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Gentiloni: «Oggi le migliori condizioni per investire al Sud»

La cultura come cifra politica, sociale, economica.  Un punto fermo per costruire un mondo «senza chiusure e protezionismo», insomma senza muri e per coltivare sviluppo. Nel Mezzogiorno e soprattutto in Italia. È un po’ questo il filo conduttore dell’intervento del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni alla cerimonia di inaugurazione di Palermo capitale italiana della cultura 2018.

E Palermo e la Sicilia che, come spesso accade, diventano metafora del Paese, in lotta contro gli stereotipi. Ne accenna nel suo intervento il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che dice, «siamo l’esagerazione dell’Italia: tutto ciò che in Italia e brutto da noi è bruttissimo, tutto ciò che in Italia è bello in Sicilia è bellissimo». Ed è da qui, dal bello, che Gentiloni parte senza trascurare ovviamente ciò che di bruttissimo in questo momento c’è in questa terra: «Sappiamo che ci sono problemi e ce ne stiamo occupando in queste ore: la crisi idrica, l’emergenza rifiuti. Ce ne stiamo occupando all'insegna di quello che deve essere la proficua collaborazione tra enti istituzionali. Non perché siamo qui ci siamo dimenticati dei problemi, ma Palermo Capitale della cultura è l'occasione per rilanciare questa straordinaria città e tutta l'isola » dice il presidente del Consiglio che si premura di non nascondere la polvere sotto il tappeto in un Teatro Massimo affollato (ma non stracolmo) di amministratori pubblici, di esponenti del governo regionale e nazionale con il ministro per i beni culturali Dario Franceschini che qui annuncia: «La commissione sta concludendo i lavori, il 19 febbraio sarà proclamata la capitale italiana della cultura del 2020, saltiamo il 2019 perché Matera sarà capitale della cultura in Europa».

In platea ovviamente il padrone di casa Leoluca Orlando, il sindaco del capoluogo siciliano che continua a rilanciare l’immagine di una città, Palermo, come luogo multiculturale e aperto (se ne trova una rappresentazione nel logo della manifestazione creato da Daniela Ciprì, giovane studentessa dell’Accademia di Belle arti ) . Un tema quello dell’apertura e della multiculturalità che, in questo giorno in cui si chiudono le liste per le politiche e comincia formalmente la campagna elettorale, diventa quasi l’occasione per parlare indirettamente di temi che diventeranno caldi nei prossimi giorni. Gentiloni, che sarà candidato anche in Sicilia, lo fa con il suo solito garbo ma non trascura questo aspetto: «Grazie Palermo - dice - da qui parte un sentimento di rinascita che fa bene alla Sicilia ma anche all’Italia. Palermo è una città che sa stare al mondo perché ha la capacità di non rinnegare le proprie radici e la propria identità. Radici e identità che vanno di pari passo con aperture e scambi. Queste sono le città italiane che hanno la capacità di parlare al mondo intero, Le nostre radici che non possono essere utilizzate per chiuderci. La forza delle radici da utilizzare con il mondo senza chiusure e senza protezionismi».

Considerazioni che sono un punto di partenza per un ragionamento più ampio sulla capacità della cultura di creare ricchezza e benessere, su Palermo ponte con la più vasta area del Mediterraneo e dell’Africa, sul Sud che ha una grande opportunità per crescere. Per Gentiloni uno sguardo al futuro e uno al lavoro fatto : «La cultura è un tesoro su cui dobbiamo investire - dice -: il 17% della ricchezza del nostro Paese fa parte della filiera culturale e turistica allargata. Abbiamo alle spalle una stagione di buoni risultati e dobbiamo proseguire su questa strada per fare in modo che via sia un clima favorevole per la cultura. Ho visto il successo che hanno avuto le trasmissioni televisive dedicate ai siti dell'Unesco, quando la Rai fa la Rai, fa delle cose che hanno un grandissimo valore».

E poi c’è il filo che unisce Palermo a Matera, città capitale europea della cultura per il 2019 e dunque un ragionamento sul Mezzogiorno: «Il passaggio di consegne che avverrà il 31 dicembre è carico di simboli: Matera è storia di povertà - dice Gentiloni - . Ma la speranza di rinascita deve investire l’intero Mezzogiorno. I dati sono incoraggianti: noi abbiamo fatto un lavoro importante e possiamo dire che non ci sono mai state condizioni così favorevoli per investire al Sud. Gli imprenditori e gli investitori devono sapere che oggi ci sono le migliori condizioni per investire da queste parti».

Infine un riferimento alla centralità di Palermo nell’area mediterranea: «Fare una grande biblioteca di studi islamici nel nome di Giorgio La Pira a Palermo (nel programma delle iniziative di quest’anno ndr) è un segno di dialogo di cui abbiamo bisogno. Nel Mediterraneo in questo momento sembra traballare l'ordine garantito - dice Gentiloni -. L’Italia sta investendo nel Mediterraneo e in Africa, non perché pensiamo che siano un business ma perché vogliamo investire sul dialogo e sulla pace. Anche in questo Palermo può giocare un ruolo straordinario».

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