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Pallanuoto, al via la serie A1 tra budget ridotti e pochi sponsor

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Pallanuoto, al via la serie A1 tra budget ridotti e pochi sponsor

Prime battute per il 99esimo campionato di pallanuoto di serie A1 che si è aperto la scorsa settimana e si chiuderà con la “final six” in programma dal 25 al 27 maggio prossimi. I campioni in carica della Pro Recco, AN Brescia e Sport Management, tutti e tre vittoriosi nella prima giornata, sembrano i team più accreditati per la vittoria con la Canottieri Napoli nel ruolo di possibile quarto incomodo. Il problemi sono tanti tra budget ridotti, pochi sponsor ed una copertura televisiva inesistente o quasi . Rimane quindi il tema di fondo di un potenziale di audience ed economico che non si riesce a capitalizzare. Una situazione certificata da una ricerca di Stage Up secondo cui sono 22 milioni l’italiani che hanno un interesse verso questo sport e 1,5 milioni quelli molto interessati.

Uomo simbolo della pallanuoto italiana, portiere del Recco e della Nazionale fino alle scorse Olimpiadi, Stefano Tempesti è convinto che quello di quest’anno sarà un campionato più combattuto rispetto agli ultimi. Quanto alla situazione complessiva della pallanuoto italiana afferma: «Il mio rimane un giudizio positivo nonostante i problemi non manchino. Come tutti i settori paghiamo ancora questi anni di crisi. Mancano sponsor di alto livello e spesso il sostegno dei team è demandato solo alla volontà e alla passione dei singoli. Ma siamo atleti, dobbiamo avere sempre un approccio positivo, se molliamo noi che di sfide viviamo, siamo rovinati. Mi conforta molto vedere una netta ripresa a livello di squadre giovanili che negli ultimi anni avevano sofferto». Tempesti lancia poi un invito ai media e spiega: «Penso che all’inizio dovrebbero fare uno sforzo accettando di non avere grandi riscontri da subito ma investendo sul futuro. Oggi gran parte del pubblico vuole solo una cosa: il calcio. Ma se non si prova a proporre alternative sarà sempre peggio. In realtà una volta che accendi la tv e vedi l’azzurro della piscina sono convinto che la gente non cambi canale».

Maurizio Felugo, ex Nazionale e giocatore del Recco ed oggi presidente del club ligure spiega: «La vera differenza in termini di investimenti la fa la partecipazione alla Champions, torneo per cui si muovono pubblico, televisioni e sponsor. Per gli altri è difficile e il gap si sta allargando». In quest’ottica Felugo ricorda come quest’anno sia particolarmente importante per la Pro Recco, incaricata di organizzare la fase finale ad otto della Champions che si terrà a Genova tra il 7 e il 9 giugno prossimi e per cui sono in corso le trattative sui diritti tv. «Più in generale - ribadisce Felugo -mi piacerebbe poter far fare alla squadra una Champions itinerante, giocando in più città italiane. Purtroppo però mi scontro con la carenza di impianti all’altezza».

Venendo al campionato il presidente del Recco descrive il cambio di strategia del club: «Abbiamo scelto di restringere la rosa, per non avere giocatori di altissimo livello che sono in acqua solo poche partite. Con un gruppo più coeso puntiamo di nuovo a vincere campionato, Champions e coppa Italia. Sappiamo di partire come favoriti ma la formula finale con partite secche lascia sempre spazio a sorprese» .

AN Brescia è stata la rivale dei liguri degli ultimi anni. Il presidente Andrea Malchiodi è fiducioso: «Abbiamo fatto piccoli interventi per perfezionare un organico già molto competitivo. Siamo in corsa su tutti i fronti, scudetto, coppa Italia e Champions». Il budget per la stagione supera il milione di euro, fondi che, spiega il presidente, arrivano da un importante rete di sponsor che abbiamo creato intorno al club. «In città -continua Malchiodi- c’è grande interesse per la squadra, 7 volte su 10 la piscina è piena sebbene le partite “di cartello” siano poche poiché il gap tra le prime 3-4 squadre e le altre è netto». A combattere per lo scudetto anche Sport Management, spa sportiva con campo di gara a Busto Arsizio ma che gestisce 45 piscine in tutta Italia e ha uno di sponsor di peso come Banco Bpm. «La quadra si è rafforzata molto, racconta il presidente Sergio Tosi che in questi anni ha portato nella pallanuoto un approccio più manageriale e professionistico, su 13 giocatori 7 sono nuovi arrivi. Abbiamo avuto buone occasioni di mercato e le abbiamo sfruttate». Tosi è però piuttosto amaro nel valutare la condizione della pallanuoto italiana: «È un momento difficile, di involuzione economica e tecnica. Noi riusciamo a trovare sponsor anche perché siamo un gruppo con un certo peso specifico e ci relazioniamo con grandi aziende che ci aiutano ma nel complesso lo scenario è sconfortante. In serie A non si riesce neppure a fissare un orario unico per le partite perché alcuni club non si possono permettere il pernottamento in trasferta». Secondo Tosi servirebbero una Lega staccata dalla Federazione italiana nuoto, un canale tv e regole più severe sulla qualità degli impianti. Una spinta potrebbe arrivare dal coinvolgimento di una città storicamente assente come Milano che paga anche la mancanza di un impianto adatto.

Qualcosa però si muove come sottolinea l’assessore allo Sport Roberta Guarnieri: «Il Coni ha già finanziato per la sua parte la creazione di un vero e proprio stadio del nuoto dove oggi sorge la piscina Cardellino e siamo al lavoro per reperire i fondi privati per il completamento del progetto. Nel frattempo aumenteremo l’agibilità della piscina Cozzi, in centro città, per permettere alla squadra di serie A femminile di allenarsi e disputare qui le partite».

Una città dove la pallanuoto è tradizione è invece Napoli e la Canottieri completa il quartetto di squadre che possono puntare allo scudetto. Il presidente Achille Ventura spiega che la squadra ha puntato tutto sui talenti italiani: «Non abbiamo stranieri, il mercato per noi è caro ma fortunatamente possiamo contare su giovanili di alto livello». «Purtroppo - continua Ventura - da tempo noto un calo dell’attenzione degli sponsor sebbene qui la pallanuoto sia molto radicata. Oggi ci sosteniamo grazie al finanziamento dei circa 1.000 soci». Per fortuna l’interesse dei giovani rimane tanto e «in un contesto difficile come Napoli - aggiunge Ventura - questo è il primo obiettivo se poi arrivano le vittorie tanto meglio». Sarebbe utile, nota infine il presidente della Canottieri, sincronizzare meglio calendario con partite di calcio per evitare che si sovrappongano. Difficile invece ipotizzare un campionato concentrato nei mesi estivi a causa degli impegni delle Nazionali.

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