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Ecco perché Israele non vuole il Giro d’Italia

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Ecco perché Israele non vuole il Giro d’Italia

Mancano 155 giorni all’inizio del Giro d’Italia 2018, ma l’attesa è già alta e non mancano le prime polemiche. La 101ima edizione della corsa rosa, in programma dal 4 al 27 maggio, dovrebbe partire da Israele. Il condizionale è d’obbligo, visto che i ministri Miri Regev (sport e cultura) e Yariv Levin (turismo) hanno comunicato che il governo israeliano non parteciperà alla iniziativa e bloccherà i finanziamenti, se dal sito ufficiale del Giro non sarà cambiata la definizione “West Jerusalem”, relativamente al punto di partenza della prima tappa. I due ministri, che temono pressioni filo-palestinesi, hanno precisato che Gerusalemme è la capitale di Israele, non c’è distinzione tra Est e Ovest.

Per la prima volta nella storia, la partenza della rassegna ciclistica italiana è stata fissata fuori dai confini europei. La cronometro individuale d’apertura è stata ideata in memoria di Gino Bartali, il campione toscano (insignito Giusto fra le Nazioni) che durante le persecuzioni naziste ha salvato centinai di ebrei, trasportando preziosi documenti nei tubi della sua bicicletta. In Israele si dovrebbero disputare tre tappe, comprese la Haifa-Tel Aviv di 167 km e la Be’er Sheva-Eilat di 229km.

Con la partenza dal Vicino Oriente, il Gruppo Rcs che con la Gazzetta dello Sport organizza l’evento, punta a incrementare gli introiti derivanti dal Giro d’Italia. La sport e media company Rcs Sport, al 30 giugno 2017 ha registrato una variazione positiva del 46,1 per cento, relativamente alla voce “eventi sportivi”. Infatti, rispetto al 2016 i ricavi da manifestazioni sono passati da 46,4 a 67,8 milioni di euro. Rcs Sport gestisce diversi eventi tra ciclismo e running, come la Milano-Sanremo, Il Lombardia, il Dubai Tour, l’Abu Dhabi Tour, la Milano City Marathon e la Color Run. Dalla relazione semestrale 2017 del Gruppo Rcs, si evince che l’incremento netto su basi omogenee, di 6,2 milioni dei ricavi diversi (attestatisi a 86,4 milioni) è dovuta principalmente alla maggiore monetizzazione dei diritti televisivi del Giro.

In totale, il fatturato garantito dalla corsa a tappe italiana si aggira sui 40 milioni di euro. Numeri importanti, che nel 2018 potrebbero crescere ulteriormente. Infatti, la visibilità del Giro si segnala in ascesa a livello internazionale. Basti pensare che Chris Froome, quattro volte vincitore del Tour de France, ha annunciato la sua partecipazione. Il britannico proverà a conquistare la prima maglia rosa della sua carriera lungo i 3.546,2 chilometri totali del percorso, che prevede: 2 tappe a cronometro, 7 a bassa difficoltà, 6 a media difficoltà, 6 ad alta difficoltà e 8 arrivi in salita. In Italia la carovana partirà dalla Sicilia, per poi risalire lo Stivale attraversando Calabria, Campania, Abruzzo e Marche (con il passaggio sul Muro di Filottrano, in ricordo del compianto Michele Scarponi). In Friuli si arriverà sull’ostico e affascinante Zoncolan, mentre dopo le decisive tappe tra Trentino e Nord Ovest, la 101ima edizione si chiuderà con la passerella di Roma.

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