Il tema dei migranti irrompe nella campagna elettorale siciliana quasi per caso. Almeno apparentemente. Fin qui era stato tenuto un po’ ai margini nonostante i segnali di disagio provenienti da alcuni territori. A riportarlo di forza nel dibattito politico di questi ultimi giorni di campagna elettorale (si vota, come si ricorderà, domenica) Matteo Salvini, leader della Lega non più solo del Nord ma anche del Sud e che qui in Sicilia si gioca proprio la partita del radicamento nazionale: superare lo sbarramento del 5% in Sicilia ha di sicuro un valore in vista delle politiche e un significato anche ai fini del dibattito interno del partito. Si spiega così, probabilmente, l’impegno di Salvini nel suo viaggio in treno in Sicilia: chiuderà la campagna elettorale a sostegno del candidato del centrodestra Nello Musumeci govedì sera a Catania con un comizio in Piazza Università, quella stessa piazza che i grillini hanno riempito qualche giorno fa. Vedremo cosa riuscirà a fare la Lega che qui, nel catanese, può contare su Angelo Attaguile, segretario nazionale di Noi con Salvini, figlio di Gioacchino che fu deputato e ministro per la Democrazia cristiana.
All’hotspot di Villa Sikania
E si spiega così anche il fuoriprogramma di Salvini nella sua tappa agrigentina con la visita a Siculiana nell’hotspot di Villa Sikania, albergo trasformato in centro d’accoglienza e di primo smistamento nel 2014 che ospita 200 persone, 198 uomini e 2 donne. Ma, sottolineano fonti di Noi Con Salvini, «nelle prime fasi di gestione è arrivato ad ospitare 600-700 migranti a fronte di una autorizzazione rilasciata dall’assessorato regionale alla Salute che oggi prevede una capienza massima di 99 posti letto» e per la sorveglianza della struttura è stata messo a disposizione un personale «di molto inferiore al necessario in proporzione ai numeri delle presenze nella struttura». Salvini arriva di prima mattina al centro e fa una breve visita nell’hotspot dopo aver incontrato le forze dell’ordine e dell’Esercito che sorvegliano la struttura. «I ragazzi delle forze dell’ordine stanno lì senza una tettoia, un riparo, fanno turni massacranti» mentre dentro l’hotspot «dormono, mangiano e bevono e fanno quel che vogliono», attacca Salvini conversando con il cronista dell’Ansa. E il leader della Lega sottolinea: «Con noi al governo questi alberghi trasformati in centro non ci saranno più. Il nostro obiettivo sarà re-inaugurare il resort». Oggi, prosegue, «non c'è un'emergenza sbarchi ma qui il problema è strutturale».
Altre tappe nella Sicilia profonda
Il risultato di questa visita lo si può vedere nel video che il leader della Lega ha girato. Il titolo, volutamente didascalico, dice tutto: «Solo per voi, all'interno dell'hotel Villa Sikania, sulla splendida vista agrigentina, che da tre anni ospita 200 “migranti” (a 35 euro al giorno). Per la gioia dei residenti dei paesi vicini... Grazie Renzi, grazie Alfano». Salvini, dopo aver incontrato il gestore dell'hotspot - e proprietario di Villa Sikania quando, fino al 2011, fungeva da resort a due passi dal mare - ha quindi lasciato il centro per recarsi alla Scala dei Turchi. Canicattì, dove andrà sulla tomba del giudice Livatino, e Nicosia altre tappe del viaggio nella Sicilia profonda: Salvini stasera conclude la giornata con un comizio a Gela.
© Riproduzione riservata