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Italo: Gentiloni, buffo che grandi imprese abbiano agito da start up

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Il premier: se Italia chiama farò mio dovere

Italo: Gentiloni, buffo che grandi imprese abbiano agito da start up

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è intervenuto alla trasmissione “Otto e mezzo” su La7.  ( Ansa)
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è intervenuto alla trasmissione “Otto e mezzo” su La7. ( Ansa)

La cessione di Italo-Ntv a un fondo americano? «A me un po’ è dispiaciuto perché forse avrebbero potuto esercitare un’ambizione maggiore, si sono un po’comportati come una start up. È buffo che grandissime imprese e grandissime istituzioni finanziarie non abbiano coltivato l’ambizione di un progetto europeo: potevamo coltivarla anche noi italiani». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nel suo intervento a “Otto e mezzo”, in onda questa sera su La7.

Quanto allo scenario politico il giorno dopo le elezioni del 4 marzo, «se nessuno sarà autosufficiente si troverà una strada per un Governo stabile». Ma, ha aggiunto Gentiloni, «ci potrebbero essere delle sorprese nel risultato elettorale, penso che la nostra credibilità possa essere percepita nei prossimi 15 giorni meglio di come viene percepita oggi, me lo auguro».

Mio impegno finisce tra 15 giorni, se Italia chiama farò mio dovere
«Ho preso un impegno 14 mesi e 5 giorni fa - ha spiegato -, li conto i giorni, il mio impegno finisce tra 15 giorni, la parola passa poi al Parlamento, al presidente della Repubblica, non fa più parte del mio impegno. Se l’Italia chiama - ha aggiunto -, farò il mio dovere, come sempre, ma deve chiamare con una compagine di Governo che proseguirà su questa strada».

Larghe intese?Tema del dopo,ora campagna Pd
Sullo sfondo delle parole del presidente del Consiglio, l’ipotesi delle larghe intese dopo il voto del 4 marzo, sul modello grande coalizione in Germania. Quella delle larghe intese, ha sottolineato il premier, «è una discussione da fare dopo le elezioni. Prima delle elezioni, come in Germania e in tutti i Paesi democratici, il Pd e i suoi alleati fanno la loro proposta agli elettori. Questo devono fare. Io voglio fare una campagna elettorale sul Pd - ha aggiunto - che è il più credibile e più affidabile, non faccio campagna sulle intese dopo. Non diamo la sensazione che sia un passaggio scontato, perché ci potrebbero essere sorprese nel risultato elettorale».

Con Renzi rapporti ottimi
Gentiloni ha escluso che ci sia una competizione con il segretario del Pd Matteo Renzi. «I rapporti con Renzi sono ottimi, non siamo due gocce d’acqua, abbiamo un carattere diverso ma siamo persone di grande responsabilità e stiamo guidando questa campagna elettorale per il risultato migliore per il centrosinistra, lo faremo insieme. Ho letto oggi in un articolo che non avrei citato Renzi a un evento: non è vero», ha aggiunto.

I populisti non vinceranno nemmeno in Italia
I populisti? Secondo Gentiloni alla fine non vinceranno. «Con tutto il rispetto per sondaggi e sondaggisti - ha detto -, penso che alla fine decidono gli elettori. Al 16 febbraio penso non sia corretto fare una discussione come se fossimo al 16 marzo. La situazione è chiara: ci sono tre blocchi, il centrosinistra a guida Pd, il centrodestra molto diviso e i Cinque stelle. Bisogna scegliere tra questi tre blocchi e chi propone il centrosinistra a guida Pd oggi deve innanzitutto dire agli elettori di scegliere la nostra proposta». Ma i populisti in Europa, ha ricordato, «non hanno vinto, non vinceranno» neanche in Italia.

Non siamo cugini campagna di Francia e Germania
Rispondendo a una domanda su una eventuale subalternità dell’Italia a Francia e Germania, il capo del governo ha sottolineato: «Questa storia dei cugini di campagna non mi ha mai colpito molto. Francia e Germania hanno un rapporto speciale, dopodichè stiamo lavorando con la Francia a un trattato bilaterale che consoliderà le relazioni, abbiamo con la Germania una condivisione impressionante su valori fondamentali».

Carceri: Gentiloni, decreti attuativi in Cdm il 22/2
«I decreti attuativi della riforma carceraria - ha annunciato - saranno all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 22 febbraio».

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