Nel 2013 fu l'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo il fallimento del preincarico a Bersani e il secondo giro di consultazioni andato a vuoto, a nominare una squadra di dieci saggi per scrivere la road map di riforme economiche e istituzionali necessarie al Paese e aiutare i partiti a sbloccare l'impasse per il governo. Cinque anni dopo è il leader M5S Luigi Di Maio a tirare fuori dal cilindro, proprio alla vigilia del secondo round al Colle, l'idea di un “comitato scientifico di analisi dei programmi” con il compito di individuare con metodo le convergenze possibili dei 20 punti M5S con le proposte della Lega o del Pd. Una carta da giocare con il capo dello Stato Sergio Mattarella sia per guadagnare tempo sia per dimostrare la volontà di trovare un'intesa.
Cinque anni fa i saggi erano tutti uomini, magistrati o politici noti per la loro vicinanza o organicità alle maggiori forze politiche: tra loro Giancarlo Giorgetti, Luciano Violante, Gaetano Quagliariello, Giovanni Pitruzzella e Valerio Onida. Oggi il coordinatore prescelto da Di Maio è Giacinto della Cananea, ordinario di diritto amministrativo a Tor Vergata e componente dal 2014 del consiglio di presidenza della Corte dei conti.
Classe 1965, laureato con lode in giurisprudenza alla Sapienza nel 1989, della Cananea è meno famoso del suo maestro: quel Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta, più volte evocato in questi giorni nella rosa dei possibili “premier terzi” da proporre ai partiti nel caso non si riuscisse a trovare un accordo. Di Cassese, quando era ministro per la Funzione pubblica nel governo Ciampi, della Cananea è stato consulente in materia di semplificazione amministrativa. Dal 1997 al 2003 è stato nel Cda di Cassa depositi e prestiti.
Indubbio il profilo europeista, altra garanzia da esibire con Mattarella: a Tor Vergata l'esperto, che ha conseguito il dottorato di ricerca in diritto europeo presso l'Istituto universitario europeo di Firenze, insegna anche “European
Administrative Law”, materia di cui è docente anche a Science-Po (Parigi). Dal 2001 coordina il gruppo italo-tedesco di diritto pubblico. Dal 2005 coordina per l'Italia il seminario italo-francese di diritto amministrativo. Dal 2000 è socio dello European group of public law. Dirige una delle sei unità operative del progetto di ricerca di interesse nazionale (Prin) finanziato nel 2013 sul tema della codificazione dei procedimenti amministrativi dell'Ue. Con la giudice costituzionale Marta Cartabia ha fondato l'Italian Journal of Public Law.
Quel che il curriculum non dice è come della Cananea si è avvicinato alla galassia Cinque Stelle, fino a diventare un tecnico di assoluta fiducia di Di Maio. Il 2 giugno 2017 è intervenuto al maxi convegno sulla giustizia promosso dal M5S alla Camera (quello a cui parteciparono Davigo e Cantone), disquisendo di progressi e problemi della giustizia contabile in qualità di membro del suo organo di autogoverno. Ma soprattutto è a lui che i pentastellati si sono rivolti quando sul blog c'è stata da presentare la riforma dell'amministrazione tributaria, a suo giudizio urgente per disincentivare il contenzioso. Il 2 luglio 2017 registrava la riduzione dell'arretrato, ma anche le oltre 40mila liti ancora pendenti alla sezione tributaria della Cassazione. Al quesito se concentrarsi sul giudice tributario, professionalizzandolo, o se invece migliorare le condotte dell'amministrazione fiscale, della Cananea rispondeva indicando senza tentennamenti la seconda strada.
Adesso tocca a lui scegliere una decina di altri “saggi” per stanare le convergenze programmatiche possibili e verificare sul campo la fattibilità di un accordo di governo M5S con Lega (con cui l'intesa sembra avanzata) o con il Pd. È un altro tecnico di spiccato valore con cui i Cinque Stelle tentano di dotarsi di una classe dirigente all'altezza. E chissà se terrà conto dei tanti moniti lanciati da Cassese, spesso critico con l'impreparazione dei pentastellati e con quella che definisce “la drammatica esperienza” nella Capitale.
© Riproduzione riservata