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Cantone: i partiti pubblichino i finanziamenti ad associazioni e fondazioni

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CONTRASTO ALLA CORRUZIONE NELLA POLITICA

Cantone: i partiti pubblichino i finanziamenti ad associazioni e fondazioni

Rendere completamente trasparenti i finanziamenti ad associazioni e fondazioni politiche, già a partire dalla campagna elettorale in corso. Senza aspettare una legge che regoli la materia in maniera organica. È l’invito che il presidente dell’AnacRaffaele Cantone ha rivolto questa mattina alle forze politiche, nel corso di un convegno sulla corruzione organizzato a Roma al Senato dalla delegazione italiana presso il Consiglio d’Europa e dal suo presidente, Michele Nicoletti. Sarebbe importante pubblicare integralmente i nomi dei finanziatori, dando rilevanza anche ai piccoli importi.

Cantone: strumenti di contrasto carenti
Per Cantone il contrasto alla corruzione nella politica deve diventare centrale nell’attività di Parlamento e Governo, perché «è vero che la corruzione non appartiene solo alla politica, ma è anche vero che questo tipo di corruzione crea maggiore danno perché mina il rapporto di fiducia che c’è con i cittadini». Bisogna, quindi, agire con strumenti di contrasto che, attualmente, nel nostro sistema sono «abbastanza carenti», secondo il presidente Anac.

Vigilare sui finanziamenti della politica
Per Cantone, «il tema vero è il finanziamento della politica». Ormai, infatti, «i finanziamenti non passano più dai partiti ma dalle fondazioni e dalle associazioni: qui si è spostata molta dell’attività della politica». Per questo servono regole di vigilanza tagliate su misura, che consentano di prevenire le attività corruttive. In attesa di una legge, però, bisogna comunque garantire la pubblicità dei dati.

Campagna elettorale delicata
«Stiamo andando – ha sottolineato ancora il presidente Anac - verso una campagna elettorale particolarmente delicata. Sarebbe, per questo, giusto che come regola morale di condotta chi riceve finanziamenti tramite associazioni e fondazioni ne faccia adeguata pubblicità, anche in assenza di una normativa specifica». E questa vigilanza non può prescindere dalle piccole somme. «Non è scandaloso che i piccoli finanziamenti siano anonimi, ma è allo stesso è evidente che l’aumento eccessivo dei piccoli finanziamenti può diventare un modo per aggirare le regole». A corredo di questo, per Cantone servirebbero anche altri strumenti. Come «norme che regolino il conflitto di interessi» e una «maggiore attenzione ai codici etici, che non credo siano carta straccia. Questa legislatura ha visto dei passi avanti ma è necessario che le regole approvate dalla Camera passino anche al Senato».

Grasso: conferire più forza ad Autorità anticorruzione
Sul tema della corruzione nella politica è intervenuto anche il presidente del Senato, Pietro Grasso spiegando che si tratta di «un tema centrale nella vita democratica di ogni Stato, perché c’è il rischio che i cittadini smettano di credere nella legalità e nella democrazia». Le istituzioni, per la loro parte, «hanno il compito di conferire più forza alle Autorità e di perfezionare gli strumenti normativi, oltre a rendere più trasparente possibile il loro operato».

Nicoletti: intensificare la lotta alla corruzione
Un quadro organico delle azioni necessarie è stato stilato da Michele Nicoletti, che ha presentato il suo rapporto sull’anticorruzione e l’integrità nella governance, approvato nei mesi scorsi dal Consiglio d’Europa: l’invito, rivolto a tutti i Governi, è di promuovere l’integrità e la trasparenza a tutti i livelli della vita pubblica. «Intensificare la lotta alla corruzione - ha detto – deve essere una priorità per tutte le democrazie europee, istituzioni Ue comprese. Ne va della fiducia dei cittadini nelle istituzioni ed è il miglior antidoto al diffondersi dei populismi».

Regolare meglio le attività di lobbying
In concreto, ci sono alcune azioni che nel nostro paese è possibile adottare già da subito, a partire – dice ancora Nicoletti – «dall’adozione, anche in Senato, del codice di condotta e delle regole per le lobby e dall’introduzione di norme tali che l’immunità non tuteli i parlamentari in caso di procedimenti penali per atti di corruzione». A questo si potrebbero affiancare organismi indipendenti di supervisione e regolazione delle attività di lobby e «la creazione di un network europeo delle autorità anticorruzione». I parlamentari, poi, dovrebbero adottare regole rigorose sulle dichiarazioni dei redditi, rendendole più accessibili al pubblico.

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