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Berlusconi sul deficit: rispetteremo azzeramento entro il 2020

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Berlusconi sul deficit: rispetteremo azzeramento entro il 2020

«Noi siamo assolutamente intenzionati a mantenere gli impegni assunti dall'Italia con l'Europa, io immagino e spero che riusciremo a mantenerlo» l'impegno di azzerare il deficit entro il 2020. Lo ha detto Silvio Berlusconi intervistato da Radio 24. Berlusconi ha anche affermato che la flat tax al 23% non verrà varata in deficit, e che comunque essa farà crescere il Pil grazie anche all'emersione del sommerso.

Berlusconi: rispetteremo azzeramento deficit in 2020
Parlando della flat tax, Berlusconi ha spiegato più nel dettaglio che se il centrodestra andrà al governo, «l’aliquota all’inizio dipenderà dalla compatibilià dei conti pubblici, perché non possiamo abbassare le tasse in deficit». Tuttavia, ha sottolineato il leader di FI, «la flat tax non peggiora i contri, ma anzi li migliora. Non costa ma aumenta il gettito». «All’inizio la flat tax - ha proseguito - verrà coperta con l’eliminazione della giungla delle detrazioni e delle agevolazione e dall'emersione del sommerso. All'inizio sarà del 23% e man mano magari potrà scendere fino al 13. Come nella federazione Russa». Immediatamente verrà pure innalzata la no tax area a 12.000 euro. «Noi dobbiamo diminuire anche il debito, - ha aggiunto - e si fa aumentando il Pil; nel rapporto tra debito e Pil oggi il denominatore è falsato dal reddito sommerso» che emergerebbe con la flat tax.

Berlusconi ha poi rilanciato sulla necessità di riformare la Costituzione, a partire dall’elezione diretta del presidente della Repubblica e dal vincolo di mandato per i parlamentari. Mentre sul tema immigrazione ha parlato di un «grande piano Marshall per l'Africa» per disincentivare i flussi. E ha sottolineato l’importanza di accordi stipulati dalla stessa Ue «con i paesi di origine per i rimpatri».

La rassicurazione alla Ue su regola deficit/Pil al 3%
Il Cavaliere è reduce da una trasferta di 48 ore Bruxelles, dove si è presentatio nella veste di “garante” del centrodestra presso le istituzioni Ue, in vista del voto di marzo in Italia. Una due giorni fitta di incontri con i leader del partito popolare europeo che lo hanno accolto a braccia aperte. E poi con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker che ha parlato di «eccellente» faccia a faccia. Il tutto per accreditarsi con i vertici delle istituzioni europee, preoccupate dall'avanzare dei populismi e del ruolo della Lega in un alleanza di centrodestra. Il leader di Forza Italia si è detto intenzionato a rispettare la regola del 3% del rapporo deficit/Pil», pur dicendosi d’accordo con il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani per il quale «quella del 3% è una regola che in caso di certe necessità di programma economico può essere superata»

La linea differente di Salvini
Una linea che però non pare condivisa dal leader del Carroccio Matteo Salvini. «Il numerino 3 (il tetto del 3% nel rapporto deficit-Pil, previsto dal Patto di Stabilità e credscita Ue, ndr), se danneggia le imprese e le famiglie italiane, per noi non esiste», ha attaccato infatti ieri il segratario del Carroccio. Oggi Berlusconi a Radio 24 ha provato a smussare, sostendendo che non c'è contrasto con il leader della Lega: «Abbiamo detto la stessa cosa. A proposito del 3% ho detto che probabilmente lo rispetteremo, se ci riusciamo lo faremo. Io sono per mantenere gli impegni e lo faremo se sarà possibile».

Ieri Salvini aveva anche rilanciato le sue posizioni “no euro”. Anche qui in dissenso con il Cavaliere. «L’euro era e resta un esperimento sbagliato che ha danneggiato il lavoro e l'economia italiana - ha detto il segretario del Carroccio - Noi non cambiamo idea. Ci prepariamo a difendere l'interesse nazionale come abbiamo sottoscritto nel programma del centrodestra con la prevalenza della Costituzione sull'ordinamento Ue»

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