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Istat: Pil primo trimestre a +0,3%, +1,4%…

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stima preliminare

Istat: Pil primo trimestre a +0,3%, +1,4% tendenziale

Nel primo trimestre dell’anno il Pil nazionale, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre
precedente e dell'1,4% in termini tendenziali. È quanto comunica oggi l'Istat, in base alle stime preliminari. Nel quarto trimestre del 2017 la crescita congiunturale era stata analoga, pari a +0,3%, mentre, segnala l'Istat, «la lieve decelerazione emersa nel periodo più recente determina un contenuto ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale», che scende dall'1,6% precedente.

Crescita acquisita a +0,8%
Il primo trimestre 2018 considerato nella stima Istat ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative del primo trimestre 2017. La crescita acquisita per il 2018, quella che si otterrebbe cioè se dopo il +0,3% del primo trimestre la crescita fosse pari a zero nei tre trimestri successivi, è dunque pari allo 0,8 per cento. La lieve decelerazione emersa nel periodo più recente determina un contenuto ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale che scende all'1,4 per cento (dall'1,6% dell'ultimo trimestre del 2017).

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Fase espansiva da 15 trimestri
In ogni caso, con il risultato del primo trimestre la durata dell'attuale fase di espansione dell'economia italiana si estende a 15 trimestri; il livello del Pil risulta ancora inferiore dello 0,9% rispetto al precedente picco del secondo trimestre del 2011 ma superiore del 4,4% rispetto al terzo trimestre 2014, all'inizio della fase di recupero ininterrotta. Rispetto al picco del primo trimestre 2008, l'economia italiana ha perso ancora il 5,5 per cento.

Traino export, variazione industria pressoché nulla
L'incremento congiunturale del prodotto interno lordo registrato nel primo trimestre è valutato dall’Istat come la sintesi di un aumento del valore aggiunto dei settori dell'agricoltura, silvicoltura e pesca e dei servizi, mentre il valore aggiunto dell'industria ha segnato una variazione pressoché nulla. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

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