La crescita del Pil nel 2017 sarà dell’1,5%. Nel 2018 il deficit nominale italiano si attesterà all’1,6%. Con un abbattimento del debito già nel 2017 anche tenendo conto delle somme messe a disposizione del sistema bancario per affrontare le situazioni di crisi. «La crescita del Pil del 2017 è confermata all’1,5% e 1,5% è quella che secondo noi va confermata per il ’18 e il ’19», ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al termine del Cdm che ha approvato la Nota di aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza che dà il quadro dello stato di salute dell’economia italiana e disegna la cornice entro la quale preparare la legge di bilancio. Alla Nota di aggiornamento è allegata anche la Relazione al Parlamento. Il debito sarà al 131,6% quest’anno e al 129,9% rispetto al Pil nel 2018. È stato un consiglio dei ministri veloce, durato 33 minuti.
Padoan: il Paese è ad una svolta, pronti a fine Qe
«Il Paese è a una svolta e lasciamo un’eredità forte alla prossima legislatura , la fine del Qe non ci deve spaventare ma ci pone nuovi obblighi» ha chiarito Padoan in serata intervendo a Imola alla Festa dell’Unità. «Si cresce di più, il debito scende, il sistema bancario è in sicurezza. Stiamo entrando in una nuova fase. In questo quadro ci avviamo alla legge di bilancio». Il ministro conferma fermando che il sentiero resta stretto. «Le risorse per la legge di bilancio sono limitate: il sostegno all'occupazione giovanile è qualcosa che nessuno può negare debba essere affrontato. Ma su questo nelle prossime settimane daremo indicazioni più precise» ha aggiunto.
I dati della nota di aggiornamento al Def presentati ha chiarito Padoan «sono positivi e incoraggianti, ma non vengono fuori a caso, non sono il frutto di qualche magia. Questo lo voglio rivendicare con grande orgoglio per quello che
questo governo e molto anche il governo precedente hanno fatto: sono frutto di una strategia sempre precisa». Una strategia «vincente» rivendica alla Festa dell’Unità e« mi auguro possa continuare in futuro».
La fine del QE non ci deve spaventare ma avverte Padoan « ci pone nuovi obblighi. Siamo preparati? Sì, ma dobbiamo a nostra volta fare delle cose come la gestione del debito». Perché«è possibile vivere in un mondo con tassi d'interesse più alti” ma “i mercati guardano con attenzione se i Paesi continuano a fare le riforme. Il Paese deve continuare a farle e deve farlo in un contesto di
stabilità politica».
Gentiloni: legge di Bilancio non sarà depressiva
Nella conferenza stampa che ha seguito il Consiglio dei ministri il premier Gentiloni aveva riconosciuto che «l’aggiornamento del quadro economico è positivo, abbiamo numeri di crescita più alti e più stabili». Risultati «che sono stati resi possibili dalle riforme varate dal governo Renzi e che noi abbiamo proseguito ci hanno consentito una discussione con l’Ue che ha portato margini favorevoli di finanza pubblica e che ci porterà a proporre al Parlamento una legge di bilancio non depressiva, che non sarà un freno alla tendenza positiva dell’economia». «Sappiamo che il lavoro deve continuare sia sul lato controllo della spesa pubblica che per le riforme - ha aggiunto il presidente del Consiglio -. Non è il momento di sperperare o di buttare alle ortiche gli impegni profusi in questi anni ma dobbiamo prendere atto che il percorso ha dato i suoi frutti».
2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | |
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QUADRO PROGRAMMATICO | ||||||
Indebitamento netto | -2,6 | -2,5 | -2,1 | -1,6 | -0,9 | -0,2 |
Saldo primario | 1,5 | 1,5 | 1,7 | 2 | 2,6 | 3,3 |
Interessi | 4,1 | 4 | 3,8 | 3,6 | 3,5 | 3,5 |
Indebitamento netto strutturale (2) | -0,1 | -0,9 | -1,3 | -1 | -0,6 | -0,2 |
Variazione strutturale | 0,3 | -0,8 | -0,4 | 0,3 | 0,4 | 0,4 |
Debito pubblico (lordo sostegni) (3) | 131,5 | 132 | 131,6 | 130 | 127,1 | 123,9 |
Debito pubblico (netto sostegni) (3) | 128 | 128,5 | 128,2 | 126,7 | 123,9 | 120,8 |
Obiettivo per la regola del debito (4) | 122,8 | |||||
Proventi da privatizzazioni | 0,4 | 0,1 | 0,2 | 0,3 | 0,3 | 0,3 |
QUADRO TENDENZIALE | ||||||
Indebitamento netto | -2,6 | -2,5 | -2,1 | -1 | -0,3 | -0,1 |
Saldo primario | 1,5 | 1,5 | 1,7 | 2,6 | 3,3 | 3,5 |
Interessi | 4,1 | 4 | 3,8 | 3,6 | 3,5 | 3,6 |
Indebitamento netto strutturale (2) | -0,2 | -1 | -1,4 | -0,4 | 0,1 | -0,1 |
Variazione strutturale | 0,2 | -0,8 | -0,4 | 1 | 0,5 | -0,1 |
Debito pubblico (lordo sostegni) (3) | 131,5 | 132 | 131,6 | 129,9 | 127,1 | 124,3 |
Debito pubblico (netto sostegni) (3) | 128 | 128,5 | 128,2 | 126,6 | 123,9 | 121,2 |
MEMO: DEF (aprile 2017), quadro programmatico | ||||||
Indebitamento netto | -2,7 | -2,4 | -2,1 | -1,2 | -0,2 | 0 |
Saldo primario | 1,5 | 1,5 | 1,7 | 2,5 | 3,5 | 3,8 |
Interessi | 4,1 | 4 | 3,9 | 3,7 | 3,7 | 3,8 |
Indebitamento netto strutturale (2) | -0,5 | -1,2 | -1,5 | -0,7 | 0,1 | 0 |
Variazione strutturale | 0,3 | -0,7 | -0,3 | 0,8 | 0,8 | -0,1 |
Debito pubblico (lordo sostegni) (5) | 132,1 | 132,6 | 132,5 | 131 | 128,2 | 125,7 |
Debito pubblico (netto sostegni ) (5) | 128,5 | 129,1 | 129,1 | 127,7 | 125 | 122,6 |
PIL nominale tendenziale (val. assoluti x 1.000) | 1652,2 | 1680,5 | 1716,5 | 1768,7 | 1821,7 | 1876,6 |
PIL nominale programmatico (val. assoluti x 1.000) | 1652,2 | 1680,5 | 1716,5 | 1770,3 | 1830,6 | 1893,3 |
(1) Eventuali imprecisioni derivano da arrotondamenti; (2) Al netto delle una tantum e della componente ciclica; (3) Al lordo ovvero al netto delle quote di pertinenza dell'Italia dei prestiti a Stati membri dell'UEM, bilaterali o attraverso l'EFSF, e del contributo al capitale dell'ESM. A tutto il 2016 l'ammontare di tali quote è stato pari a circa 58,2 miliardi, di cui 43,9 miliardi per prestiti bilaterali e attraverso l'EFSF e 14,3 miliardi per il programma ESM (cfr. Banca d'Italia, bollettino statistico ‘Finanza pubblica: fabbisogno e debito' del 15 settembre 2017). I valori di consuntivo del 2015 e del 2016 tengono conto delle revisioni del PIL contenute nelle Tabelle allegate al comunicato stampa Istat “Conti economici nazionali del 2016” del 22 settembre 2017. Le stime considerano proventi da privatizzazioni e altri proventi finanziari pari allo 0,2 per cento nel 2017 e 0,3 per cento del PIL annuo nel periodo 2018-2020. Le stime scontano l'ipotesi di una riduzione delle giacenze di liquidità del MEF per circa 0,7 per cento del PIL nel 2017 e per oltre lo 0,1 per cento di PIL nel 2018 e nel 2019. Lo scenario dei tassi di interesse utilizzato per le stime si basa sulle previsioni implicite derivanti dai tassi forward sui titoli di Stato italiani del periodo di compilazione del presente documento; (4) Livello del rapporto debito/PIL che assicurerebbe l'osservanza della regola sulla base della dinamica prevista al 2020 (criterio forward-looking). Per ulteriori dettagli si veda il Paragrafo III.4; (5) Al lordo ovvero al netto delle quote di pertinenza dell'Italia dei prestiti a Stati membri dell'UEM, bilaterali o attraverso l'EFSF, e del contributo al capitale dell'ESM. Le stime considerano proventi da privatizzazioni e ulteriori risparmi destinati al Fondo ammortamento pari allo 0,3 per cento del PIL negli anni 2017-2020. |
Il premier: non preoccupa la fine della legislatura
«Per fortuna - ha proseguito Gentiloni - siamo in un Paese libero, ci sono le elezioni. Dobbiamo fare tutto tranne che dare un messaggio di preoccupazione, perché il Paese va alle elezioni alla sua scadenza naturale. Il nostro compito come governo è portare la legislatura ad una conclusione ordinata, con risultati di finanza pubblica finalmente incoraggianti».
Legge di Bilancio da approvare entro il 20 ottobre
L’operazione di aggiornamento del Def serve a tracciare i confini della manovra, e delle misure che potrà contenere la legge di Bilancio che va approvata entro il 20 ottobre. La bozza di budget andrà inviata alla Commissione Ue entro il 15 ottobre.
Def: manovra parte da 6 mld entrate, 2,5 tagli spesa
«Le nuove politiche per lo sviluppo e la disattivazione delle clausole 2018 saranno coperte con una manovra prossima allo 0,5 per cento del Pil, che riguarderà la spesa pubblica per 0,15 punti di Pil e le entrate per la
restante parte» specifica la Nota di aggiornamento al Def, da cui si evince dunque che la manovra 2018 parte da un minimo di 8,5 miliardi, di cui 6 miliardi di entrate e 2,55 di tagli di spesa. Per la disattivazione delle clausole il governo prevede di utilizzare anche circa 10 miliardi di margine di deficit.
Legge di bilancio: Padoan, risorse per impegni P.a. e povertà
«Nella manovra non ci sarà aumento dell'Iva - ha confermato da Imola il ministro - ci saranno poi risorse per mantenere gli impegni per la Pa e rafforzare gli strumenti di sostegno alla povertà. Dovremo valutare quanto sarà
disponibile», in sede tecnica e politica, anche per «rispettare il quadro degli accordi europei che sono importanti».
Padoan: non pecchiamo di ottimismo
«Qualcuno potrà dire che è una previsione troppo ottimistica, ma credo che sia pienamente giustificata dalle politiche che metteremo in atto. Un discreto grado di ottimismo è giustificato» ha chiarito il ministro dell’Economia confermando la discesa registrata nel 2016 dall’Istat anche nei prossimi due anni del debito pubblico: sarà al 131,6% (rispetto al Pil) quest’anno e al 129,9% rispetto al Pil nel 2018. Nella premessa alla nota di aggiornamento il ministro ha scritto che rispetto al 2013 «si stima che i contribuenti italiani pagheranno minori imposte per circa venti miliardi di euro». Il responsabile del Tesoro ha ricordato i vari interventi di taglio delle tasse, dall’Ires al bonus Irpef alla cancellazione della Tasi sulla prima casa.
Padoan, clausole Iva saranno totalmente eliminate
«Il quadro di finanza pubblica - ha aggiunto Padoan durante la conferenza stampa al termine del Cdm - sarà riempito dalla legge di bilancio, ma è un quadro che permette di dire con chiarezza che le clausole» di salvaguardia su Iva e accise «saranno totalmente eliminate, ci permette di dire che le politiche invariate saranno sostenute e che ci potranno essere margini per alcune priorità selezionate». In particolare, per la sterilizzazione degli aumenti Iva previsti per il 2018 il governo potrà contare su spazi di deficit per 6 decimi di punto, pari a poco più di 10 miliardi di euro. I sei decimi sono calcolati sulla differenza tra il deficit tendenziale a legislazione vigente (pari all’1,0%) e il deficit programmatico, quello cioè fissato come obiettivo post legge di bilancio (pari all’1,6%). Per gli ulteriori 5 miliardi di clausole andranno trovate altre coperture, così come per le misure espansive in cantiere.
Def: per sterilizzazione Iva 10 mld da maggior deficit
Dai numeri della Nota di aggiornamento al Def (Nadef) per la sterilizzazione degli aumenti Iva previsti per il 2018 il governo potrà contare su spazi di deficit per 6 decimi di punto, pari a poco più di 10 miliardi di euro. I sei decimi sono calcolati sulla differenza tra il deficit tendenziale a legislazione vigente (pari all'1,0%) e il deficit programmatico, quello cioè fissato come obiettivo post
legge di bilancio (pari all'1,6%). Per gli ulteriori 5 miliardi di clausole andranno trovate altre coperture, così come per le misure espansive in cantiere.
Def: il ministro dell’Economia: pareggio bilancio slitta a 2020
Padoan chiarito che il pareggio di bilancio sarà conseguito nel 2020, slittando di un anno rispetto a quanto previsto ad aprile. Il ministro ha detto che prima «il sentiero» del calo del deficit era «1,2%, 0,2% e 0. Adesso il sentiero è 1,6%, 0,9%
e 0,2% che tecnicamente» consente «il sostanziale» pareggio.
Def: Padoan, rottamazione-bis tra ipotesi a studio
La rottamazione-bis delle cartelle è una delle misure che «stiamo valutando in sede di analisi prodromica della legge di bilancio» ha confermato Padoan , rispondendo ad una domanda.
Rivisto target privatizzazioni
Nel 2017 la nota di aggiornamento al Def prevede una riduzione del target delle privatizzazioni che passa dallo 0,3% (circa 5 miliardi) allo 0,2% del Pil (circa 3 miliardi e mezzo). È quanto si legge nella tabella pubblicata da Palazzo Chigi nel comunicato al termine del Consiglio dei ministri. Dal 2018, e fino al 2020, il target resta fissato allo 0,3% l’anno.
La nota: slittati ma validi i piani di privatizzazione Fs-Poste
Su Poste e Fs - si legge nella nota al Def al capitolo “Privatizzazioni” - c’è stato un «temporaneo slittamento» che non ha «compromesso la validità del piano di azione». Lo slittamento è dovuto al cambio ai vertici di Poste e ai «necessari approfondimenti» sul «perimetro delle società soggette a razionalizzazione all’interno del nascente gruppo FS-Anas» e a «eventuali operazioni straordinarie di scorporo di rami di attività del Gruppo» per la cessione. «È verosimile considerare i potenziali introiti come realizzabili nei prossimi mesi», si legge ancora nella nota.
Gentiloni: stop aumento età pensionabile? Valutiamo misure mirate
Durante la conferenza stampa Gentiloni ha parlato anche della trattativa con i sindacati sull’età pensionabile. Alla domanda se fosse possibile ipotizzare uno stop dell’aumento dell’età pensionabile, il capo del governo ha ricordato che «dei margini per discutere ci sono sempre certamente ma non per fare un’operazione generalizzata. Valuteremo delle operazioni puntuali - ha spiegato Gentiloni - e penso che il governo abbia un atteggiamento di totale rispetto delle parti sociali così come con le diverse componenti della maggioranza dopodiché sappiamo quali sono le cifre globali del nostro debito e quelle del sistema pensionistico e siamo aperti alla discussione ma credo sia chiaro quali sono i confini».
Padoan su twitter: 900mila posti lavoro buon punto partenza
«La ripresa dell'occupazione con la creazione di 900mila nuovi posti di lavoro negli ultimi tre anni è un buon punto di partenza», ha scritto Padoan su Twitter dopo aver partecipato alla conferenza stampa a palazzo Chigi. Il ministro, con un altro tweet, ha ricordato che «grazie alle politiche adottate dal 2014 l'economia accelera e cresce dell'1,5% annuo» e che «grazie ai risultati dell'economia e agli accordi a Bruxelles la manovra sarà più leggera» consentendo di bloccare gli aumenti di Iva e accise previste dalle clausole di salvaguardia. Quanto al debito, «è sceso per la prima volta dopo 7 anni nel 2015, e nel 2017 riprende la discesa».
La revisione del quadro macro degli ultimi due anni da parte dell’Istat
Il via libera del governo è arrivato il giorno dopo l’aggiornamento da parte dell’Istat dell’andamento del Prodotto interno lordo negli ultimi due anni. In particolare l’ente statistico ha confermato per il 2016 la stessa misura del Pil già resa nota (+0,9%) ma ha rivisto in modo significativo la crescita del 2015 (da +0,8 a +1%). Sempre per il 2015 l’Istat ha registrato una leggera riduzione del debito, che è passato al 131,5% del Pil (dal 131,8% dell’anno precedente).
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