendo infatti sul voto di Mdp sul Def, Pisapia ha poi riferito che «i gruppi parlamentari decideranno dopo aver sentito domani il ministro Padoan».
Bersani: troika non la facciamo arrivare, ma si cambi
Mdp resta sul piede di guerra. Con rapporti non fluidi con Pisapia, che pure ha guidato la delegazione parlamentare a palazzo Chigi. «Noi la troika non la facciamo arrivare, ci sono varie tecniche (per non far mancare i numeri,
ndr)» ha detto Pier Luigi Bersani, a Radio Radicale, sul voto di Mdp sul Def.
«Quanto alle richieste avanzate da Giuliano Pisapia al premier Paolo Gentiloni, è ora - ha ribadito Bersani - di dar segno che qualcosa non va, bisogna correggere qualcosa, qualche regola sul mercato lavoro, abbassare i prezzi dei farmaci o il superticket e più investimenti». Oltre alle richieste sulla legge di bilancio «immagino che poi in premessa avremo detto qualcosa del tipo: pensate di aver una maggioranza sulla legge di stabilità e un'altra sulla legge elettorale?» ha aggiunto l’ex segretario dem.
Def alla prova dell’aula
Sul fronte dei conti pubblici, lo scoglio per il governo sarà doppio, soprattutto al Senato. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan dovrà integrare martedì i numeri della nota di aggiornamento del Def con maggiori dettagli della manovra, come richiesto dal presidente della commissione bilancio Giorgio Tonini (Pd). Poi il giorno successivo si passa al voto dell’aula: servirà la maggioranza assoluta per autorizzare il governo a sforare la regola del pareggio di bilancio e sui 161 voti da raggiungere al Senato pesa l’incognita dei 16 voti dei senatori Mdp. L’effetto di un voto contrario in aula sarebbe però perverso. Il governo non potrebbe sforare il deficit dei 0,5 punti concordati con Bruxelles. In pratica la manovra diventerebbe più severa.
Mdp chiede discontinuità sulla nota di aggiornamento al Def (per la quale non serve la maggioranza assoluta di 161 voti). Vuole più risorse per sanità e ambiente ma soprattutto attenzione sul fronte dei giovani e del lavoro. Per questo ha già votato contro in commissione Lavoro. Sarà un bivio ineludibile prima del varo della Legge di Bilancio vera e propria, forse nel weekend 14-15
ottobre. La manovra poi inizierà il proprio iter proprio dal Senato dove i numeri della maggioranza sono ballerini e dove, è certo, si giocheranno anche le strategie pre-elettorali di tutti i gruppi.
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