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Altro che Brexit, i club di Premier nuovi padroni del calcio europeo

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Altro che Brexit, i club di Premier nuovi padroni del calcio europeo

Il trofeo di Europa League durante la cerimonia dei sorteggi della Champions League,  al Grimaldi Forum, Monaco, 26 agosto 2016.( Mustafa Yalcin / Anadolu Agency/Afp)
Il trofeo di Europa League durante la cerimonia dei sorteggi della Champions League, al Grimaldi Forum, Monaco, 26 agosto 2016.( Mustafa Yalcin / Anadolu Agency/Afp)

Non bastasse l’inedita partecipazione di cinque squadre della stessa nazione alla fase a gironi, la Champions League 2017/18 si avvia agli ottavi di finale registrando l’en plein delle formazioni inglesi, tutte e cinque promosse alla fase a eliminazione diretta. In attesa dei sorteggi della fase a eliminazione diretta di Champions ed Europa League che si terrà domani a Nyon, è questa la novità più evidente di questa prima fase, considerato che finora lo strapotere economico dei team d’Oltremanica non si era palesato in Europa dove anzi le squadre della Premier hanno sempre faticato a imporsi. Tottenham, Chelsea, Liverpool e le due di Manchester al contrario hanno raccolto 128 milioni di euro (più ulteriori due milioni da aggiungere grazie alla vittoria del playoff da parte del Liverpool), rendendo l’Inghilterra la nazione dominatrice nella ridistribuzione dei ricavi legati alle performance.

GLI INCASSI IN CHAMPIONS PER NAZIONE
Incassi totali in milioni di euro

Questi soldi, in effetti, sono solo quelli che la Uefa assegna alle squadre per i risultati raggiunti sul campo. Su un montepremi comlpessivo destinato ai club pari a circa 1,3 miliardi di euro, il 60% (762 milioni) è riservato ai bonus per la partecipazione alla fase a gironi, per le vittorie e i pareggi negli stessi e per i passaggi ai turni eliminatori (dalla qualificazione agli ottavi fino al premio per la vittoria finale), mentre il 40% (507 milioni) rappresenta il cosiddetto Market pool che dipende dagli introiti televisivi del singolo paese.

Il Tottenham, ad esempio, la squadra che ha totalizzato più punti (16) nella fase a gironi, si è già assicurato un assegno per “meriti sportivi” da 26,7 milioni. Le due sqaudre di Manchester, City e United, hanno ottenuto mezzo milione in meno e il Liverpool due milioni, mentre il Chelsea secondo nel raggruppamento della Roma ha portato a casa 24,2 milioni.

A proposito di Italia, la Serie A continua a rimanere indietro, essendo giunta alla sesta edizione consecutiva con meno di tre squadre agli ottavi. Con l’estromissione del Napoli, retrocesso in Europa League, sono solamente due le italiane presenti nella fase a eliminazione diretta. In totale, la Serie A raccoglie 64,1 milioni di euro, cifra che per tre quarti è dovuta al brillante cammino di Roma e Juventus (24,2 milioni a testa). Il mancato passaggio del girone da parte degli azzurri, che avrebbero avuto bisogno di una vittoria (e di una contemporanea sconfitta dello Shakhtar Donetsk) per arrivare secondi, è costato 7,5 milioni: quelli che il club di De Laurentiis avrebbe raccolto grazie all’eventuale successo sul Feyenoord (1,5 milioni) e quelli previsti per il passaggio del turno (sei milioni). Cifre da aggiungere ai 12,7 milioni del “gettone” di partecipazione e agli altri bonus per i risultati (un milione e mezzo ogni vittoria, mezzo milione ogni pareggio).

Meglio dell’Italia ha fatto la Spagna, Premier esclusa. La Liga ha perso per strada l’Atletico Madrid, ma agli ottavi sarà rappresentata, oltre che dalle “consuete” Barcellona e Real Madrid, dal Siviglia. Nel dettalgio, i catalani si sono assicurati 25,7 milioni, primi tra gli spagnoli, davanti ai madrileni che hanno chiuso con 25,2 milioni, mentre gli andalusi hanno bissato il risultato della stagione passata e col secondo posto nel loro raggruppamento hanno incassato 23,2 milioni. I 16,2 milioni dell’Atletico completano il bottino iberico a quota 90,3 milioni di euro.

È peggiorata invece la Germania, che si ritrova col solo Bayern agli ottavi e ha accumulato 56,1 milioni, pagando sia lo scotto del noviziato del Lipsia che il record negativo del Borussia Dortmund. I gialloneri sono giunto terzi nel girone con appena due punti: mai una squadra è stata relegata all’Europa League conseguendo un punteggio così basso che ha fruttato solamente 13,7 milioni. Scende in Europa League anche il Lipsia, esordiente nelle competizioni continentali, con 16,2 milioni. Al Bayern, invece, il passaggio del turno ha garantito 26,2 milioni.

Gli stessi del Paris Saint-Germain, unico alfiere agli ottavi di una Francia scavalcata dal Portogallo nei ricavi per nazione: i transalpini, oltre alla quota dei parigini, portano a casa infatti i 13,7 milioni del Monaco (ultimo nel proprio girone), contro i 52,6 milioni totali dei lusitani. Alla stagione horror del Benfica (zero punti nel girone e 12,7 milioni di premio) hanno fatto da contraltare un coriaceo Sporting (terzo nel girone della Juventus, 16,2 milioni) e la qualificazione in extremis del Porto, che è valsa 23,7 milioni. La Francia viene anche avvicinata dalla Russia, che con i 17,2 milioni del Cska Mosca e i 15,7 milioni dello Spartak ha terminato la propria campagna in Champions con 32,9 milioni.

Scorrendo la classifica, le altre nazioni sono tutte rappresentate da una sola squadra. Si va dai 25,7 milioni finiti nelle casse del Besiktas ai 13,2 milioni della Grecia, con l’Olympiakos che ha messo la parola fine alla propria stagione in Europa con un solo punto.

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