Ai nastri di partenza della 101esima edizione del Giro d'Italia ci sarà spazio per i ciclisti di 22 team, con gli atleti delle 18 squadre con licenza UCI che gareggeranno insieme ai corridori dei quattro Professional Continental Team, beneficiari delle Wild Card assegnate dagli organizzatori. L'ottenimento della licenza UCI World Tour permette alle squadre di partecipare ai grandi eventi del circuito internazionale, che garantiscono visibilità agli sponsor e ricchi premi in denaro.
La licenza viene riconosciuta tenendo conto di cinque criteri: sportivi, etici, finanziari, amministrativi e organizzativi. Gli UCI WorldTeam versano all'Unione Ciclistica Internazionale una quota annuale di 85.500 euro, a cui si aggiunge un contributo di 129.540 euro da riconoscere nel 2018 alla Cycling Anti-Doping Foundation (CADF).
Le squadre del World Tour devono dare lavoro almeno a 23 ciclisti, 4 direttori sportivi e altri 10 membri dello staff (tra cui allenatori, medici e meccanici). I Professional Continental Team, invece, tra i propri tesserati contano almeno 16 ciclisti, 3 ds e altre 5 figure. Per le squadre Professional la quota annuale richiesta dall'UCI è di 20 mila euro, mentre alla CADF vanno pagati 86.700 euro.
Nel panorama maschile trovano spazio anche le squadre Continental (almeno metà squadra è composta da under 23), con le normative che vengono dettate dalle federazioni nazionali, sulla base delle regole UCI. In totale, tra le tre categorie di squadre maschili, al 2018 il numero dei corridori tesserati è di 2.832 (-10,89 per cento dai 3.178 del 2017).
Nelle 166 squadre Continental trovano posto 1.864 atleti, mentre nei 27 Professional Continental Team militano 493 corridori. Il budget medio di una squadra World Tour è di circa 10 milioni di euro. Tra le potenze del ciclismo mondiale c'è il Team Sky, che nel 2016 ha potuto contare su risorse pari a 35,5 milioni di euro. Dagli sponsor Sky, Sky Italia e 21st Century Fox, il team britannico ha ricevuto 26,79 milioni di euro.
L'atleta di punta della compagine con sede a Manchester è Chris Froome, che guadagna 5 milioni di euro all'anno. Lo stipendio medio di un ciclista tesserato da una squadra World Tour è di circa 200 mila euro, con lo slovacco Peter Sagan che risulta il più pagato (6 milioni annui dalla Bora – Hansgrohe). Cifre che fanno impallidire il movimento femminile. Secondo un sondaggio condotto nel 2017 dalla Cyclists' Alliance, il 50 per cento delle cicliste professioniste guadagna meno di 10 mila euro all'anno, mentre il 29 per cento non supera i 5 mila euro. Le atlete che pedalando si guadagnano uno stipendio annuo superiore ai 40 mila euro sono appena l'8 per cento.
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