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IN ATTESA DEL QUIRINALE

Governo, lunedì consultazioni flash al Colle. I nomi in campo per guidare un esecutivo «neutrale»

Lunedì al Quirinale il terzo round di consultazioni per la formazione del governo (foto Ansa)
Lunedì al Quirinale il terzo round di consultazioni per la formazione del governo (foto Ansa)

A meno di due giorni dal nuovo giro di consultazioni flash al Colle, la situazione di stallo politico continua e il quadro non ha ancora assunto contorni definiti. A meno di novità dell’ultimo minuto, lunedì il presidente della Repubblica Sergio Mattarella prenderà atto dell’impossibilità di un accordo tra le principali forze politiche per dar vita a un nuovo esecutivo, dopo le elezioni del 4 marzo.

I no al governo di tregua
Si tratta di capire che cosa accadrà. Luigi Di Maio ha detto di considerare un «tradimento» degli elettori ipotesi tecniche e ha chiarito di vedere solo le urne. Anche Matteo Salvini ha escluso esecutivi “alla Monti”, tecnici, e ha tentato un ultimo rilancio con M5S proponendo, come unica alternativa alle elezioni, un governo a tempo fino a dicembre «per fare poche cose», legge elettorale e stop all’aumento dell’Iva in primis. Il leader pentastellato Luigi Di Maio sembra aver preso una pausa di riflessione prima di esprimere la sua risposta formale alla nuova offerta del segretario federale del Carroccio. Di Maio potrebbe dire la sua domani in tv da Lucia Annunziata.

La strategia del Colle: un governo neutro
Lunedì Mattarella per l’ultima volta chiederà ai partiti di scoprire le carte, ove ci fossero. Ma soprattutto di portargli numeri e non richieste di tempo. Una volta effettuata la verifica finale, il Capo dello Stato in un paio di giorni lancerà la sua proposta. Sul tavolo anche l’ipotesi di un governo di tregua, neutro, senza colore politico, con un programma minimo: tutelare l’Italia negli appuntamenti europei di fine giugno, fare la legge di Bilancio evitando l’esercizio provvisorio per poi sciogliere Camera e Senato a dicembre e andare a elezioni nella primavera del 2019. Il premier di un esecutivo neutro dovrebbe avere un curriculum lontano dalla politica, una «figura terza, inattaccabile, con standing internazionale». In queste ore impazza il toto nomi su chi andrà a Palazzo Chigi. Eccone alcuni.

Cottarelli, Mr spending review che potrebbe dialogare con Bruxelles
Uno dei nomi che ricorre è quello di Carlo Cottarelli: 64 anni, originario di Cremona, economista, al suo nome viene spesso legata l’espressione “spending review”, ovvero la revisione della spesa pubblica in un’ottica di contenimento: chiamato da Enrico Letta nel 2013 come commissario per la revisione della spesa, e confermato dal successore a Palazzo Chigi Matteo Renzi, Cottarelli è poi tornato a lavorare al Fondo monetario internazionale. Oggi dirige l’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Cottarelli, forte del suo curriculum e della sua storia, potrebbe avviare un dialogo con Bruxelles. L’obiettivo sarebbe quello di ottenere una maggiore flessibilità, anche perché con la prossima legge di Bilancio il governo dovrà trovare 12,5 miliardi per scongiurare l’aumento dell’Iva che scatterebbe dal primo gennaio 2019. Ad oggi tutte le forze politiche hanno messo in evidenza la necessità di evitare lo scatto dell’imposta.

Nuovo round di consultazioni: al Quirinale si inizia dal M5S

Giorgio Lattanzi: il presidente della Corte Costituzionale
Giorgio Lattanzi è il presidente della Corte Costituzionale. Eletto a marzo, resterà in carica fino al dicembre 2019. Classe 1939, romano, esperto di diritto e procedura penale, è stato eletto giudice della Consulta nel 2010 dai magistrati di Cassazione, diventandone vicepresidente dal 2014 e vicepresidente vicario dal 2016. Magistrato, laureato in Giurisprudenza alla Sapienza, è entrato in magistratura nel 1964. Tra il 1996 e il 2001 (governi Prodi, D'Alema e Amato), Lattanzi è stato capo dell'ufficio affari penali del ministero della Giustizia. Nel 2001 è tornato a svolgere le funzioni di Giudice della Cassazione e nel 2006 è stato designato presidente titolare della VI sezione penale, che si occupa prevalentemente di reati contro la Pubblica amministrazione. È stato inoltre componente e coordinatore delle Sezioni Unite penali della Cassazione.

Sabino Cassese: il decano dei giuristi italiani
Decano dei giuristi italiani, 83 anni, giudice emerito della Consulta, è nella lista delle persone che hanno le caratteristiche per ottenere l’incarico di formare un governo neutro. Cassese gode da sempre di grande stima al Quirinale, così come è apprezzato dalla componente renziana del Pd. I Cinque Stelle hanno affidato a Giacinto della Cananea, uno dei suoi allievi, il compito di stilare un possibile programma comune di governo con le altre forze politiche. Da giudice costituzionale ha stoppato come relatore la legge sul legittimo impedimento, sostenuta da Forza Italia.

Elisabetta Alberti Casellati: al vertice del Senato eletta anche con i voti M5S
La scelta del Capo dello Stato potrebbe ricadere su Elisabetta Alberti Casellati, dal 24 marzo presidente del Senato. Avvocato, entrata in politica nel 1994 con la nascita di Forza Italia, filoberlusconiana, è arrivata al vertice di Palazzo Madama con l’appoggio di quel Movimento 5 Stelle che con l'ex premier ha evitato con cura contatti diretti anche nei giorni delle trattative.

Raffaele Cantone: in prima fila nella lotta alla Camorra, presiede l’Anac
Napoletano, 55 anni, magistrato, dal 2014 è in aspettativa dalla magistratura e presiede l’Autorità nazionale anticorruzione. Entrato in magistratura negli anni Novanta, è stato sostituto procuratore presso il tribunale di Napoli, dove si è occupato principalmente di criminalità economica, fino al 1999, quando è entrato nella Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli, di cui ha fatto parte fino al 2007. Assegnato all’area del casertano, si è occupato delle indagini sul clan camorristico dei Casalesi.

Giorgio Alleva: attuale presidente dell’Istat
Romano, 63 anni, economista e statistico, è l’attuale presidente dell’Istat.

Enrico Giovannini: il ministro del Lavoro nel governo Letta
Economista e statistico, 61 anni, Enrico Giovannini è stato ministro del Lavoro nel governo Letta. In precedenza aveva ricoperto l’incarico di presidente dell’Istat. Oggi ha ripreso la sua attività di professore ordinario presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. È fondatore e portavoce dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS).

Lucrezia Reichlin: l’economista della London Business School
Romana, economista, figlia di Alfredo Reichlin, ex deputato di Pci e Pds, e di Luciana Castellina, fondatrice de il manifesto e anch’essa deputata, è stata Direttore generale alla Ricerca alla Bce durante la presidenza di Jean-Claude Trichet. È professore di economia alla London Business School. Fa parte del cda di UniCredit.

Marta Cartabia: la vicepresidente della Consulta
Nell’ambito Corte costituzionale, oltre al nome di Lattanzi gira quello di Marta Cartabia, dal 2014 vicepresidente della Consulta. Milanese,allieva di Valerio Onida, è giudice costituzionale dal 2011.

Tito Boeri: l’economista al vertice dell’Inps
Nel totonomi per l’incarico di premier di un governo di tregua rientra anche Tito Boeri, dal dicembre del 2014 presidente dell’Inps. Per 10 anni è stato senior economist all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, poi consulente del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale, della Commissione Europea e dell’Ufficio internazionale del Lavoro.

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