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Elezioni, nelle coalizioni proliferano le liste

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Elezioni, nelle coalizioni proliferano le liste

Presentazione di simbolo, programma, statuto. E, soprattutto, della “dichiarazione di collegamento” ossia delle altre formazioni politiche con cui si intende formare una coalizione, “apparentandosi” nei collegi uninominali. Sono diversi gli adempimenti che i partiti dovranno formalizzare nei prossimi giorni, tra il 19 e il 21 gennaio, per partecipare alle elezioni del 4 marzo. Mentre solo tra il 28 e il 29 gennaio si conosceranno i nomi di tutti i candidati, nei collegi uninominali e nei listini proporzionali. E se si sa che M5s e Liberi e Uguali (la formazione nata a sinistra del Pd guidata da Pietro Grasso, che ha svolto oggi a Roma la sua assemblea programmatica), correranno da soli, centrodestra e centrosistra si accingono a presentarsi agli elettori con un’ampia coalizione.

Cartelli elettorali che, per numerosità, rischiano di superare quelli delle elezioni del 2013. La proliferazione delle liste è infatti favorita dalla norma contenuta nella nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, in base alla quale, se è vero che la ripartizione dei seggi proporzionali avverrà su base nazionale tra le liste che avranno superato il 3% dei voti, basterà che una lista superi l’1% a livello nazionale per poter contribuire con i suoi voti alla ripartizione dei seggi all’interno della coalizione. Una sorta di “richiamo della foresta” che potrebbe moltiplicare in maniera esponenziale il numero delle formazioni politiche ai nastri di partenza.

Le liste del centrodestra
In occasione delle elezioni del 2013 il centrodestra si presentò con nove liste. Accanto a Pdl, Lega e Fratelli d’Italia, c’erano infatti la Destra di Storace, Grande Sud-Mpa, ed altre piccole liste di appoggio: il Mir-Moderati in rivoluzione, il partito dei pensionati, Intesa popolare e Liberi per una Italia Equa. A meno di due settimane dalla presentazione dei simboli nel centrodestra se contano già sei. Ma non ci sarebbe da sorprendersi se alla fine saranno di più. Il partito accreditato di dai sondaggi di più consensi a livello nazionale è Forza Italia, che non potrà candidare il suo leader per via della legge Severino, che dopo la condanna per frode fiscale vieta a Berlusconi di tornare in Parlamento. Ma nel nuovo logo del partito, pubblicato oggi dal Cavaliere sul suo profilo twitter, sotto la scritta «Forza Italia», campeggia «Berlusconi presidente». Poi c’è la Lega, che ha tolto la parola Nord dal simbolo: resta lo stemma di Alberto da Giussano e si aggiunge “Salvini premier”.

A questi si aggiunge Fratelli d’Italia, con il tricolore. La quarta gamba del centrodestra, Noi con l’Italia, mette insieme invece i centristi fedeli a Berlusconi. Ci saranno Raffaele Fitto, Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa e Enrico Zanetti, detentore del simbolo di Scelta Civica. Ma non va dimenticato il simbolo giallo con le lampadine di Energie per l’Italia, la lista guidata da Stefano Parisi (ex dg di Confindustria) che schiererà tra i candidati l’ex ministro Maurizio Sacconi e l’ex segretario radicale Giovanni Negri. A queste liste si dovrebbe aggiungere Rinascimento dello storico dell'arte Vittorio Sgarbi e dell'ex ministro Giulio Tremonti, una delle novità delle elezioni. Nel simbolo il tocco michelangiolesco tra la mano di Dio e quella di Adamo. Né va dimenticato il Movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla, che nei mesi scorsi ha annunciato l’intenzione di presentare una sua lista sia alle elezioni sia nazionali che locali.

Centrosinistra con almeno quattro gambe
Alle scorse elezioni del 2013 (svolte con cosiddetto Porcellum, sistema proporzionalecon premio di maggioranza e liste bloccate) il centrosinistra si presentò con quattro liste: Pd, Sinistra ecologia e libertà, Centro democratico e Svp. Quest’anno, data per scontata la alleanza con la Südtiroler Volkspartei in Alto Adige, i simboli si avviano a essere almeno uno in più. Il Pd sarà infatti affiancato a sinistra da Insieme, una lista nata dall'unione di tre raggruppamenti: il Psi di Riccardo Nencini, i Verdi di Angelo Bonelli e una pattuglia di prodiani guidata da Giulio Santagata. Nel simbolo in origine c'era l’Ulivo, ma Prodi non ha gradito e ora sono rimaste solo alcune foglioline.

Al centro dello schieramento c’è Civica popolare, la neonata formazione dei centristi di Ap restati fedeli al Pd, guidata dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin (il simbolo dovrebbe essere quello della Margherita trentina, con qualche petalo in meno rispetto alla Margherita di Rutelli). L'ultima “gamba” - ma non per importanza - è quella radicale, capitanata da Emma Bonino. Quest’ultima in realtà non ha ancora sciolto la riserva tra allearsi con il Pd e andare da sola alle urne. La lista comuque si chiama Più Europa. Al suo interno l'ex Dc Bruno Tabacci: grazie al suo simbolo “Centro Democratico”, già presente in Parlamento, i radicali non dovranno raccogliere le firme previste dalla legge elettorale, con annessi problemi di tempi stretti per procedere alle sottoscrizioni.

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