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Diritto d’autore, anche 99 Posse e Dark Polo Gang passano a Soundreef

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precisazione da sesac

Diritto d’autore, anche 99 Posse e Dark Polo Gang passano a Soundreef

’O Zulù, front leader dei 99 Posse (Agf)
’O Zulù, front leader dei 99 Posse (Agf)

Un 2018 davvero incandescente per il dibattito intorno al diritto d’autore: dopo Enrico Ruggeri e J-Ax, approdano a Soundreef anche 99 Posse e Dark Polo Gang. Il primo dei due passaggi desta sorpresa: il gruppo rap militante, formatosi a Napoli nei primi anni Novanta nell’orbita del centro sociale Officina 99, a dispetto dello statalismo spinto della dottrina marxista, una volta tanto ha scelto il principio di concorrenza.
«Ci hanno convinto - spiega il collettivo guidato da Luca “’O Zulù” Persico - amici musicisti, persone che stimiamo e che ci lavorano. Abbiamo voglia di provare un nuovo modo di gestire i nostri diritti in maniera rapida e analitica. Ringraziamo la Siae per il lavoro svolto in questi anni e ci auguriamo che il processo di cambiamento che sta intraprendendo sia rapido ed efficace». Per il fondatore di Soundreef Davide D’Atri «la nostra società si arricchisce di una storica formazione che ha fatto delle battaglie sociali e della lotta alle ingiustizie una bandiera».

Passa anche Dark Polo Gang
Scelta analoga anche da parte della Dark Polo Gang, band romana di musica trap che nel luglio dello scorso anno con Twins ha raggiunto la vetta della classifica italiana degli album più venduti. Ancora sotto i riflettori, insomma, la start up di diritto inglese fondata dal romano D’Atri che martedì della prossima settimana, nella Capitale, terrà una conferenza stampa nella quale farà un bilancio dei primi due anni di attività e annuncerà la via attraverso la quale intende rispondere alla nuova Legge sul diritto d’autore entrata in vigore con l’ultima Finanziaria, in virtù della quale cade l’esclusiva Siae, il mercato nazionale si apre a eventuali nuovi organismi di gestione (Ogc) del diritto d’autore ma non alle entità di gestione indipendente (Egi), come Soundreef.

La collecting privata che conta nel proprio roster autori come Fedez, Gigi D’Alessio e il maestro Maurizio Fabrizio, nei giorni scorsi ha annunciato accordi con YouTube e la svizzera Suisa, storica società di gestione collettiva, per raccolta e ripartizione dei diritti dei propri autori ed editori per le utilizzazioni multi-territoriali online. Utilizzazioni da gestire anche attraverso la piattaforma Mint, creata da Suisa in collaborazione con Sesac, collecting americana controllata dal fondo The Blackstone Group.

La posizione di Sesac
Da Alexander Wolf, presidente di Sesac International, arriva una precisazione: «Soundreef è cliente, non partner di Mint, come si potrebbe essere portati a capire dalle comunicazioni di questi giorni». All’interno della nota stampa della società di D’Atri «non ci è piaciuto il riferimento a Sesac. Abbiamo avuto uno scambio di mail con Soundreef, nel quale abbiamo precisato la nostra posizione». Per Wolf, in ogni caso, l’apertura del mercato italiano a potenziali nuovi player è comunque «un fattore positivo. Siae sta lavorando bene negli ultimi anni. Abbiamo a lungo collaborato insieme e ritengo di credere che lo faremo per lungo tempo ancora». Anche il direttore generale di Siae Gaetano Blandini interviene sull’argomento: «Soundreef, dunque, è cliente, non partner, come aveva fatto capire. Si confermano artisti del verosimile, bravissimi nel comunicare con efficacia dettagli che neanche avrebbero dignità di notizia». D’Atri, fondatore di Soundreef, sottolinea: «Il nostro contratto è con Suisa, non abbiamo intrattenuto alcun tipo di relazione con il signor Wolf. Il comunicato stampa dell’altro giorno era stato condiviso da Suisa». La guerra va avanti.

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