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Lombardia e Veneto subito in pressing su materie «concorrenti».…

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Lombardia e Veneto subito in pressing su materie «concorrenti». Tensioni con il governo sulle tasse

Tempo pochi giorni e il Veneto, probabilmente in accordo con la Lombardia, avvierà l’iter formale per il negoziato sulle 20 materie concorrenti di cui le due Regioni vorrebbero avere la gestione esclusiva (tra queste spiccano il coordinamento della finanza pubblica e tributario, lavoro, energia, infrastrutture e protezione civile; ma anche ricerca scientifica e tecnologica e sostegno dell’innovazione per i settori produttivi, previdenza complementare e integrativa, casse di risparmio, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale) e tre al momento appannaggio dello Stato: giustizia di pace, istruzione e tutela dell'ambiente e dei beni culturali. L’intesa tra lo Stato e la Regione interessata dovrà poi concretizzarsi in un progetto di legge che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere.

La questione dei residui fiscali
Non solo. I vertici della Regione Lombardia, guidata e dal Carroccio, lamentano un residuo fiscale negativo (ovvero la differenza tra quanto ogni anno il territorio versa allo Stato e quanto riceve) pari a 56 miliardi medi (ma altri lavori scientifici si fermano a stime di 20- 30 miliardi); la Regione Veneto parla di 15,5 miliardi mancanti. La richiesta è che, rispettivamente, 24 e 8 miliardi rimangano a livello locale.

Zaia a Martina: interlocutore è Gentiloni
Tema, quello delle tasse, particolarmente delicato. «Zaia e Maroni potranno avviare lo stesso percorso di confronto aperto dal presidente emiliano Bonaccini ma le materie fiscali - e anche altre, come la sicurezza - non sono e non possono essere materia di trattativa né con il Veneto, né con la Lombardia e neanche con l'Emilia Romagna. Non lo dico io: lo dice la Costituzione, con gli articoli 116 e 117 che indicano chiaramente gli ambiti su cui ci può essere una diversa distribuzione delle competenze» ha sottolineato Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura e vicesegretario del Pd, in un'intervista a Repubblica. Immediata la replica di Zaia: «Io ero rimasto al punto, e lo dico anche da ex ministro, che Martina si occupa
dell'agricoltura e penso che il nostro interlocutore sia Paolo Gentiloni». Concetto ribadito dal leader del Carroccio Matteo Salvini: «Il nostro unico interlocutore è il presidente del Consiglio».

Le priorità di Lombardia e Veneto
Il governatore Zaia ha detto che chiederà il trasferimento al Veneto di tutte e 23 le materie previste e «dei nove decimi» delle tasse pagate dai cittadini della regione («È una richiesta - ha ribadito oggi Zaia in conferenza stampa - contenuta nel nostro progetto di legge») Richieste simili arriveranno probabilmente dal governatore della Lombardia Roberto Maroni. Anche se a ben guardare Lombardia e Veneto hanno ciascuna il proprio elenco di priorità. In prima battuta il governatore lombardo Roberto Maroni intende concentrarsi sulla tutela dell'ambiente (bonifiche incluse), internazionalizzazione (la Regione da sola produce il 31% dell'export italiano - 111 miliardi) e previdenza complementare, a cui si aggiunge anche l'innovazione e la ricerca; per il governatore veneto Luca Zaia le prime cose da chiedere sarebbero la protezione civile, la formazione e il lavoro, la politica industriale, con tutto ciò che vi ruota attorno, tra cui le infrastrutture.

Il regionalismo differenziato
Entrambe le iniziative referendarie, conclusesi in Lombardia e Veneto con la vittoria del sì, prendono le mosse dall’Articolo 116 della Costituzione, che dà la possibilità alle Regioni a statuto ordinario di vedersi attribuite «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» in alcune delle materie indicate nel successivo Articolo 117. È il cosiddetto “regionalismo differenziato”.

I quesiti referendari
In Lombardia la domanda era: «Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell'unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all'articolo richiamato?». Più stringato il quesito in Veneto: Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?». I due referendum non sono vincolanti e non avranno effetti immediati, ma la vittoria del Sì dà il via libera alle due Regioni per chiedere di intraprendere il percorso istituzionale finalizzato a ottenere maggiori competenze dal Governo centrale.


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