Da città industriale in declino, con gravi problemi di disoccupazione e con l'aggravante non da poco dei pericoli derivanti dall'ala separatista violenta dell'Eta, a meta del turismo internazionale. Nei Paesi Baschi domina il Bilbao effect, processo virtuoso che in una ventina d'anni ha portato la “capitale” basca a riscattarsi anche economicamente, diventando un esempio da indicare e un modello da seguire.
Simbolo di questa evoluzione è sicuramente il Guggenheim Museum, inaugurato nel 1997 e in grado di attirare 1,2 milioni di visitatori all'anno. Un volàno importante per un territorio che continua ad aprirsi, a mettersi in gioco, a dare in anticipo con la lungimiranza di chi sa vedere futuri ritorni. È
successo con il Guggenheim - che, come ricorda Angela Vettese nella prima pagina della Domenica del Sole 24 Ore dello scorso 29 aprile, è stato realizzato con risorse della città - e succede anche con lo sport: siamo alla vigilia delle finali delle Coppe europee di rugby, in programma domani e dopodomani nel magnifico Stadio San Mames, completamente ricostruito nel 2013 grazie alla sinergia pubblico-privato.
La casa dell'Athletic Bilbao, club calcistico con una storia peculiare e un seguito di sostenitori in tutto il mondo, impianta per due giorni le porte “ad acca” e senza rete. Domani sera alle 21 finale di Challenge Cup (una sorta di Europa League ovale) tra gli inglesi del Gloucester e i Cardiff Blues gallesi. Sabato alle 17,45 la Champions Cup arriva a sua volta all'atto conclusivo: saranno gli irlandesi del Leinster e il Racing 92 di Parigi a contendersi il titolo di campione europeo. Eurosport 2 trasmetterà i due incontri in diretta per l'Italia.
In 23 anni di storia delle Coppe rugbystiche continentali, per la prima volta le finali emigrano al di fuori dei confini delle grandi nazioni europee di questo sport, vale a dire Irlanda, Inghilterra, Scozia, Galles e Francia. Bilbao ha voluto questo evento, ha messo insieme tutte le componenti interessate (lo stesso Athletic, il ministero spagnolo dello Sport, la Liga calcistica, le federazioni nazionali di calcio e rugby, tutte le istituzioni locali) e ha raggiunto il traguardo. Assicurando a Epcr - European Professional Club Rugby, l'organismo che gestisce le competizioni - la copertura totale delle spese legate all'avvenimento, a partire dai costi per la permanenza delle squadre.
Un investimento che dovrebbe essere ripagato: si prevede che i 53mila posti dello stadio siano tutti occupati per il confronto di Champions e che si possano raggiungere se non superare i risultati ottenuti l'anno scorso da Edimburgo: un totale di 80mila persone sugli spalti per le due partite e un impatto economico da 32 milioni di euro per il territorio. Oltretutto una mano l’ha dato l'andamento dei due tornei, visto che saranno in campo squadre rappresentanti quattro Paesi diversi. E si sa che il supporter del rugby viaggia volentieri, spesso non limita al minimo indispensabile la durata del soggiorno e in media spende assai più di un fan calcistico in trasferta.
L’Italia - sfortunata con Milano nel 2015, anno di Expo, quando l'assegnazione sembrava cosa fatta - sembra intenzionata a riprovarci. Già assegnate all’inglese Newcastle le finali 2019, si può ragionare in termini di medio-lungo periodo, e magari - sottolinea Andrea Rinaldo, rappresentante della federazione italiana nel board di Epcr - Roma potrebbe proporre il format di successo che anima l'Olimpico per i match del Sei Nazioni.
Intanto andiamoci a vedere queste superpartite, con gran parte della crema del Sei Nazioni cui si aggiungono assi dell'emisfero Sud. Tanti, ovviamente, i motivi di interesse. In Champions il Leinster potrebbe aggiudicarsi il quarto trofeo, raggiungendo il Tolosa in cima all'albo d'oro. Dopo la vittoria dell'Irlanda nel Sei Nazioni, un successo dei dublinesi indicherebbe a maggior ragione la nazione leader in Europa a meno di un anno e mezzo dalla prossima Coppa del Mondo. Leinster sempre vittorioso in finale e con tre Champions e una Challenge sugli scaffali, mentre il Racing ha finora disputato una sola finale, in Champions, e l'ha persa. Transalpini con un alto tasso di genialità, che li rende capaci di qualsiasi impresa, ma sulla carta meno solidi come organizzazione di gioco e inoltre penalizzati dal recente infortunio di Machenaud, mediano di mischia, calciatore e tra i leader della squadra.
In Challenge Cup il Gloucester ci riprova dopo avere perso la finale 2017 contro lo Stade Francais di Sergio Parisse. Anche quest'anno ci sarà un azzurro tra i protagonisti: in terza linea il giovane oriundo Jake Polledri ha statistiche da star della competizione e cercherà di spingere il club inglese al tris, dopo le Coppe alzate dai Cherry and Whites nel 2006 e nel 2015.
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