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urne aperte dalle 7 alle 23

Ecco perché il voto in Molise è importante per la nascita del nuovo governo

Occhi puntati sul Molise. Oggi 313.253 elettori (di cui 78.361 residenti all'estero) sono chiamati alle urne per eleggere il presidente della Giunta e per rinnovare il Consiglio regionale. Si vota in 136 comuni nelle province di Campobasso ed Isernia. Le urne resteranno aperte dalle 7 alla 23. Quattro i candidati governatori, 16 le liste e oltre 300 gli aspiranti consiglieri regionali. Lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi e dovrebbe essere veloce. I risultati potrebbero arrivare già verso l’una di notte. Il voto molisano, a dispetto del numero limitato di elettori, acquista una valenza politica particolare perché si intreccia con le fortissime fibrillazioni per la nascita del nuovo governo. Non a caso, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, la regione è stata battuta in lungo e in largo dai principali leader politici nazionali, da Berlusconi a Salvini a Di Maio.

Da sinistra, in alto, Andrea Greco (M5s), Carlo Veneziale (centrosinistra); in basso, Donato Toma (centrodestra) e Agostino Di Giacomo (CasaPound)

Big in campo in regione
Non a caso il Cavaliere (rimasto in regione anche nel sabato di silenzio elettorale), furioso per il veto pentastellato su qualsiasi forma di partecipazione di Forza Italia al governo M5s-Lega, ha lanciato dal Molise le sue bordate più pesanti contro i pentastellati («un partito che non conosce l'abc della democrazia, formato solo di disoccupati, che rappresenta un pericolo per l'Italia. Nella mia azienda li prenderei per pulire i cessi»).

Voto locale con valenza nazionale
La partita del Molise ha dunque soprattutto una valenza nazionale. Di Maio punta a un successo per pareggiare il conto con Salvini, che sente già la vittoria in tasca in Friuli (dove si vota domenica 29 aprile) ma anche per il valore simbolico che avrebbe per il Movimento la conquista della sua prima regione in Italia, dopo aver fallito l’obiettivo nel Lazio e Sicilia. Mentre Salvini punta soprattutto a un clamoroso sorpasso della Lega sull’ormai alleato-nemico Forza Italia. Un esito che, corroborato dal probabile successo del leghista Massimiliano Fedriga in Friuli, potrebbe essere il viatico per consumare lo strappo definitivo con il Cavaliere a livello nazionale. E dar vita al governo M5s-Lega.

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Salvini punta al sorpasso su Forza Italia
L’obiettivo di superare Forza Italia in Molise è ambizioso ma non impossibile. Alle politiche gli azzurri hanno preso il doppio dei voti del Carroccio: 16,1% contro 8,7% del Carroccio. Ma la Lega è in crescita nei sondaggi nazionali. E il centrodestra, per provare a recuperare il gap di 15 punti percentuali con i 5 stelle (che alle politiche del 4 marzo hanno incassando il 44,8% dei voti, con il centrodestra fermo al 29,8%), ha messo in campo ben 9 liste. La proliferazione di liste e candidati da un lato dovrebbe portare più consensi alla coalizione, dal momento che le elezioni locali un ruolo determinante lo hanno le preferenze e i candidati radicati sul territorio. Ma è anche vero che liste di appoggio al centrodestra come quella dell'ex governatore azzurro Michele Iorio potrebbero erodere consensi alla lista di Forza Italia.

Cinquestelle in pole dopo le elezioni politiche
Il candidato scelto dal M5s online con la piattaforma Rousseau è Andrea Greco, laureato in Giurisprudenza, primo dei non eletti nelle precedenti elezioni regionali. Negli ultimi cinque anni è stato consulente giuridico e uno dei collaboratori del gruppo consiliare in Regione.

Centrodestra con 9 liste a sostegno di Toma
Il centrodestra sostiene Donato Toma, presidente dell'Ordine dei commercialisti della Provincia di Campobasso, considerato vicino a Forza Italia. Tra le 9 liste a sostegno di Toma, oltre a Fi, Lega, FdI, nella coalizione di centrodestra ci sono i centristi dell’Udc e i Popolari per l'Italia, la formazione di ispirazione democratico-cristiana dell'ex ministro della Difesa del Governo Letta, Mario Mauro, il movimento cattolico-tradizionalista del Popolo della Famiglia, la lista dell'ex governatore di centrodestra Michele Iorio (nell'ultimo periodo avvicinatosi a Raffaele Fitto), il Movimento nazionale per la sovranità fondato da Gianni Alemanno e Francesco Storace e Orgoglio Molise.

Centrosinistra ricompattato su Veneziale
Dopo la pesante sconfitta alle elezioni politiche del 4 marzo, il centrosinistra è riuscito a presentare un candidato unitario. Si tratta di Carlo Veneziale (ex segretario cittadino e responsabile provinciale dell’organizzazione dei Ds a Isernia) assessore uscente allo Sviluppo della giunta dem guidata dal renziano Paolo Frattura, ma con solide radici a sinistra. Si è giunti a questo risultato grazie al passo indietro del governatore Frattura e dell'ex senatore Pd Roberto Ruta (vicino a Michele Emiliano), che proprio in opposizione a Frattura aveva dato vita a Ulivo 2.0 (coalizione nata con l'obiettivo di unire il centrosinistra in discontinuità con le scelte politiche di Frattura, a partire dalla sanità). A sostegno di Veneziale corrono il Pd, Leu e altre tre liste civiche.

In campo per il movimento di estrema destra CasapoundItalia Agostino Di Giacomo, la cui lista è tra quelle che presenta il minor numero di candidati: solo 15. A Di Giacomo il ruolo dell'outsider con il tentativo di conquistare voti al di fuori dei tre blocchi.

Tre opzioni per l’elettore e no al voto disgiunto
Gli elettori hanno tre possibilità per esprimere il proprio voto, su un’unica scheda dove sono riportati i nominativi degli aspiranti presidenti della Regione (con al lato il rispettivo simbolo) affiancati dai contrassegni delle liste, singole o coalizzate, che li appoggiano. Si può votare solo per il candidato presidente. È possibile tracciare inoltre un segno sia per il candidato “governatore” sia per una delle liste a esso collegate. Oppure l'elettore può votare a favore solo di una lista. In questo caso però il voto si estende anche al candidato presidente collegato alla lista prescelta. L'elettore può esprimere una o due preferenze. Con una avvertenza. Se opta per due preferenze, deve trattarsi di candidati di genere diverso, pena l'annullamento della seconda scelta.

Maggioranza assoluta assicurata
Il nuovo sistema elettorale entrato in vigore quest’anno è un proporzionale a turno unico con premio di maggioranza. I membri del consiglio da eleggere sono 20, a cui si aggiunge di diritto il presidente della Regione. Vince il candidato che ottiene un voto più degli altri. Alla sua lista o alla sua coalizione di liste vengono assegnati in consiglio almeno 12 seggi (e al massimo 14). Il sistema assicura perciò sempre a chi vince la maggioranza assoluta

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