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Atac, Giunta Raggi rinvia in autunno il referendum sulla messa a gara

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mobilità a roma

Atac, Giunta Raggi rinvia in autunno il referendum sulla messa a gara

Slitta il referendum, promosso dai Radicali Italiani, sulla messa a gara del trasporto pubblico locale di Roma oggi gestito in massima parte da Atac (100% del Comune): dal prossimo 3 giugno viene spostato all’autunno del 2018. La decisione, che ha fatto infuriare le opposizioni in Campidoglio, è stata motivata dall’amministrazione comunale M5s con i possibili risparmi. «A giugno il referendum avrebbe un costo di 16 milioni di euro - fanno sapere - e tale cifra potrebbe ridursi in autunno» perché «è allo studio la possibilità di impiegare un sistema elettronico dedicato alla votazione». Sul futuro dell’Atac, a cui oggi il trasporto pubblico è affidato in house, pende però l’udienza in Tribunale sul concordato preventivo, la strada intrapresa dall’indebitata azienda dei trasporti di Roma per il risanamento: udienza fissata il 30 maggio. Una data a ridosso del referendum appena rimandato.

Referendum su messa a gara slitta in autunno
Ufficialmente il Campidoglio non collega il rinvio del referendum con la decisione del tribunale del concordato. La scelta sarebbe maturata invece anche per via delle elezioni amministrative nei Municipi III e VIII in programma il prossimo 10 giugno: «La legge - precisano, infatti, da Palazzo Senatorio - impedisce lo svolgimento di differenti operazioni elettorali nello stesso giorno», quindi, non potendo accorpare le consultazioni in una un’unica giornata, i cittadini sarebbero di fatto obbligati «a recarsi alle urne per tre votazioni nel solo mese di giugno», se si considera anche il possibile turno di ballottaggio municipale.

Radicali: rinvio referendum per immobilismo Campidoglio
Secondo i Radicali, promotori della consultazione popolare, il rinvio del voto, paradossalmente, appare a questo punto «come un atto dovuto per scongiurare una violazione certa dei diritti dei cittadini: andare al voto nelle attuali condizioni di totale disinformazione, infatti, sarebbe stato un insulto al diritto di partecipazione dei romani. Chiediamo con forza che si utilizzi questo tempo per informare correttamente i cittadini». I radicali ricordano infatti le «denunce e gli appelli caduti nel vuoto», nonché «le diffide formali alla giunta e al consiglio e la mobilitazione di piazza perché il Campidoglio varasse un regolamento sul referendum di cui - dopo ben 8 mesi dalla fine della raccolta firme- non c'è traccia».

Ira delle opposizioni
Le altre opposizioni concentrano invece le loro critiche sulla decisione del rinvio. «È una vergogna, la sindaca Raggi e la giunta si prendono gioco dell'aula e dei romani», tuona il Pd ricordando un recente consiglio straordinario su Atac in cui del rinvio non si era fatto cenno. Anche se va ricordato che Pd capitolino non ha preso una posizione ufficiale per il sì. E ha deciso di fare ricorso allo strumento del referendum consultivo fra gli iscritti, (per ora fissato per il 12 e 13 maggio) per definire la posizione ufficiale del partito. FdI ha parlato di «ennesimo atto arbitrario della giunta Raggi deciso unilateralmente senza alcun confronto».

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