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Sei Nazioni, l’Italrugby sfida l’Inghilterra dal super-budget

(Ap)
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Sul campo e fuori è un confronto impari tra Italia e Inghilterra, oggi di fronte all’Olimpico per il primo turno del Sei Nazioni 2018 di rugby.

Gli ospiti, unica squadra europea che gli Azzurri non hanno mai battuto, sono secondi nel ranking mondiale e vengono da due tornei vinti consecutivamente. L’Italia, 14esima al mondo, non concluso all’ultimo posto i Sei Nazioni 2016 e 2017 ma è stata in entrambi i casi “omaggiata” del cucchiaio di legno, il trofeo virtuale che tocca a chi perde tutte le partite. A livello di club i Saracens londinesi campioni d’Europa in carica sono su livelli difficilmente paragonabili a quelli di Benetton Treviso e Zebre, le migliori rappresentanti italiane. E dal 2012 fanno parte della ristretta “famiglia” di realtà sportive il cui stadio è sponsorizzato da Allianz, il colosso assicurativo tedesco che da questa stagione dà il proprio nome anche allo Juventus Stadium.

Il bilancio annuale della Rugby Union inglese si attesta sui 210 milioni di euro (185 milioni di sterline), più del quadruplo dei 46 milioni di euro di quello della Fir, che pure in ambito Coni rimane tra le realtà più in salute (il Sei Nazioni tra diritti tv, sponsor e biglietti vale circa 20 milioni per l’Italia). Perfino a livello femminile l’avversaria insormontabile veste la maglia bianca con la rosa rossa. Noi ci diciamo soddisfatti per essere arrivati ad avere 8mila ragazze tesserate? Ebbene, in Inghilterra è appena stato avviato un piano quadriennale per raddoppiare il numero delle rugbyste attive, da 25mila a 50mila.

Possiamo anche vederlo come un incubo, insomma. Ma se oggi lo Stadio Olimpico ospiterà circa 60mila spettatori lo si deve anche al fascino di una Nazionale che attira i fan della squadra padrona di casa e trascina migliaia di sostenitori dal Regno Unito, invogliati da una trasferta che per molti è diventata irrinunciabile. Qui gioca il suo ruolo l’appeal della Città Eterna, quello che Oltremanica consente di vendere pacchetti a cifre non da saldo: un minimo di 900 sterline per volo, soggiorno di due notti in hotel e ingresso allo stadio.

È stato calcolato da uno studio di Ebtl (l’Ente bilaterale per il turismo del Lazio) che nei weekend in cui a Roma si gioca un confronto del Sei Nazioni le presenze alberghiere aumentano di oltre il 6 per cento. Un giro d’affari che induce a sviluppare una serie di iniziative, tra cui quella di Fir e ministero dei Beni e culturali: i possessori di biglietti per le partite del torneo hanno diritto all’ingresso gratuito per due persone in uno degli oltre 40 musei che sono stati coinvolti.

A proposito di città coinvolte, per la prima volta in una storia ultrasecolare - e proprio in occasione del match con gli Azzurri - la Francia ospiterà un incontro del torneo lontano da Parigi. Appuntamento venerdì 23 febbraio al Vélodrome di Marsiglia, sponsorizzato dalla compagnia telefonica Orange fino al 2026 per una cifra annua di 2,7 milioni di euro. Nel Paese transalpino, peraltro, il rugby non sta vivendo momenti tranquilli: il presidente federale Bernard Laporte è sotto inchiesta per un conflitto di interessi in cui sarebbe coinvolta Altrad, azienda dell’imprenditore franco-siriano - proprietario del Montpellier - che aveva appena concluso con la federazione un contratto da 35 milioni di euro per diventare sponsor di maglia della Nazionale fino al 2023. Accordo molto discusso, a questo punto, mentre lo sponsor unico del Sei Nazioni è cambiato solo in parte: da Royal Bank of Scotland (che si era riproposta mettendo sul tavolo 17 milioni per l'edizione 2018) a NatWest, ramo retail dello stesso istituto. Il fatto è che gli organizzatori del torneo puntavano a un nuovo investitore, più “generoso”. Ma non ci sono riusciti ed ecco la soluzione temporanea per un importo di 12,5 milioni. Almeno per quanto riguarda il Regno Unito, è salita l'incertezza a causa di un fattore che influenza negativamente anche le prospettive economiche dello sport. Il suo nome? Brexit.

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