Dopo giorni di tira e molla, i partiti del centrodestra hanno deciso di presentarsi divisi alle consultazioni del 4-5 aprile al Colle. Andare uniti avrebbe dato probabilmente una immagine più forte della coalizione, quella che ha preso il maggior numero di voti il 4 marzo, rendendo più deboli le pretese del M5S, che invece sottolinea di essere il partito che ha vinto le elezioni. Ma alla fine ha prevalso la volontà di Silvio Berlusconi di ribadire che è lui il leader di Fi ed è con lui che bisognerà trattare per formare un nuovo governo. Eppure, anche se la coalizione di centrodestra è ormai unita da 20 anni, dal 2008 solo nel 2013 si è presentata in delegazione congiunta alle consultazioni.
Centrodestra in ordine sparso al Quirinale
I capigruppo di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, insieme ai rispettivi leader, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, si presenteranno dunque in ordine sparso al Colle il 4 e 5 aprile per un primo giro d’orizzonte con il capo dello Stato sul nuovo governo. In base al patto di coalizione, tutti e tre i raggruppamenti indicheranno Salvini come candidato premier del centrodestra, in quanto segretario del partito che ha ricevuto il maggior consenso elettorale. Ma Berlusconi manterrà un atteggiamento “responsabile” e presterà particolare attenzioni a eventuali indicazioni che arriveranno dal Quirinale. E Salvini ha già detto di essere pronto anche a farsi da parte qualora fosse necessario per consolidare una eventuale maggioranza parlamentare.
Forza Italia e Lega insieme al Colle solo nel 2013
La scelta di andare separati non è una novità per azzurri e Carroccio. Anzi è stata la prassi. I precedenti storici dell’ultimo decennio dicono che solo in occasione del mandato esplorativo affidato all’allora segretario dem Pier Luigi Bersani (dopo le elezioni politiche del 2013) le due delegazioni “marciarono” insieme. Era il 20 marzo 2013 e al Colle salirono il leader del Pdl, Silvio Berlusconi insieme all'allora segretario Angelino Alfano e ai capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta. Mentre per la Lega c’erano il vicesegretario federale Giacomo Stucchi e i capigruppo Giancarlo Giorgetti e Massimo Bitonci. Assente l’allora segretario Roberto Maroni.
I precedenti storici
Erano altri tempi. E il centrodestra era fermo sulla linea di stoppare il tentativo di formare un governo da parte di Bersani, che disponeva di una maggioranza alla Camera (grazie al premio di maggioranza previsto dal “Porcellum”) ma non al Senato. Non a caso, dopo il fallimento dell’allora segretario dem, le due delegazioni di Lega e Forza Italia tornarono a dividersi il mese successivo, con il nuovo giro di consultazioni che vide profilarsi un governo Letta appoggiato dagli azzurri e osteggiato dal Carroccio.
La formula delle delegazioni separate è sempre ritornata nell'ultimo decennio: dopo la vittoria del centrodestra nel 2008; a seguito delle dimissioni di Berlusconi a fine 2011 e dopo il passo indietro di Monti nel dicembre 2012. Stessa linea anche dopo le dimissioni di Letta nel febbraio 2014 e di Renzi nel dicembre 2017
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