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Greco: «Web tax tema economico e questione etica»

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IL PROCURATORE CAPO DI MILANO AL FORUM DEL SOLE 24 ORE

Greco: «Web tax tema economico e questione etica»

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando  e il procuratore capo di Milano Francesco Greco (Ansa)
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il procuratore capo di Milano Francesco Greco (Ansa)

Comincia con una battuta ma l’esito finale è un messaggio netto e chiaro quello che il procuratore di Milano Francesco Greco lancia ai grandi gruppi su uno dei temi chiave in materia di tassazione internazionale. «Chi mi conosce - dice - sa quanto io sia un apple dipendente e però...» e su questo “però” che arriva il messaggio chiave: «Questi gruppi non possono più vivere una sorta di impunità fiscale». Anche perché questi gruppi per realizzare il loro business in Italia utilizzano le infrastrutture italiane pagate dalla tasse degli italiani ma loro le tasse non le pagono».

E la questione, secondo Greco che - insieme al ministro della Giustizia Andrea Orlando, il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, gli aggiunti Ilda Boccassini e Michele Prestipino - è intervenuto a un incontro organizzato dal Sole 24 Ore e da Radio 24 («Il racconto della giustizia che cambia») per i dieci anni del programma radiofonico Storiacce, prima ancora che essere etica è economica.

Economica perché «non è accettabile che chi usa le infrastrutture di un paese, che sono chiamente sostenute dalla fiscalità, poi in questo paese non lascia neanche un euro». E perché parallelamente alla trasformazione della struttura produttiva si porrà ad esempio «un problema di sostenibilità del welfare».

Preoccupazione condivisa dal ministro della giustizia Andrea Orlando, secondo il quale serve un ordinamento sovranazionale e individui in grado di applicarlo, questo sfidando anche le resistenza dei Paesi. «Perché spesso molti di questi grandi gruppi hanno una grande capacità di fare pressione. Sono d’accordo sul fatto che la sfida è aggredire questi capitali», ha detto.

Senza dimenticare che questo vulnus si inserisce in un contesto quale quello italiano che registra il tax gap pari a 111 miliardi e una flessione del numero della notizia di reato, ha ricordato Greco, di circa il 50 o il 60 percento dall’introduzione dei decreti fiscali. Ciò rende urgente un monitoraggio «perché la certezza del diritto che anche certezza del diritto fiscale non deve significare impunità». Vero spettro degli investitori stranieri: «Agli stranieri - spiega Greco - non interessa il livello della tassazione ma la certezza dell’ammontare».

Non solo tassa, Greco è intervenuto anche sulle banche e in particolare sulla commisione parlamentare che «dovrebbe evitare di fare gossip, in Italia non abbiamo più bisogno di gossip» ed occuparsi «delle regole del sistema finanziario che sono quelle che mancano» . In sintesi: «Serve un codice penale bancario, una revisione dei rapporti tra gli organismi di vigilanza, una nuova regolazione della costituzione di parte civile dei risparmiatori». Cioè: «Ci sono regole superate e altre che mancano del tutto, ad esempio una delle norme che manca del tutto e' una che regoli il rapporto tra banche e centrale rischi. Per prima cosa serve l’istituzione di un codice penale bancario. In Italia c’é una copertura costituzionale del risparmio, ma i reati sono sempre gli stessi. Bisogna avere un codice penale bancario serio, basato sul presupposo che i soldi non sono della banca - ha detto ancora Greco - e l’altro grande problema sono le autorita' di Vigilanza: ci sono cinque autorità di Vigilanza che fanno scaricabarile, con poteri completamente diversi. Anche su questo bisognerebbe ragionare e invece non si ragiona». Altro tema cruciale: «Regolare la costituzione di parte civile dei risparmiatori», visto che oggi «Non è ammessa la costituzione di parte civile nei confronti della società».

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