Sul divano e sulla scrivania del suo studio sono accatastate decine e decine di fogli con progetti, schizzi e appunti per i nuovi prodotti. Alle pareti, la lista dei 1.500 negozi Kartell in giro per il mondo, con in evidenza quelli in cui è già iniziata la riorganizzazione degli spazi secondo il nuovo modello di punto vendita, riprodotto nello stand dell’azienda al Salone del Mobile di Milano.
Claudio Luti, presidente dell’azienda di design milanese, ha lavorato fino all’ultimo, gomito a gomito con i designer, per mettere a punto i 25 prodotti inediti da presentare in fiera. Non solo nuovi oggetti, ma anche nuove collezioni e sperimentazioni su materiali e ambiti inediti per l’azienda di Noviglio, famosa in tutto il mondo soprattutto per i prodotti in plastica.
Tanto per cominciare, Kartell debutta quest’anno nel legno, con Woody, una collezione disegnata da Philippe Starck: «Per noi è una bella sfida, perché non è stato facile trovare la materia prima adatta e gli stampi in grado di piegare e trattare il legno in modo da realizzare prodotti coerenti con il Dna di Kartell». Ovvero fare “Industrial design”, un design di ricerca e di qualità, ma su scala industriale. «Noi non siamo un’azienda che fa prodotti in plastica – precisa Luti –. Noi utilizziamo qualunque materiale si presti a essere lavorato secondo questa strategia».
Quindi, largo anche ai tessuti, con la collezione realizzata in collaborazione con Double J, che ha rivestito in abiti vintage alcuni pezzi iconici del catalogo Kartell. E, se plastica deve essere, meglio che sia “bio”: da un paio d’anni l’azienda è interessata alla ricerca sulle bioplastiche, tanto che lo scorso dicembre è entrata nel capitale di Bio-On, società fra i protagonisti della nuova chimica ecosostenibile, acquisendone il 2%. Al Salone presenta una nuova collezione con alcuni oggetti ecofriendly, tra cui una sedia disegnata da Antonio Citterio. E poi ci saranno i primi pezzi (sempre firmati da Starck) della linea outdoor, e un tavolo di Piero Lissoni pensato per studiare, mangiare e cucinare in un unico luogo.
La logica, spiega Luti, è sempre quella della “brand extension” che ha indirizzato le scelte dell’azienda negli ultimi anni. Con i suoi 103 milioni di fatturato aggregato, Kartell ha infatti fondato la sua crescita non su una strategia di acquisizioni di altre società, ma di allargamento del brand a settori diversi dell’arredo, dai bagni alle collezioni per bambini, o anche confinanti (tableware, fragranze e persino accessori moda). Funziona, assicura Luti: «L’azienda è sana e fa ottimi profitti. Inoltre stiamo lavorando per migliorare la nostra presenza su tutti e tre i canali distributivi: il retail attraverso i negozi fisici, che resta la voce principale, l’ecommerce, che rappresenta circa il 10% delle nostre vendite, e il contract, segmento in cui siamo appena all’inizio e oggi vale circa il 5% del fatturato».
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