Condividi sul Web solo le notizie che hai verificato. Usa gli strumenti di Internet per verificare le notizie. Chiedi le fonti e le prove. Chiedi aiuto a persone esperte o a un ente davvero competente. Solo alcuni punti del Decalogo contro le fake news presentato oggi al liceo Visconti di Roma insieme a #BastaBufale, il primo progetto di educazione civica digitale per il contrasto delle notizie false sul Web destinato agli oltre 4 milioni di studenti delle scuole secondarie di I e II grado. A promuovere la campagna sono la ministra della Pubblica istruzione, Valeria Fedeli, e la presidente della Camera, Laura Boldrini, da tempo in prima linea nella battaglia contro al disinformazione e l'odio in Rete.
Tra i partner del progetto anche Fieg, Confindustria e Rai
La diffusione tra gli studenti del Decalogo - otto i punti elaborati da Camera dei deputati, Miur ed esperti di comunicazione, altri due verranno individuati nei prossimi mesi grazie ad un percorso di scrittura cooperativa basato sui suggerimenti delle scuole coinvolte - punta ad insegnare agli studenti a riconoscere le fake news, e al tempo stesso spiegare ai giovani le buone pratiche per combatterle. Fra i partner del progetto ci sono Rai, la Federazione degli editori italiani, Confindustria, e protagonisti della Rete come Google, che gestiscono le principali piattaforme social su cui circolano molte delle bufale più insidiose, come le notizie sui presunti pericoli dei vaccini.
Boldrini «Decalogo “cassetta degli attezzi” per detective anti-bufale»
Il Decalogo, ha spiegato Boldrini alla platea degli studenti «è una sorta di “cassetta degli attrezzi”, per fornire ai giovani gli strumenti per essere detective del Web» e scoprire le bufale che circolano su Internet. «La strada per proteggere i giovani da un uso distorto del Web è la formazione», ha aggiunto la presidente della Camera, spiegando l'attenzione che il progetto riserva al mondo della scuola. Le fake news «non sono goliardate, ma un pericolo per la società» e la disinformazione «inquina il dibattito democratico, alterando l'opinione pubblica e violando il diritto delle persone a una corretta informazione». Per questo, gli studenti devono imparare a riconoscere il pericolo rappresentato dalle fake news e contribuire a contrastare il fenomeno».
«Investimenti per non essere fagogitati dal peggio del Web»
Da questo sforzo di attenzione e di vigilanza, ha insistito Boldrini, nessuno è escluso. Né la stampa tradizionale, «che deve investire di più per garantire una adeguata verifica delle fonti e la qualità dell'informazione», né il mondo del digitale e delle grandi piattaforme social, «che devono investire di piu’ per mantenere il web come spazio di confronto e di libertà e non di diffusione di fake news e manipolazioni». Si tratta quindi di «investire per non essere fagocitati dal peggio della Rete», ha concluso Boldrini, evidenziando il caso di Facebook, che nonostante abbia in Italia «oltre 30 milioni di utilizzatori non ha ancora creato un ufficio operativo a tutela degli utenti», in grado cioè di contribuire in loco alla guerra alle notizie false.
Fedeli: »Fondamentale certificare il vero e i contenuti della Rete»
«Le bufale rischiano di cambiare i connotati delle relazioni democratiche tra i cittadini», ha ribadito la ministra dell'Istruzione Fedeli, che ha posto l'accento sull'importanze di «certificare il vero e i contenuti della Rete», e di spiegare agli studenti «quanto i Like contribuiscono alla diffusione delle fake news». Il digitale «è una straordinaria innovazione che ha cambiato il nostro mondo», in particolare l'apprendimento e la didattica, e la scuola «deve introdurre elementi strutturali di conoscenza digitale in tutti i percorsi di istruzione».
Il digitale impone «percorsi di nuova alfabetizzazione delle scuole»
La campagna #BastaBufale rientra quindi in un percorso di «nuova alfabetizzazione della scuola», che comprende azioni concrete di educazione civica digitale: dal progetto “Generazioni connesse” per promuovere l'uso corretto della Rete e contrasatre il cyberbullismo, al recente accordo Miur-Fieg per diffondere la cultura dell'informazione e la correttezza delle fonti, passando dal rilancio nelle scuole del Manifesto delle Parole Ostili come risposta educativa alla diffusione degli hate speech in Rete. Con la legge 107 della Buona Scuola è stata poi adottata l'Agenda digitale per le scuole, «investendo miliardi», ha sottolineato Fedeli, «e abbiamo iniziato a formare ”animatori digitali” nelle scuole». «Entro fine anno - ha aggiunto la ministra - implementeremo gli strumenti di conoscenza del coding per essere soggetti attivi del digitale. È un percorso strutturale di formazione: in Italia abbiamo ritardi da colmare».
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