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Chiude la campagna elettorale in Friuli, salta l’ennesimo comizio…

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al voto domenica

Chiude la campagna elettorale in Friuli, salta l’ennesimo comizio unitario Fi-Lega

La coalizione di centrodestra è unita e compatta sul leghista Massimiliano Fedriga, candidato governatore in Friuli, dove si vota domenica. E grande favorito della vigilia. Eppure i leader scesi in terra friulana per bissare il successo del 22 aprile in Molise non chiuderanno la campagna elettorale insieme. Già in Molise, d’altronde, Salvini e Berlusconi avevano tenuto gli ultimi comizi uno a Isernia e l’altro a Campobasso. E non ci sarà neanche una “foto opportunity” Salvini-Berlusconi-Meloni come quella della vigilia delle politiche del 4 marzo al Tempio di Adriano a Roma davanti alle telecamere, per provare a certificare l’unità del centrodestra, prima di tornare ciascuno ai propri appuntamenti elettorali.

Frizioni negate
Salvini nega rotture con Berlusconi («mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra») in caso di vittoria a valanga di Fedriga e soprattutto in caso di ulteriore cannibalizzazione del voto azzurro da parte del Carroccio (la Lega in Friuli alle politiche ha preso il 25,8% contro il 10,7% di Fi). Mentre il Cavaliere assicura dal canto suo: «Salvini resta nella coalizione anche dopo le Regionali».

Meloni: no comizio unico per agende diverse
Però il comizio “a tre voci” - Berlusconi, Meloni, Salvini - previsto ieri a Pordenone, non c’è stato. La giustificazione ha provata a darla Giorgia Meloni smentendo frizioni alla base del mancato incontro dei leader del centrodestra a fine campagna per le regionali: «Il comizio unico in Friuli Venezia Giulia non si farà perché avevamo agende diverse. Credo che sia meglio se ognuno conclude la campagna in una località diversa - ha aggiunto - perché così si incontra un maggior numero di elettori e si possono ottenere più consensi».

Gli obiettivi della Lega e le contromosse del Cav
Sta di fatto che la Lega punta a vincere a valanga, consolidando la supremazia del Carroccio su Fi. Soprattutto nel caso in cui dovesse saltare la trattativa in corso tra M5s e Pd, e i Cinquestelle decidessero di tornare a sedersi al tavolo del centrodestra. Mentre per provare a difendere la sempre più risicata quota di voti azzurri in regione (ancora nel 2013 il partito di Berlusconi poteva contare su oltre il doppio dei consensi della Lega sul territorio) è sceso in campo lo stesso Cavaliere, in visita prima a Trieste e poi a Mariano del Friuli e a Gorizia. Mentre Matteo Salvini, che già il giorno dopo la chiusura delle urne in Molise il 22 aprile si era trasferito armi e bagagli in Friuli, ha un’agenda fittissima che lo vede a Pordenone, a Fiume Veneto, a Gorizia, a Udine e in serata a Trieste. Tappe simili ma nessun comizio insieme per i due leader, così vicini e così lontani.

Tutti i comizi di chiusura separati nel centrodestra
Del resto, anche in tempi di Porcellum, con Berlusconi candidato premier contro Pierluigi Bersani per il centrosinistra, la coalizione di centrodestra aveva marciato unita nelle urne ma divisa nei comizi. Nel febbraio 2013 il Cavaliere, bloccato dalla congiuntivite, disertò il comizio finale di Napoli ma inviò Angelino Alfano e anche un videomessaggio. Mentre la Lega chiuse la campagna elettorale alla Fiera di Bergamo con l’allora segretario nazionale Roberto Maroni (all’epoca anche candidato alla presidenza della Regione Lombardia) insieme a Umberto e Matteo Salvini. Stessa divisione nel 2008. In quell’occasione lo scontro fu tra Berlusconi e Veltroni. Il leader azzurro concluse al Colosseo la campagna elettorale del Popolo della libertà, mentre per la Lega l’allora segretario Umberto Bossi fu protagonista di un “doppio” comizio a Milano e Bergamo.

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