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Molise: rivincita Fi grazie alle liste locali, l’accordo Pd-Leu non paga

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in visita a Larino, prima tappa del suo tour elettorale in Molise
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in visita a Larino, prima tappa del suo tour elettorale in Molise

Rivincita di Forza Italia, grazie alle liste locali, che scongiura il sorpasso della Lega. La ritrovata alleanza tra Pd e Liberi e Uguali non paga, con la colazione di centrosinistra che prende meno voti rispetto alle politiche (quando i due partiti si erano presentati divisi). Il M5S conferma la sua debolezza alle amministrative rispetto alle elezioni politiche. Sono queste le tre tendenze che emergono dalle elezioni regionali in Molise.

Liste locali di centrodestra al 27%
In Molise Forza Italia e la strategia di Silvio Berlusconi di si mostrano vincenti. Per contrastare l’appeal del grillini, si è deciso di creare una coalizione ampia, di 9 liste, per 180 candidati consiglieri regionali. Oltre a Fi, Lega e Fratelli d’Italia (che hanno incassato poco più del 21%) si sono unite altre 6 liste, che nel complesso hanno preso il 27%. Un ruolo determinante lo hanno giocato i candidati con un ampio radicamento sul territorio. Basti pensare al ruolo svolto dall’europarlamentare di Fi Aldo Patriciello, che 5 anni fa portò i suoi 14 mila voti in dote al centrosinistra e che stavolta è ritornato nella casa madre di centrodestra. È strato proprio Patriciello a sponsorizzare la candidatura vincente di Donato Toma, presidente dell'Ordine dei commercialisti della Provincia di Campobasso.

Dall’Udc agli ex del centrosinistra
Nella coalizione di centrodestra ci sono i centristi dell’Udc (5,2%) e i Popolari per l'Italia (7,1%), la formazione di ispirazione democratico-cristiana dell'ex ministro della Difesa del Governo Letta, Mario Mauro, il movimento cattolico-tradizionalista del Popolo della Famiglia (0,4%), la lista dell'ex governatore di centrodestra Michele Iorio (3,6%), il Movimento nazionale per la sovranità di Gianni Alemanno (2,7) e, soprattutto, Orgoglio Molise, con capolista Vincenzo Cotugno (che ha incassato circa 3.300 prefererenze, recordman della coalizione), eletto nella scorsa consiliatura con Rialzati Molise nella coalizione di centrosinistra. Proprio Orgoglio Molise è una delle sorprese di questa elezione: con l’8,4%, contende alla Lega (8,3%) il secondo posto nella coalizione, dietro a Fi (9,4%).

Pd-Leu insieme prendono meno voti
La ritrovata unità a sinistra in Molise non si è tramutata in un aumento di consensi. Il passo indietro del governatore uscente renziano Paolo Di Laura Frattura non è servito ad evitare la debacle. Il candidato Carlo Veneziale, solide radici a sinistra, ex segretario Ds a Isernia e responsabile provinciale dell'organizzazione, assessore uscente allo Sviluppo della Giunta Frattura, ha preso il 16, 8%. Meno di quanto portato a casa dal centrosinistra (senza Leu) alle politiche in regione (18,1%). E se Leu ha tenuto (3,2% contro il 3,7% del 4 marzo), il Pd è crollato all’8,7% (15,2% alle politiche).

Il M5S e la «maledizione» del voto locale
Il movimento guidato da Luigi Di Maio ha confermato la maledizione delle elezioni locali. Se il 4 marzo il M5S aveva preso il 44,8 per cento, ieri nelle urne si è trovato solo con il 31,6%, incassando meno voti rispetto a quelli del suo candidato governatore Andrea Greco (38,4%). Nelle politiche del 2013 in Molise il M5s prese il 27,7%. Alle Regionali, tenutesi lo stesso giorno, il candidato M5s Antonio Federico si piazzò terzo (dietro centrosinistra vincente e centrodestra) con il 16,8%.

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