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Bongiorno alla guida della Pa: dalla difesa di Andreotti alle battaglie…

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IL RITRATTO

Bongiorno alla guida della Pa: dalla difesa di Andreotti alle battaglie per la tutela delle donne

Giulia Bongiorno è alla guida della Pubblica amministrazione nel governo M5S Lega guidato dal professore Giuseppe Conte
Giulia Bongiorno è alla guida della Pubblica amministrazione nel governo M5S Lega guidato dal professore Giuseppe Conte

Quando si parla di Giulia Bongiorno, ora alla guida della Pubblica amministrazione nel nuovo Governo giallo-verde, viene subito alla mente un’immagine: la giovane avvocato penalista 27enne che, a partire dal ’93, si trovò a difendere il più volte presidente del Consiglio Giulio Andreotti nel processo per mafia. Al suo fianco, in quell’esperienza, Franco Coppi. In tanti ricordano l’urlo che lanciò in aula («e vai, assolto! assolto! assolto»), pochi attimi dopo la lettura della sentenza d’appello nel processo al ex leader della Dc, nella sua Palermo.

I 18 ministri del governo Conte, 5 le donne

Dall’omicidio Kercher al processo Ruby-Ter, processi sotto i riflettori
I processi dalla grande risonanza mediatica sono una costante del suo cv. Nel 2008 Bongiorno assume la difesa dell’allora studente universitario Raffaele Sollecito, uno degli indagati per l’omicidio di Meredith Kercher. Sollecito è assolto in Cassazione nel marzo 2015. Nel 2010, difende in appello i manager di Google, dopo che il Tribunale di Milano li aveva condannati ritenendoli responsabili del reato di illecito trattamento dei dati personali e, in particolare, per aver permesso che un video diffamatorio fosse caricato sulla piattaforma Google Video. Ancora una vittoria: i tre manager vengono assolti dalla Prima Sezione della Corte di Appello di Milano perché il fatto non sussiste. La sua capacità professionale convince anche il collega Niccolò Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi, a sceglierla come proprio difensore nel processo Ruby-ter. Stima ben riposta: porta a casa l’archiviazione del procedimento.

Nello sport ha difeso Totti per lo sputo a Poulsen agli Europei 2004
Bongiorno ha esperienze anche nell’ambito della giustizia sportiva. Tra i tanti casi, la difesa di Francesco Totti. L’ex capitano della Roma si affida a lei in seguito alla sua squalifica dal Campionato europeo di calcio 2004, quando sputa in faccia al calciatore danese Christian Poulsen. La linea difensiva? Tutta colpa della prova televisiva: la telecamera è stata puntata sul giocatore per tutta la partita. Il giocatore è condannato a tre giornate di squalifica contro le quattro richieste dall’accusa. Dall’agosto 2012, dopo la sentenza di primo grado, Bongiorno difende l’allora allenatore della Juventus Antonio Conte nel processo riguardante il calcioscommesse. In secondo grado a Conte è confermata la sanzione a 10 mesi di squalifica con esclusione della responsabilità in relazione alla gara Novara-Siena (in seguito il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport ha ridotto la squalifica a 4 mesi).

In prima fila nelle battaglie a difesa delle donne
Bongiorno ha messo la sua esperienza di avvocato al servizio delle battaglie in difesa delle donne. Con la showgirl Michelle Hunziker ha fondato l’associazione Doppia difesa, una Onlus che si occupa di aiutare le donne che hanno subito discriminazioni, violenze o abusi.

L’elezione in Senato tra le file della Lega
Non è certo alle prime armi in politica: è nelle file di Alleanza nazionale, lanciata da Gianfranco Fini, e poi del Pdl in occasione delle elezioni del 2006 e del 2008. Proprio nella XVI legislatura ricopre la carica di presidente della commissione Giustizia di Montecitorio. Nell’ultima campagna elettorale è capolista del Carroccio per il Senato in Piemonte, Lombardia, Liguria, Lazio e Sicilia. Viene eletta in tutte e cinque le circoscrizioni, e opta per il seggio nella circoscrizione Sicilia occidentale. Nei giorni della campagna elettorale annuncia che si batterà «per perfezionare la legge sullo stalking istituendo un “codice rosso” per le denunce delle donne che temono per la loro vita, per rivedere la legge sulla legittima difesa che è ridicola al limite della barzelletta». Ora la chiamata a guidare il ministero della Pubblica amministrazione. Succede a un’altra donna, Marianna Madia.

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