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POTERI E GIURISDIZIONE

Berlusconi candidato? Che cosa può decidere la Corte europea dei diritti umani

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – È una udienza per molti versi storica quella che si terrà mercoledì 22 novembre a Strasburgo presso la Corte europea dei diritti dell'Uomo. La Grande Camera del tribunale sarà chiamata a valutare un ricorso presentato dall'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, 81 anni, contro una legge italiana del 2012 (Legge Severino, dal nome dell'allora ministro della Giustizia) che impedisce a un uomo politico di candidarsi alle elezioni in caso di condanna per gravi reati.

Corte europea dei diritti (che nulla ha a che fare con la Ue)
La Corte europea dei diritti dell'Uomo non ha nulla a che fare con l'Unione europea. È un organismo nato nel 1959. Il suo compito è di garantire il rispetto della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo, adottata nel 1950 dai Paesi membri del Consiglio d'Europa. Questi ultimi sono 47. Ciascun Paese ha un proprio giudice che tuttavia lavora in piena indipendenza rispetto al governo che lo ha nominato. L'attuale presidente della Corte è un italiano, Guido Raimondi, 64 anni.

Chi può fare ricorso
Possono fare ricorso davanti al tribunale sia gli Stati che le persone fisiche e giuridiche. Nel 2016, la Corte ha trattato 2.730 ricorsi contro l'Italia, di cui 2.695 ritenuti irricevibili. Ha pronunciato 15 sentenze, relative a 35 ricorsi, di cui 10 hanno concluso ad almeno una violazione della convenzione. A titolo di confronto, i ricorsi nel 2015 erano stati 4.463, mentre tra gennaio e luglio di quest'anno le richieste di giudizio sono state 1.245. Oltre 50mila ricorsi sono presentati ogni anno.

Decisione da applicare
Una decisione della Corte deve essere applicata dalla giurisdizione nazionale. Il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa deve controllare il pieno rispetto della sentenza. In particolare deve assicurarsi che la persona che ha fatto ricorso riceva da parte dello Stato condannato il risarcimento per danni che la Corte ha deciso di attribuirgli. Un appello è possibile solo quando sul tavolo è una sentenza di una delle Camere, mentre non è previsto quando la decisione è presa dalla Grande Camera (come nel caso di Berlusconi).

Un italiano alla presidenza della corte
I magistrati sono eletti dall'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa per un periodo di nove anni non rinnovabile. Come detto, il giudice italiano è attualmente anche presidente della Corte. L'audizione di mercoledì prossimo relativa al caso Berlusconi avverrà dinanzi alla Grande Camera, composta da 17 magistrati. L'udienza dovrebbe essere la prima e unica in questo particolare vicenda. Una sentenza dovrebbe giungere nel corso del 2018.

Il nodo della retroattività
Silvio Berlusconi contesta la retroattività della Legge Severino. A sua difesa l'ex premier ricorda l'articolo 25 della Costituzione italiana secondo cui «nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso», nonché l'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, secondo cui nessuno può essere condannato per un'azione o omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto nazionale o internazionale.

Snodo decisivo
I fatti per cui è stato condannato nel 2013 sono avvenuti prima dell'entrata in vigore della legge. Naturalmente, da un punto di vista politico, la vicenda è particolarmente importante. Attualmente l'ex presidente del Consiglio, condannato per frode fiscale, non può candidarsi alle prossime elezioni legislative, alla luce della Legge Severino, ma questo potrebbe cambiare se la Corte europea per I diritti dell'Uomo dovesse condannare l'Italia per violazione dei diritti umani.

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